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I cambiamenti climatici e i danni al nostro patrimonio artistico e al paesaggio

I cambiamenti climatici e i danni al nostro patrimonio artistico e al paesaggio

Al Senato si lavora per presentare al Governo un documento di impegni per arginare i danni causati dal surriscaldamento e dai dissesti idrogeologici

Giovedi, 16/09/2021 - Fanno grande notizia gli eventi catastrofici dovuti ai cambiamenti climatici e che causano centinaia e centinaia di vittime, ed è anche motivo di allarme riconosciuto la loro frequenza e entità che è in crescita con gli anni.
Non fanno invece notizia e sono pressoché ignorate dall’opinione pubblica le cattive abitudini del mondo moderno che sono all’origine dei tanti e continui danni che i cambiamenti climatici causano all’ambiente, ai beni culturali e ai paesaggi.
Dei danni dovuti ai cambiamenti climatici si parla nelle Conferenze mondiali sul clima e anche i Parlamenti hanno i loro appuntamenti per approfondire il problema, ma è un tema prevalentemente delegato agli scienziati e solo quando le acque alte hanno iniziato a corrodere fondamenti e mosaici della Basilica di San Marco, a Venezia, o le alluvioni hanno minacciato la morfologia e stabilità dei Sassi di Matera si è avvertito chiaramente che i cambiamenti climatici sono un vero attentato non solo alla vita umana ma anche a quella dei nostri beni culturali e del paesaggio.
Un attentato che non riguarda solo i grandi siti turistici, ma anche i tanti meravigliosi borghi italiani che andrebbero protetti dal degrado e che potrebbero diventare una grande attrattiva per il turismo culturale degli amanti le bellezze dell’Italia.
Al Senato, per iniziativa di una donna, la senatrice Michela Montevecchi, dei 5 Stelle, da Luglio c’è un affare assegnato in Commissione Istruzione e Beni Culturali che si occupa proprio dell’impatto che i cambiamenti climatici hanno, sui beni culturali e sul panorama, e che vuole fare il punto su cosa si sta facendo e su cosa andrà fatto.
Già due Ministri, Roberto Cingolani, della transizione ecologica e Dario Franceschini, della Cultura, sono stati auditi in Commissione e la senatrice Montevecchi, che è anche relatrice per l’affare assegnato intende convocare anche i ministri della scuola e dell’Università, Bianchi e Messa, a sottolineare che per sconfiggere i danni da inquinamenti, da sprechi e da energie sporche occorre un impegno multiculturale e interdisciplinare.
Dalle audizioni finora svolte, con ministri, esperti e associazioni è emersa la necessità di un monitoraggio continuo e puntuale (con droni, satelliti e strumentazioni sofisticate), delle zone più a rischio in Italia e sottolineato come a causare inquinamento e danni ambientali sono anche insospettabili stili di vita quotidiana come un consumo smodato dell’acqua. Il settore della moda, ad esempio, è un settore dove il consumo dell’acqua è incredibilmente alto con danno per le falde acquifere e la tenuta del suolo, oltre al danno dovuto alla perdita continua di una preziosa risorsa.
Un altro campo dove si dovrà lavorare, per contenere i mutamenti climatici e limitarne l’impatto, è quello del risparmio energetico.
Qui fondamentale sarà una modifica dei materiali di costruzione, dei tipi di illuminazioni, dei materiali per il restauro e la conservazione dei monumenti, dei nostri stili di vita consumistici e irrispettosi del verde e dell’ecosostenibile. Sono tantissimi quindi i campi di azione per la salvaguardia del clima e quindi dell’ambiente e anche con il PNRR si sono messi a punto piani per la difesa dei beni culturali e del paesaggio: come quello dell’efficientamento energetico degli uffici pubblici e privati, in particolare scuole, università ed edifici che ospitano istituzioni culturali, come i musei ed i teatri, e come quello per la manutenzione ordinaria dei borghi, dell’edilizia rurale e dei parchi e giardini storici e di luoghi di cui non è sotto gli occhi l’importanza.
La difesa della cultura, infatti, va intesa anche come conservazione di luoghi di conservazione delle opere d’arte, come archivi e magazzini museali e questo richiede materiali edili sofisticati e a prova degli allagamenti e degli altri disastri che i cambiamenti climatici possono comportare.
Il ministro Franceschini ha sottolineato l’importanza di una preparazione adeguata a livello degli operatori culturali e delle sovrintendenze dei beni culturali per fronteggiare i problemi che l’ambiente offeso può causare alla cultura e la senatrice Montevecchi sottolineato l’importanza della scuola e delle Università affinché si formino cittadini (non solo esperti) amanti dei nostri monumenti, opere d’arte e paesaggi: patrimonio prezioso che cattivi stili di vita, cambiamenti climatici e politiche inadeguate espongono a danni irreparabili. Un esempio tra tutti di danno irreparabile lo propone Venezia dove, secondo la senatrice Orietta Vanin M5S, le misure adottate sono state finora inadeguate a fronteggiare il problema delle acque alte, compreso l’ultimo provvedimento per bloccare il transito delle grandi navi sul canale della Giudecca. Se non si ripristinerà un piano morfologico naturale della laguna, dice la senatrice, difficilmente si impedirà all’acqua di mare, salmastra, di intaccare le fondamenta e le bellezze di una città che è anche fonte di notevole apporto economico tramite il turismo. Il ministro Franceschini ha dato assicurazioni. Il divieto al transito delle grandi navi non è la soluzione definitiva per i problemi di Venezia, ma un primo passo transitorio nell’ambito di una soluzione più complessa e definitiva.


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