Famiglie, nonostante tutto/2 - Sono una delle 1.635.232 famiglie numerose (ISTAT, 2001) che vivono in Italia. Siamo andati a conoscerli per raccontare come si vive in tanti in un paese in cui le politiche a favore della famiglia sono di fatto
Angelucci Nadia Lunedi, 14/11/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2011
Tanti sono tanti. Cinque ragazzi più mamma, papà e nonna. Valerio 44 anni, Patrizia 44, Francesco 16 (quasi 17), Federica 15, Alice 13, Alessandro 8 e Elisabetta 2 vivono nei dintorni di Roma. “Abitiamo in una villetta bifamiliare, di circa 250mq. Più che di nostra proprietà direi che per i prossimi 20 anni è ancora della banca che ci ha concesso il mutuo…” dice Valerio, il papà, agente di commercio. Come automobile una monovolume con 7 posti comprata con leasing aziendale; le vacanze sempre affittando case; un’organizzazione familiare più complessa di quella di una multinazionale che funziona alla perfezione anche perché, come dice Patrizia, la mamma, bancaria, “io sono piuttosto garibaldina!”. Sono una delle 1.635.232 famiglie numerose (Fonte Istat – Censimento 2001) che vivono in Italia. Siamo andati a conoscerli per raccontare come si vive in tanti in un paese in cui le politiche a favore della famiglia sono di fatto inesistenti.
Partiamo dall’organizzazione pratica. Avete un aiuto domestico? Quanto incide sul bilancio?
Abbiamo una colf che viene tutti i giorni per 5 ore per tenere in ordine la casa e soprattutto lavare e stirare montagne di panni e ci costa, tra stipendio, ferie, tfr e contributi (noi facciamo le cose in regola!) circa 10.000 € l’anno. Inoltre la mamma di Patrizia vive con noi e ci aiuta soprattutto nel prendere e riaccompagnare i ragazzi tra scuole e sport vari.
Sognavate una famiglia numerosa sin dall’inizio della vostra relazione o il vostro progetto familiare si è allargato nel cammino?
Patrizia: ho sempre desiderato una famiglia numerosa; sono figlia unica e di fatto non ho mai avuto un padre. Dopo il terzo figlio sognavo il quarto a 40 anni; ma il quarto è arrivato a trentasei anni!! Mi sono consolata facendone un altro a 43 anni!
Valerio: non mi ero mai fermato a riflettere su questo argomento; sicuramente avrei voluto una famiglia e dei figli, ma sinceramente non avrei mai pensato di averne cinque. Però abbiamo sempre vissuto l’eventualità di un nuovo figlio con grande disponibilità. Insomma, personalmente mi sono sempre sentito “disponibile” ad accogliere un nuovo figlio, e così, entrando in un tema più “piccante”, sia io che Patrizia spesso non abbiamo preso particolari precauzioni, ma non abbiamo neanche mai programmato nessuno dei cinque figli. Come a dire “ se arriva va bene”….ed è quasi sempre arrivato!
Come conciliate lavoro e impegni familiari; come l’azienda di Patrizia ha preso le sue gravidanze; che accoglienza verso la sua situazione particolare c’è nel suo ufficio?
Valerio è spesso fuori per lavoro e mia madre vive con noi e ci da’ un grandissimo aiuto. Io ho un part-time minimo; entro alle 9 e esco alle 16,30 per riuscire ad accompagnare ed andare a riprendere i ragazzi a scuola. Lavoro in una grande azienda e siamo molto sindacalizzati. Le mie gravidanze sono state accolte bene, ovviamente con sorpresa ma anche con affetto. Però questo ha significato essere tagliata fuori da qualsiasi possibilità di carriera; non vengo neanche chiamata per i corsi di formazione. Lavoro da 21 anni e sono ancora al livello in cui sono entrata. Poi non sono esente da frecciatine dei colleghi per le detrazioni irpef per i figli a carico che fanno lievitare il mio stipendio o per il fatto che ho il part-time…
Gioie e difficoltà.
Si rischia la banalità però guardare tutti e cinque uno per uno, vederli crescere, amarli e sentirsi amato da loro, condividere con loro le fatiche e le gioie della giornata (soprattutto con i più grandicelli), credo sia la cosa più gratificante del mondo. Vedere poi il loro rapporto che cresce e si solidifica, l’affetto e la complicità che hanno tra di loro (nonostante possano litigare e mandarsi tranquillamente a quel paese) è meraviglioso. Quando capita di andare da qualche parte e manca qualche fratello/sorella, gli scoccia che la gente pensi che sono solo in due, o tre, o quattro perché sono felici ed orgogliosi di essere tanti. Forse gli piace anche sentirsi parte di una famiglia un po’ diversa dalla “norma”. A parte le difficoltà pratiche è difficile a volte fargli capire i diversi approcci che abbiamo con loro, a seconda del carattere. Mi spiego: i figli sono diversi, hanno diversi caratteri e diverse sensibilità; per cui anche l’approccio con loro credo debba essere diverso. Ma a volte fanno fatica a capire perché con uno hai detto o fatto una cosa, con l’altro ne hai detta o fatta una diversa e magari questo davanti ad episodi apparentemente simili se non uguali. Ecco, forse è difficile gestire le “insoddisfazioni” che derivano da apparenti favoritismi che a volte credono di vedere nei confronti di uno di loro a scapito di un altro. E poi, la grande difficoltà è comprendere ed accettare che mano a mano che un figlio cresce, si crea sempre più un suo spazio anche fuori dalla famiglia, e in quello spazio il posto per te è veramente piccolo. Sai che è giusto così, ma fai fatica ad accettarlo veramente con serenità ed in libertà.
Problemi pratici.
I problemi pratici si dividono in due categorie: quelli dovuti alle dimensioni della famiglia (e li accetti serenamente perché hai fatto una scelta) e quelli che derivano dalla società (e li accetti meno serenamente perché li reputi ingiusti). Nella prima categoria rientrano varie situazioni che essenzialmente portano ad un problema unico: far conciliare le esigenze e gli impegni di tutti nel miglior modo possibile, accettando il proprio ruolo di “tassista” a tempo quasi pieno. Per esempio accompagnare 5 figli in cinque scuole diverse, a 5 sport diversi, alle visite mediche, alle feste degli amichetti, alla pizzata con gli amici, alle gare sportive del sabato o della domenica ovviamente quasi sempre in posti lontani tra loro; farli mangiare (a pranzo) in orari diversi perché a scuola non fanno tutti lo stesso orario, tenere sotto controllo la situazione scolastica andando periodicamente a parlare con una trentina di insegnanti (in tutto..) che in genere ricevono tutti alla stessa ora…..E per tutto questo, bisogna darne atto a Patrizia, considerando che Valerio trascorre fuori casa in media tre giorni a settimana; e quindi è la mamma che da sola si sciroppa quasi tutto questo tran tran. Ma ce lo siamo scelto. Diversa è la situazione rispetto alla seconda categoria di problemi! Qui si potrebbe scrivere un romanzo, ma cominceremo con il dire che l’ultima cosa buona fatta in Italia per le famiglie numerose è l’articolo 31 della Costituzione che dice una cosa vera, bella, sacrosanta ma che non è mai stata messa in atto da nessun governo.
Sentite di avere un sostegno da parte dello Stato.
Un sostegno da parte dello Stato non c’è, ma purtroppo non c’è mai stato. Non è un problema di oggi. E’ un problema di sempre. D’altronde finché in Italia la famiglia verrà vista come un emergenza da risolvere e non come una risorsa da sostenere con investimenti non andremo mai da nessuna parte. Non parlo dei paesi nordeuropei ma della vicina Francia in cui dopo i tre figli praticamente non si pagano più le tasse… L’ultimo provvedimento, tra l’altro regionale, fatto specificamente per le famiglie numerose era un contributo per le spese delle utenze. Varato dalla giunta Marrazzo è stato riconfermato dalla giunta Polverini ma è caduto sotto la scure degli ultimi tagli.
Concludendo…
Concludendo avere cinque figli è un’esperienza bellissima, oltre che impegnativa. Ce la si può fare a patto di sapere che devi organizzarti da solo, con la tua famiglia e i tuoi amici. Perché nel nostro paese non esiste l’idea che la famiglia possa essere una risorsa, che la maternità abbia un valore sociale e collettivo. Forse perché non speriamo più nel futuro non siamo capaci di credere nei bambini che sono il futuro.
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