Tabù - “Sapere è una cosa, ma quello che si prova è tutta un’altra faccenda”. M. Grad
Emanuela Irace Lunedi, 22/06/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2009
Ho visto un ragazzo piangere per amore, composto, nel disordine di un treno pendolare. Accanto un’amica gli reggeva la mano. Di fronte osservavo la scena. Quanta energia tra quei singhiozzi e quanta vita. La misura dell’età, cinica, è tutta nella capacità di incasellare il dolore sentimentale altrui come qualcosa che appartiene al passato. Verso il quale ciascuno ha già combattuto la propria guerra. Le stellette collezionate sulla giubba dell’età proteggono dai ricordi, restringendo il cuore fino a farne una pallina da tennis. L’empatia è tutta intellettuale e i problemi “veri” si affrontano con la ragione. La stessa che allontana sentimenti amorosi derubricati tra le battaglie perse, i ricordi di gioventù, o i lussi che non ci si può più permettere. Meglio la valigia di Louis Vuitton che orrendamente ho visto esposta come un’opera d’arte il cui prezzo e desiderio di possesso riuscivano a far sorridere di ammirazione un collezionista attratto esclusivamente dagli oggetti. “Lui è una testa di c…” gridava il mio dirimpettaio di treno-pendolare alla sua amica che gli reggeva la mano, scusandosi con me per l’emozione che mi stava dando. Mentendo spudoratamente gli rispondo che: “Tutti gli uomini sono teste di c…”. Il pensiero che un uomo giovane stia soffrendo per un uomo più anziano, che lo tratta come giocattolo o strumento forte, perché ha tutta la vita davanti e riuscirà in qualche modo a cavarsela mi fa pensare all’unica forza della vecchiaia nei confronti della vita: la distruzione emozionale di chi si pensa possa sopravviverci, figli, amanti o estranei non ha importanza. Sono tutti nemici da distruggere inconsapevolmente o con affetto, ipocrisia o senso di responsabilità
Lascia un Commento