Le donne dello SPI Cgil ha festeggiato i cento anni di GIOVANNA MARTURANO GRIFONE, protagonista dell'impegno per la libertà e democrazia dalla lotta antifascista ai nostri giorni
Martedi, 03/04/2012 - Scusate ma cent’anni son cent’anni! A dirlo con un sorriso furbetto è lei Giovanna Marturano Grifone, mentre parla nel corso della festa organizzata a Roma, dal Coordinamento Femminile nazionale dello SPI-CGIL per il suo straordinario compleanno. Si scusa nel corso del suo discorso, fantastico per lucidità e attualità dei contenuti, perché ogni tanto perde il filo o perché essendo un po’ sorda come ci comunica, talvolta non sente bene.
Il risultato della sua battuta oltre che a far sorridere e applaudire di cuore da parte del pubblico, numerosissimo al Centro Congressi Frentani, mette quasi in imbarazzo. Lucidità, concretezza, autoironia di questa piccola grande donna sono talmente evidenti da coinvolgere e affascinare.
Le sue parole colpiscono per la carica di semplicità e di sentimento, di esperienza e di normalità. Una normalità per esprimere una vita così lunga, piena, straordinaria, raccontata nel libro: ”Memorie di una famiglia nell’Italia del novecento“ che lo SPI Cgil ha voluto ristampare per il suo valore di testimonianza, narrata come un romanzo che avvince per la sobrietà e leggerezza; come dice Alba Orti nella presentazione dello stesso, volume nonostante la densità degli argomenti trattati. Azioni, attività quelle di Giovanna vissute e da continuare a vivere ,come da anni, la sua incessante presenza nelle scuole non solo per “raccontare” la resistenza, agita in prima persona ma per insegnare a capire e rispettare la Costituzione, come spiega; e ancora onorare le persone da ricordare che sono state importanti nella sua vita personale e di impegno per la libertà del nostro paese dal fascismo. Iniziando da sua mamma, suo fratello a suo marito arrivando ai tanti grandi personaggi che hanno fatto parti della storia del nostro paese: Amendola, Carla Capponi, Di Vittorio e poi ricordando tante persone, meno note ma davvero speciali per lei e la sua vita. Dopo il saluto di Mina Cilloni del coordinamento nazionale delle donne per lo SPI, che ha informato circa tutti gli auguri arrivati (quello del Presidente della Repubblica Napolitano, di Ingrao, del capo della Comunità ebraica Riccardo Pacifici, di Marisa Rodano e tanti, tanti altri fino a quello di Susanna Camusso, Segretaria Nazionale della Cgil). Le belle canzoni cantate per lei dalle donne dello SPI –CGIL di Padova, una bella lettura di Sonia - una giovane universitaria - di alcuni brani del libro scritto dalla stessa Giovanna sulle parti salienti della sua storia di vita sotto il fascismo hanno scaldato la sala affollata e calorosa. Le parole di Giovanna e lette da Sonia hanno fatto rivivere avvenimenti passati e importanti per tutti e tutte e come una cascata d’acqua fresca hanno inondato il teatro di messaggi positivi parlando di ciò che ha fatto di ciò che ci invita a fare, spiegando come lei non sia stata una politica ma una persona che aveva degli ideali per i quali ha lottato e lotta ancora, nonostante abbia meno forze ma rimanendo consapevole che si può sempre continuare a fare.
Giovanna nel parlare ha mescolato con maestria il passato e il futuro quel che è stata la sua storia e quelle che sono le azioni che chiede che chi ascolta metta in conto di continuare a portare avanti.
La caratteristica più forte di questa signora, mai termine fu più appropriato, piccola anzi piccolissima di statura (caratteristica che nel tempo le ha “regalato” anche tanti episodi divertenti) ma grande per gli atti che hanno caratterizzato la sua vita è la semplicità con cui esprime ogni concetto e la capacità di dire come nella sua lunga esistenza abbia avuto tante difficoltà ma come non le siano mai mancati neanche i momenti di gioia, allegria, soddisfazione.
Ed è parlando di cose belle che racconta la nascita del suo bisnipote Enrico che ha tre anni e che naturalmente è in sala per partecipare alla sua festa insieme al papà, alla mamma, agli zii alla nonna Anna - figlia di Giovanna.
Il discorso di Giovanna si interrompe per dare spazio a nuove canzoni e a uno spettacolo di letture e altro preparato dalle donne dello SPI di Torino. All’inizio della mattinata Giovanna aveva detto che forse quella grande festa lei non la meritava, però ha confessato che le piaceva molto. Vogliamo farle sapere che la sua festa è piaciuta a tutte/i noi che eravamo lì. Lo ha detto Carla Cantone, Presidente Nazionale dello SPI, che in ultimo ha voluto ribadirle non solo gli auguri ma un grande grazie per il suo spirito che da coraggio e infonde ottimismo a chiunque abbia il piacere di ascoltarla. A completare una festa davvero bella non solo tanti fiori colorati e regali; non poteva mancare - dopo un pranzo - una torta per i suoi meravigliosi cento anni.
Terminiamo questo nostro piccolo riassunto di un 27 marzo specialissimo e indimenticabile con una frase della stessa Giovanna che può essere adottata a qualunque età per il senso che esprime. “vivo ogni giorno come fosse un regalo. Alla mia età non voglio starmene ad aspettare la morte. Per me vivere significa lottare e io voglio lottare fino all’ultimo minuto”. Auguri e grazie Giovanna di essere con noi.
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