La fascinazione dei miti greci, l’aspirazione all’armonia e alla bellezza dell’arte classica, rivivono nelle opere di un’artista dedita alla scultura, alla pittura e anche allo studio degli antichi metodi della lavorazione del bronzo
Quanto è importante per una artista il sostegno della famiglia?
Il sostegno nell’ambito del lavoro artistico per le donne è fondamentale, quanto in ogni altro settore. L’arte richiede tempo, dedizione, e una buona dose di supporto emotivo e pratico. La creazione artistica può essere influenzata da molteplici fattori, e soltanto un ambiente che offre sostegno favorisce la crescita e lo sviluppo creativo dell’individuo.
Per secoli arti come la scultura sono state ritenute prerogativa maschile, certe scelte erano addirittura motivo di scandalo (esempio il caso di Camille Claudel, osteggiata al punto da essere rinchiusa in manicomio, mentre oggi alcuni critici la esaltano al pari di Rodin)…
È vero che soprattutto la scultura è stata ritenuta un’arte per uomini, adesso per fortuna non è più così. Mi ha sempre affascinato il contatto con la materia da plasmare. La passione per la scultura l’ho scoperta quando a 18 anni sono andata a lavorare in una fonderia dove mi sono avvicinata alle varie tecniche carpendo i segreti della cesellazione e della fusione. Sono un’artista che non vive solo all’interno di uno studio, ma a cui piace sporcarsi le mani, sentire il peso della fatica quando lavoro con il bronzo. La tecnica utilizzata è la fusione a cera persa. Le fonderie che utilizzano questo metodo sono artigianali. Per fortuna il progresso tecnico non è stato invadente e ancora si usano metodi antichi, tramandati da secoli.
Oggi è cambiato l’atteggiamento di diffidenza verso l’universo artistico femminile fomentato nei secoli dalla cultura patriarcale?
Nel corso dei secoli la figura dell’artista donna ha subito una trasformazione significativa, in passato spesso le donne artiste erano sottostimate e la loro opera non veniva riconosciuta alla stessa stregua di quella degli uomini. Tuttavia con il tempo c’è stata una graduale rivalutazione del contributo delle donne nell’arte. Oggi molte artiste godono di riconoscimento e successo, contribuendo a ridefinire il ruolo delle donne nel mondo dell’arte. Nonostante ciò sfide e disparità persistono, ma c’è una crescente consapevolezza e impegno per promuovere l’uguaglianza di genere in campo artistico.
Le artiste, in ogni campo (musica, letteratura, pittura) sono spesso poco citate o addirittura ignorate da antologie e testi ufficiali, nella didattica e in generale, cosa si potrebbe fare per farle conoscere, ai giovani ma non solo, e scongiurarne la “damnatio memoriae”?
In quanto artista donna mi sento di sottolineare che l’uguaglianza sia fondamentale, perché porta ad aumentare la visibilità dell’artista e la consapevolezza delle proprie capacità espressive. Ho molto piacere di vedere sempre più esposizioni e mostre di scultrici e pittrici, sia contemporanee sia di epoche passate che vengono finalmente rivalutate, come è successo appunto a Camille Claudel.
Nelle sue creazioni riecheggiano riferimenti mitologici, soprattutto femminili…
Sono affascinata dai miti femminili, che sento molto vicini a me. Le figure mitologiche come Artemide, Atena, Afrodite, anche tragiche come Antigone e Medea forniscono un ricco terreno per esplorare temi come la forza, la bellezza, la saggezza, la tragedia. La loro presenza in tutti gli aspetti artistici: nelle sculture ma anche nelle opere letterarie, nella musica, contribuisce a cogliere la complessità e la diversità dell’esperienza femminile nella storia e nella mitologia. Il mito per me è una grande fonte di ispirazione.
Tra le pittrici, e i pittori o scultori, ha qualche preferenza?
Essendo scultrice anche nella pittura mi piace la matericità, la forza di artisti come Tapies e Valdes. Per quanto riguarda la scultura prediligo la classicità greca, dove trovo l’eleganza, l’equilibrio, la ricerca di un’armonia estetica unita all’ideale fisico. Per ideale fisico intendo la bellezza che l’arte dovrebbe portare nel mondo attraverso l’armonia, perché solo tramite questa si possono creare le basi per una vita migliore in tutti i campi.
Alcune pittrici sono state oscurate dai rispettivi compagni, artisti anche loro, e strumentalizzate come “muse”, come Elizabeth Siddal e Dante Gabriel Rossetti, Susanne Valadon e Renoir, Leonor Carrington e Max Ernst. Esiste ancora questo “rischio” oggi?
Il rischio di essere strumentalizzate o sopraffatte dai compagni è qualcosa che molte artiste hanno dovuto affrontare in passato, e che a volte si verifica ancora oggi. Per questo è importante continuare a battersi per l’uguaglianza di genere e la consapevolezza dei rapporti e delle dinamiche di potere soprattutto nelle relazioni. Una società più giusta ed equilibrata non può prescindere da questo. Mi ritengo fortunata per quello che mi riguarda, i miei genitori in primis, poi mio marito e i miei figli mi hanno sempre sostenuta.
All’estero è più semplice seguire una carriera artistica come la sua, piuttosto che in Italia?
In Italia, come in tutte le nazioni, quello che fa la differenza è il contesto culturale in cui si vive, e dove si riesce a sviluppare opportunità e creare la propria rete professionale. Avere visibilità e successo in una carriera artistica dipende da una combinazione di: talento, impegno, opportunità e capacità di relazionarsi nel contesto specifico in cui si opera, indipendentemente dal paese.
Progetti futuri?
Mi piacerebbe condividere la mia arte e la mia concezione di armonia e bellezza attraverso mostre ed eventi di qualità. In ambito artistico, ma non solo in questo momento storico, ci si sente più isolati; l’uso crescente della tecnologia poi ci ha allontanato sempre di più. Vorrei che si tornasse a fare rete, anche in presenza, e condividere pensieri ed esperienze, e soprattutto emozioni, fra artisti e pubblico.
A cura di Alma Daddario
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