Venerdi, 26/05/2017 - Si può vivere a Roma ed avere un medico di famiglia stravagante, per non dire al limite dell'illegalità?
Lo studio del mio medico di famiglia abbonda di oggettini africani che vengono venduti per raccogliere fondi per l'Africa, che è un fine meritevole certo, ma ha un difetto grosso come una casa: è illegale trasformare lo studio in un mercatino.
Parlando con lui riguardo alla necessità di praticare la contraccezione consapevole mi sono sentita rispondere che i figli bisogna accettarli così come vengono,senza alcun controllo.
Cioè a Roma nel 2017 c 'è un rappresentante del Servizio Sanitario Nazionale che diffonde queste teorie sulla non-contraccezione . Questa è barbarie! Non la posso accettare. Vorrei si formasse una lista nera di questi medici che vanno contro l'interesse delle donne (e degli uomini) e che fosse disponibile per gli utenti, che così possono orizzontarsi quando scelgono un medico.
Vorrei essere coraggiosa e dire il nome di questo medico,ma ho paura di essere cacciata dallo studio, se per caso lo venisse a sapere; a me serve un medico vicino casa,, non voglio essere costretta a prendere un mezzo per andare dal medico, perchè sono anziana . Ci dovrebbe essere la possibilità di denunciare queste cose al Servizio Sanitario mantenendo l'anonimato.
Una volta mi ha detto che è riuscito ad inviare in Africa un apparecchio per le ecografie vecchio che, dice, non serviva più qui: ma siamo sicuri che non serviva più? Se funzionava, perchè sottrarlo ai nostri ospedali , soprattutto in un periodo di crisi come questo? Lo so che in Africa non hanno nulla, ma anche noi non ridiamo. Il quartiere di cui parlo sta dalle parti della Casilina.
Qui c'è un ambulatorio privato, con delle convenzioni poco abbordabili per la popolazione, che è medio-bassa economicamente. In compenso abbondano i supermercati.
Vicino c'è Centocelle, che è più fornita di ambulatori e ospedali, anche se comunque sono per lo più privati. Vorrei che il servizio sanitario di questi quartieri fosse di qualità. Ma non è cosi. Si paga un prezzo a vivere in periferia ed è quello che non ci si può curare senza pagare parcelle salate.
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