“Io sono appassionata di un’idea: che il senso di appartenenza e le radici come elementi fondanti dell’identità siano una truffa del potere”. Susanna Schimperna (videointervista) va subito al punto, le radici sono sempre reazionarie. L’incipit di uno dei capitoli più spiazzanti del suo ultimo libro “Cattivi Pensieri”, Castelvecchi editore, euro 14.50 in questi giorni in libreria, non da spazio a interpretazioni. Forte e diretto questo compendio di saggezza irriverente, che scavalca a piè pari pensiero corrente e luoghi comuni, è un insieme di riflessioni sul mondo e sulla vita osservati minuziosamente e senza sovrastrutture. Scrittura densa e appassionante come una successione di distici in cui ogni capitolo avrebbe contenuti per altrettanti libri. Nel sottotitolo: “appunti e metodi per lo studio della felicità”. Una sfida che si legge tutto d’un fiato. E ci si specchia nella scrittura energica e veloce, che non ammette giri di parole e punta sempre dritta al bersaglio, percorrendo nodi irrisolti della contemporaneità con l’energia di chi sembra essersi appena affacciata alla vita. La scrittura è fatica, si sa, ma qui l’energia è quella di una ventenne che ha messo penna a un saggio che si legge come un romanzo: protagonisti le idee. Guidata dal pensiero anarchico - criterio ordinatore dell’essere al mondo con responsabilità – diversamente dalla vulgata che continua ad abbinare l’anarchia al disordine del caos, Susanna Schimperna affronta e smonta il pregiudizio, inanellando scomodi segreti o per dirla alla Guenon: “verità nascoste esposte in evidenza”, apparente ossimoro che più di altri a mio avviso, corrisponde alla sensibilità intellettuale dell’autrice.
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