Domenica, 30/09/2012 - Hanno distrutto tutto davanti agli occhi dei bambini
Macerie e lacrime dei bambini
al campo nomadi di Tor de’ Cenci
Prima la Polverini con la grottesca sprecopoli regionale targata “Er Batman” e consegnata allo squallore delle cronache dall’indimenticabile immagine della festa dei maiali targata onorevole De Romanis. Poi Alemanno, il sindaco della Città eterna che la mattina del 28 settembre ha mandato una spedizione di vigili urbani a far brutalmente piazza pulita del campo nomadi di Tor de’ Cenci. L’ultima settimana di settembre ha visto il volto senza maschera e la debacle di una destra che fa male al Paese.
In merito allo sgombero del campo nomadi della Pontina, la Caritas e la Comunità di Sant’Egidio hanno congiuntamente denunciato “il modo violento e incivile con cui è stato urlato agli abitanti del campo nomadi di andare via e la fretta con cui si è dato seguito allo sgombero senza programmare pronte alternative dignitose”. “Ciò che colpisce,” è scritto in un comunicato-testimonianza di entrambe le organizzazioni cattoliche, “è il trattamento riservato ai minori, di fronte ai quali è stato inscenato uno spettacolo non degno di un'amministrazione di un Paese civile, capitale di uno stato fondatore dell'UE e patria del diritto. Ciò a cui hanno assistito in prima persona il Direttore della Caritas di Roma, monsignor Enrico Feroci, e i volontari della Comunità di Sant’Egidio presenti al campo è qualcosa che non appartiene alla nostra cultura e al rispetto dei diritti umani e del fanciullo, che vorremmo non appartenesse alla nostra amata città di Roma. Abbiamo un’amara certezza: se ci fossero stati altri bambini in quel campo invece dei bambini Rom le modalità, le attenzioni, il linguaggio, sarebbero stati altri.”
Le ruspe hanno distrutto impietosamente uno dopo l’altro i circa 50 container collocati lì dalle precedenti amministrazioni e pagati con soldi pubblici. Hanno distrutto tutto davanti agli occhi dei bambini che in quelle “case” avevano dormito fino ad un ora prima, esterrefatti, arrabbiati, atterriti, piangenti. Si erano preparati per andare a scuola. Il pulmino li attendeva poco distante. E’ stata invece una giornata molto diversa dalle aspettative. Giornata da dimenticare che al contrario resterà indelebile nei loro cuori, negli incubi e nella percezione fortemente negativa delle istituzioni e dei cittadini italiani e in particolare romani.
“Il pianto di quei bambini,” segnalano Caritas e Sant’Egidio, “ è un macigno sulla coscienza di chi ha voluto e realizzato lo sgombero in questo modo indegno di una città considerata per secoli communis patria”.
Anche Amnesty critica lo sgombero avvenuto “in violazione degli standard internazionali sugli sgomberi”. Su twitter Amnesty Italia ha scritto: “Per i rom di Tor de Cenci l'alternativa è un campo mono-etnico, isolato, recintato e sorvegliato. Questa è segregazione etnica".
I Rom sono stati trasferiti in un centro di accoglienza allestito in modo provvisorio e successivamente verranno accompagnati nel campo di Castel Romano, sulla via Pontina, che già registra più di 900 residenti precari.
La notizia ha fatto il giro del mondo e come al solito la Capitale, come avviene da tempo, ne è uscita “nera”.
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