Antonella Iaschi Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2006
Domenica scorsa a Soliera, nel circolo culturale il Mulino abbiamo fatto festa.
Eravamo una ventina fra donne e uomini (in netta minoranza non certamente casuale) e la festeggiata, un’immigrata algerina si è trasformata da ospite, in perfetta padrona di casa.
Attraverso i suoi biscotti (sarei tentata di chiamarli gioielli), i suoi abiti dipinti a mano e disegnati con femminilità e gusto, la cura minuziosa dei particolari nel disporre gli arredi, il tè alla menta servito dalle amiche secondo le loro tradizioni, Hayate ci ha portato nella sua terra, regalandoci i profumi, i gusti, i sorrisi, gli sguardi, le parole, i dubbi, i divieti, le speranze.
Eravamo sedute attorno a un tavolo rotondo, parlavamo di tutto come vecchie amiche, ed eravamo tutte alla stessa distanza dal punto centrale del cerchio: il non sentirsi estranee. Anche la ciambella tradizionalmente emiliana sul tavolo dei dolci era decisamente a suo agio con profumi, colori e forme tradizionalmente algerine.
Quel pomeriggio di festa lo abbiamo chiamato “Treno Rosa” e tutti potranno salirci nelle prossime tappe immaginarie nei luoghi da dove vengono gli immigrati di Soliera.
(25 agosto 2006)
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