Martedi, 23/06/2015 - I 50 anni (+1) della MOSTRA INTERNAZIONALE
del NUOVO CINEMA di PESARO
con uno sguardo di…riguardo al FEMMINILE
di Maria Cristina NASCOSI SANDRI
La Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro compie 50 anni e riparte, ‘dopo’ Giovanni Spagnoletti, con la direzione artistica di Pedro Armocida – da anni collaboratore della manifestazione - cercando di apportare un cambiamento alla storica definizione di “Nuovo Cinema”, volgendo uno sguardo innovativo al linguaggio cinematografico contemporaneo.
Per farlo, la Mostra, che si svolgerà fino al 27 giugno, ha moltiplicato i suoi spazi, aggiungendo a quelli usuali una nuova sala nel Teatro Sperimentale dedicata a Pier Paolo Pasolini, a 40 anni dalla scomparsa e sfruttando il Centro Arti Visive Pescheria come luogo di incontri culturali e mostre.
Il nuovo approccio di questa edizione 50+1 è ben rappresentato dall’Evento Speciale, come sempre dedicato al cinema italiano, quest’anno intitolato Esordi italiani. Gli anni Dieci al cinema che riunisce le venti opere prime italiane più interessanti prodotte dal 2010 a oggi, tra commedie, ibridazioni documentaristiche della fiction e opere di attori passati dietro la m.d.p. A completare questo articolato programma si aggiungono una preziosa pubblicazione e una tavola rotonda per fare il punto sulle ultime tendenze del cinema italiano. Mantiene inalterata la sua formula il Concorso Pesaro Nuovo Cinema che mette in competizione sei film di giovani autori emergenti provenienti da tutte le parti del globo. Forte quest’anno è la presenza di storie incentrate sull’universo femminile come l’argentino La mujer de los perros di Laura Citarella e Verónica Llinás, il cileno La madre del cordero di Enrique Farías e Rosario Espinosa, l’iraniano A Minor Leap Down di Hamed Rajabi e Petting Zoo di Micah Magee dagli Stati Uniti.
Sigla cinematografica introduttiva di Chiara MALTA
Dopo alcuni anni di gloria di Simone Massi, ottimo artista pesarese che ha trovato fortuna alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, realizzando anche là la sigla del Festival, da quest’anno il ‘testimone’ per tale importante compito e, si spera, trampolino di lancio ulteriore per i giovani, è passato a Chiara Malta, una delle cineaste più promettenti dell’ultima generazione:
“Ho pensato questa sigla come una finestra aperta sui nostri immaginari, dove il cinema è un culto, uno specchio, un mistero. E’ l’infanzia, la favola e l’incantesimo. E’ un ciclope con tre occhi ( passato, presente, futuro) in una foresta magica. E’ un gioco”.
Con: Elina Löwensohn, Gabriel Leroy, Olivia Laudenbach; Immagini 16mm: Pascal Granel; Montaggio: Santi Minasi; Animazioni titoli: Sébastien Laudenbach; Musica chitarra elettrica: Olivier Mellano
SGUARDI FEMMINILI RUSSI
L’ormai consolidata collaborazione con le istituzioni cinematografiche russe, curata da Olga Strada, ripropone la sezione “Sguardi femminili” che, quest’anno, è all’insegna degli esordi. Un modo per avvicinare e comprendere i fermenti culturali che animano le generazioni più giovani di un mondo sempre in continua evoluzione.
Ecco Olja la protagonista di Name me di Nigina Sayfullaeva che si reca con l’amica Saša in Crimea per conoscere Sergej, suo padre. L’uomo ha vissuto tutta la sua vita in un piccolo villaggio sul mare e non ha mai visto la sua unica figlia. A un passo dall’incontro col padre, Olja si spaventa e chiede a Saša di invertire le parti, ma lo scherzo si rivelerà per tutti fatale.
Mentre Sof’ja Černyševa in Fine di un’epoca racconta proprio quella dell’Unione Sovietica del 1952 con le repressioni e la propaganda antisemita che destabilizzano la vita della giovane dottoressa Ira Zal’cman. A sopravvivere e a conservare la dignità umana l’aiutano di sicuro non coloro dai quali si sarebbe aspettata una mano...
Più legata all’attualità Tamara Dondurey che in 21 Days racconta i ventuno giorni che sono il limite massimo previsto perché i malati terminali possano restare in una casa di riposo. Gli spettatori sono accompagnati in un viaggio attraverso spazi fisici e mentali, tra corsie, giardini e ricordi. Si susseguono le storie dei due protagonisti, la cui regolare conversazione sulla morte diviene parte della vita.
Infine si vola sulle ali della fantasia con Il bambino volante di Evgenija Žirkova, storia di un ragazzino straordinario che quando strilla, canta o ride inizia a volare, ma poi finisce nei guai...
Ad impreziosire la sezione sarà poi il film Goodbye Mom dell’acclamata Svetlana Proskurina già presente a Pesaro nel 2011 con Islands. Aleksandr Sokurov (Ostrov, 2003), un documentario sulla lavorazione di Arca russa di cui Proskurina è stata co-sceneggiatrice e Truce (Peremirie, 2010).
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