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Grazie Renata

Grazie Renata

Renata Bergonzoni - In ricordo della 'prima avvocata di Modena dalla parte delle donne', scomparsa il 21 dicembre, pubblichiamo i testi di Rosanna Galli (Udi Modena), Vanna Tori (Associazione Donne e Giustizia), Giorgio Pighi (Sindaco di Modena)

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2007

Cara Renata,
nell’UDI e nelle associazioni delle donne abbiamo imparato il partire da sè. Da oltre 50 anni non ci siamo mai perse di vista.
Ti ricordo nel 1957 nello stesso scompartimento del treno per Mosca al Festival Mondiale della Gioventù. Un grande avvenimento per la pace e l’amicizia tra i popoli dentro ad un mondo contrapposto che andava in tutt’altra direzione.
Ti ho sempre sentita sicura nei tuoi interventi, così profondi, mai scontati e banali. Ti ho sempre considerata una delle donne più colte di Modena. Laica e rispettosa delle varie culture e religioni come per le differenze nel mondo delle donne. La tua cultura era complessiva e l’hai sempre messa a disposizione di tutti e in particolare delle donne.
A partire dalla metà degli anni settanta - oltre alle azioni per il lavoro, per i nidi, le scuole per l’infanzia, i consultori - nel vivo delle lotte delle donne per il diritto di famiglia, per il divorzio, per una maternità e sessualità libere e consapevoli con al centro l’autodeterminazione della donna, nell’UDI sei stata un punto di riferimento importante e soprattutto hai contribuito a costruire un ponte tra le donne e il mondo della giustizia e del diritto e insieme si è inciso sulle forze politiche conquistando leggi importanti.
Così come agli inizi degli anni ottanta hai messo un grande impegno attorno alla proposta di legge d’iniziativa popolare contro la violenza alle donne – impegno che è continuato fino ad oggi e proprio tu eri nel tavolo istituzionale presso la Prefettura.
Un coinvolgimento straordinario lo costruiamo nel 1982 con l’XI Congresso dell’UDI che destruttura l’associazione e punta con tutte le donne a scoprire ideali, progetti di vita, promuovendo la pienezza della cittadinanza e la partecipazione allo sviluppo della democrazia incompiuta. Impegno attuale per il 50E50 ovunque si decide.
Sei attiva e motivata nel dar vita al Gruppo Donna e Giustizia, al Gruppo archivio e successivamente al Gruppo Differenza Maternità.
Gruppi di interesse che danno vita ad una iniziativa ricca, continua, che produce pensiero a partire da una relazione tra donne che coniuga problemi, esigenze, desideri a competenze e passione politica. E’ una pratica politica che arricchisce i saperi delle donne.
E’ da questa esperienza nell’UDI che si creano le basi per coinvolgere altre donne e, a partire dalla metà degli anni novanta, anche tu sei socia fondatrice delle associazioni che oggi sono qui a salutarti: Associazione Donna e Giustizia – Centro Documentazione Donna – Differenza Maternità insieme a Donne nel Mondo. Sei stata la prima avvocata dalla parte delle donne. La maestra di tante. Hai dato molto con generosità.
Ti sei sempre impegnata nella tua città e nella tua provincia ma anche a livello nazionale, nell’UDI, nella Cooperativa Libera Stampa editrice di Noi Donne e nell’Associazione degli Archivi dell’UDI.
Ti vogliamo bene. Grazie Renata. Abbracciamo commosse Giuseppe, Luca, Silvia e i tuoi cari nipotini
Ciao Rosanna Galli – UDI Modena Modena 22/12/2007

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A RENATA

Per chi non mi conosce sono Vanna Tori coordinatrice dell’Associazione Donne e Giustizia di cui Renata era Presidente da 10 anni.
E’ con grande dolore che oggi assolvo al compito affidatomi dalle componenti dell’Associazione. Con grande dolore perché è venuta a mancare non solo la nostra Presidente, ma soprattutto l’amica di una vita.
Sono molto commossa e, forse, altre persone sarebbero state più indicate per ricordarla e onorarla poiché temo di lasciarmi prendere dall’emozione e di non riuscire ad esprimere tutto quello che sento. Per questo motivo ho scritto alcune note.
Ho accettato perché a Renata voglio e vorrò sempre molto bene e glielo voglio dire. A modo mio, ricordandola non solo sotto l’aspetto ufficiale, ma sotto l’aspetto umano. Lei di umanità ne aveva tanta e l’ha profusa per aiutare le donne, da sempre.

L’ho conosciuta all’UDI tanti anni fa, già impegnata nelle lotte per
l’emancipazione femminile e la tutela dei diritti delle donne. Da allora è sempre stata per me un punto di riferimento, un esempio e un’amica.
Negli ultimi dieci anni ho avuto modo di apprezzarla ulteriormente lavorando con lei nell’Associazione.

Combattiva e determinata è riuscita a dare impulso alle attività di Donne e Giustizia tenendo sempre presente come finalità delle sue azioni e decisioni il riscatto della condizione femminile.

Ha sostenuto a questo scopo, oltre i servizi di aiuto e consulenza, iniziative informativo-formative in particolare tra i giovani e nelle scuole, convinta, che per modificare l’attuale assetto culturale e contrastare l’escalation di violenze contro le donne, occorrano azioni di prevenzione soprattutto rivolte alle giovani generazioni.
Per lasciare traccia del grande lavoro svolto dall’Associazione ha voluto documentarne l’attività e evidenziare il disagio femminile nel volume “Vent’anni di Consulenza legale 1982-2002 -Dati e riflessioni, pubblicato nel 2004.
Con la sua opera l’Associazione ha ottenuto prestigio nella comunità e la fiducia delle tante donne che l’hanno frequentata, quasi 5000 in 25 anni quasi 500 all’anno negli ultimi tempi.
Ha ottenuto anche riconoscimenti da parte di Enti e Istituzioni a mio avviso però non commisurati all’importanza del servizio reso alle donne e alla società non solo modenese.
Voglio concludere con un messaggio che non è del tutto mio ma che credo rappresenti il pensiero di tutte le donne che l’hanno conosciuta, forse non glielo abbiamo mai detto:

Grazie Renata, grazie per il tuo impegno, la tua umanità, il tuo senso di giustizia che hanno contribuito a ridare dignità e voce a noi tutte.

Vanna Tori

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COMMEMORAZIONE DEL SINDACO DI MODENA – GIORGIO PIGHI - PER RENATA BERGONZONI
MODENA 22 DICEMBRE 2007


Siamo qui per rendere omaggio a una donna dalle grandi qualità, a cui Modena deve riconoscenza per il lungo e intenso impegno politico, civile e sociale: Renata Bergonzoni, alla quale - stretti con affetto al dolore dei famigliari - rivolgiamo quest’ultimo triste e affettuoso saluto.
Renata ha vissuto da protagonista la storia di Modena degli ultimi decenni.

Il dato permanente del suo impegno fa perno sul senso profondo, a lungo utopico, del cambiamento del mondo in senso socialista fondato su giustizia e libertà, sulla liberazione dei popoli oppressi ma senza imposizioni esterne, sui rapporti umani e civili e nella promozione dei diritti di uguaglianza fra diversi, innanzitutto fra uomini e donne e sulla portata d’innovazione radicale dell’apporto autonomo dei movimenti femminili. Poi l’impegno per gli istituti della democrazia, nelle associazioni di partecipazione, ricordo la presidenza dell'ARCI provinciale, e sull’assunzione della responsabilità individuale, che faceva tutt’uno sul piano professionale e collettivo con l’azione per renderli possibili, praticando a viso aperto la coerenza fra enunciazioni e comportamenti.

Di qui la posizione di aperto dissenso, all’interno del PCI nel 1956 sui fatti d’Ungheria, la discussione all’interno del circolo Formiggini sul socialismo che non si impone e la democrazia che non si esporta, poi la trasformazione del Pci, la presa di distanza e poi l’impegno nei DS dopo la sconfitta del 2001 e la convinzione, da ultimo, dell’esigenza strategica e vitale di una forza autonoma di sinistra, in chiave critica in rapporto alla nascita del partito democratico. L’impegno si affianca all’attiva partecipazione ai comitati Dossetti per la Costituzione, contro un’offensiva alla nostra democrazia repubblicana che la vede, laica, collaborare con esponenti del mondo cattolico.

Si rende con forza interprete, in modo esemplare, delle sensibilità, delle competenze, della tensione ideale che hanno fatto crescere a Modena una profonda cultura di “uguaglianza” tra i generi e di piena affermazione dei diritti delle donne. A questa causa Renata ha dedicato con passione, tenacia e competenza le proprie energie, dapprima nell'UDI, poi nell'Associazione Donne e Giustizia, mettendo le proprie competenze professionali al servizio delle donne che hanno subito violenza, dei progetti di prevenzione e tutela e di sviluppo nella società di percorsi di sensibilizzazione e di crescita umana e sociale, verso la piena affermazione della pari dignità e delle pari opportunità.

L’impegno professionale di Renata ha assunto un ulteriore importante significato. Appartiene al primo gruppo di donne, allora assai meno folto di oggi, che si è imposto nella professione forense, un tempo segnata da una presenza esclusivamente maschile.
Un conto è essere iscritti in un albo, tutt’altro è praticare la professione. Ha dunque vissuto non solo l’esperienza di sperimentare, su di un terreno con tempi ed orari molto maschili, la conciliazione delle diverse esigenze di vita, ma anche quella di coniugare tale vissuto con la coerenza dell’impegno politico e di pubblico amministratore, a lungo cosigliere comunale e assessore comunale alle finanze, consapevole sia che l’essere professionista prestata alla politica era un valore aggiunto, sia che in tale posizione, pur generalmente apprezzata a parole, non è sempre agevole vivere in contesti in cui se ne tenga effettivamente conto.

In questo senso è diventata punto di riferimento per tante donne che, nelle generazioni successive hanno imboccato con passione le stessa strada del conciliare i propri impegni con la disponibilità ad affrontare i problemi di tutti, in una concezione alta della politica.

Renata, nell’autorevolezza che le derivava da un simile stile di vita, è stata soprattutto una persona di grande umanità e di forte passione, che l’ha portata a proporsi sempre con sincerità e spontaneità nei rapporti privati come in quelli pubblici, nella sua vita di donna impegnata in politica, nelle istituzioni, nel mondo associativo. Dall’interno di questo universo conserviamo ricordi intensi della sua appassionata militanza e del suo impegno, sempre interpretato con generosità, con sensibilità umana e sociale, con profonda adesione a valori di giustizia, di tutela e promozione dei diritti, a partire da quelli delle donne, e poi il diritto di famiglia, lo statuto dei lavoratori, i diritti sindacali, quelli del mondo agricolo.

Renata ci ha insegnato che le donne sono protagoniste di riflessioni, idealità, elaborazioni progettuali di alto profilo, per la loro capacità di valorizzare le peculiarità personali, il vissuto, le competenze frutto di esperienze e saperi diversi, in primo luogo quelle “di genere”, proponendo percorsi di crescita, con la loro capacità di “partire da sé”, dalla sfera personale, per “farsi carico” di progetti ed azioni di complessivo miglioramento della qualità della vita e delle relazioni.
E’ un modo per valorizzare davvero le risorse umane, le competenze, le capacità che mette al centro dei processi di crescita della società un autonomo percorso di ricomposizione del quadro dei rapporti fra donne ed uomini che in tal modo si tutela costantemente dal rischio dell’autoreferenzialità, in quanto si misura con l’innovazione, con le dinamiche sociali, con i processi di trasformazione economica, col trasformarsi delle relazioni interpersonali.

La ricchezza dell’approccio femminile ai problemi, che molti di noi hanno appreso dai “punti fermi” che Renata sapeva mettere nella riflessione politica, porta ad affermare che la soluzione parte spesso dalla presa di coscienza soggettiva, dalla propria capacità di cambiare, di mettersi in discussione, di trovare strade nuove. E’ il concetto dello “star bene con sé stessi per stare bene con gli altri”, nel privato e nel sociale.

A queste idealità Renata ha dedicato energie e competenze migliori, personali e professionali. Per questo le siamo riconoscenti, e siamo qui per darne testimonianza. Ne onoriamo la memoria, consapevoli che il suo esempio resterà nel ricordo e nell’affetto, non solo dei suoi cari, ma dei tanti che l’hanno conosciuta e apprezzata e dell’intera nostra comunità.

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Renata e ‘Noidonne’

Quante hanno vissuto più direttamente le numerose tappe della lunga, spesso travagliata, ma sempre straordinaria storia di Noi Donne, non può non ricordare con affetto e grande stima quanto Renata Bergonzoni ha fatto per la vita di questa impresa di donne. Renata è stata sempre presente e attiva nei momenti di discussione politica su quelle che dovevano essere le nuove scelte e le necessarie evoluzioni di un giornale storico anche rispetto al legame con la “grande madre”, l’UDI, che lo aveva creato e fatto tanto crescere. Nella fase così complessa di discussione tra legame politico con la sua storia e autonomia imprenditoriale e editoriale di Noi Donne, Renata non ha dato solo un suo apporto politico, sempre intelligente anche perché nutrito di una forte cultura della responsabilità ma anche e soprattutto un prezioso aiuto concreto assumendosi ruoli diretti nella società editrice di Noi Donne, concorrendo a costruire passaggi importanti di traghettamento da una fase ad un’altra della vita del giornale. Renata Bergonzoni è stata a lungo e in momenti delicati, Presidente della società Editrice Noi Donne,la società proprietaria della testata,società che ha svolto, in diversi modi e fasi, una funzione importante di garanzia e tutela di salvaguardia di un patrimonio culturale e politico delle donne. Renata Bergonzoni, con la sua nota pignoleria e precisione, ha svolto un ruolo importantissimo per creare e gestire un percorso e un approdo, valido sul piano politico e chiaro sul piano formale, che potesse andare oltre il vecchio assetto dove proprietà e gestione si mescolavano e sovrapponevano nei compiti e nelle responsabilità.
Uno dei punti di forza della esperienza di Noi Donne è stato proprio quella di avere avuto la forza e il coraggio nel momento giusto di fare certe scelte. L’abbiamo potuta fare partecipando in tante anche perché abbiamo potuto contare sulla competenza oltrechè sulla generosità di donne come Renata.

Costanza Fanelli, Isa Ferraguti, Tiziana Bartolini


(27 dicembre 2007)

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