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Goliarda Sapienza, dentro e ‘Fuori’ l’università/carcere di Rebibbia

Goliarda Sapienza, dentro e ‘Fuori’ l’università/carcere di Rebibbia

Il film di Mario Martone, presentato al 78° Festival di Cannes, racconta l’esperienza della scrittrice in carcere, la liberazione e il suo incontro amicale con le donne detenute

Mercoledi, 11/06/2025 - Goliarda Sapienza torna ad essere raccontata sul grande schermo nel film ‘Fuori’, unica opera italiana presentata in concorso al Festival di Cannes 2025, diretta dal regista napoletano Mario Martone e già uscita nelle sale italiane distribuita da 01 Distribution.
Dopo il successo ottenuto da ‘L’Arte della Gioia’, film in due parti e poi serie TV, per la regia di Valeria Golino - ispirati al romanzo più noto della grande scrittrice e presentati a Cannes nel 2024 - questa volta il focus del racconto si concentra su uno specifico segmento della vita di Goliarda, quello del suo incontro col carcere romano di Rebibbia femminile e con le donne detenute, fino alla sua liberazione (il ‘fuori’ del titolo), dopo una breve detenzione.
Una vita ed una personalità certamente non convenzionali, quelle di Goliarda Sapienza, che il regista Mario Martone – tornato a Cannes a tre anni dalla presentazione di ‘Nostalgia’, nel 2022 – ha saputo raccontare, nel film ‘Fuori’ con grande attenzione, delicatezza e profondità al tempo stesso, prendendo spunto ed ispirazione dai due volumetti ‘L’Università di Rebibbia’ e ‘Le certezze del dubbio’, in cui Goliarda, raccontando la sua esperienza di neo-detenuta fra altre donne detenute, riflette sul carcere e sulla sua collocazione sociale.

La scrittrice, infatti, arrestata per il reato di furto e ricettazione di gioielli rubati (una sorta di gesto trasgressivo e provocatorio contro signore altolocate della società bene romana, da lei frequentate in un periodo della sua vita), viene portata a Rebibbia femminile. Dopo le prime difficoltà di adattamento, Goliarda si abitua ad affrontare la vita quotidiana del carcere, facendosi apprezzare dalle detenute per il suo buon carattere, sempre attento e interessato agli altri e sostanzialmente mite, di quando in quando tirando fuori anche la grinta necessaria a sopravvivere.
Nel suo viaggio attraverso il ‘pianeta carcere’ la scrittrice farà anche numerose amicizie, manifestando la sua prossimità e sorellanza verso la trasparenza di molte detenute ed evidenziando l’osmosi fra il dentro e il fuori le mura. “Una volta forse la prigione era qualcosa di assolutamente differente dal ‘fuori’ – scrive Goliarda - Adesso è chiaro che qui non c’è che il concentrato di quello che è fuori”.
Della stessa idea anche Mario Martone che, presentando ‘Fuori’, ha infatti dichiarato: “Ho girato parte del film a Rebibbia femminile: il carcere è una parte della società, non è fuori della società, ci sono persone che stanno in carcere per un periodo, ma poi escono e hanno diritto alla stessa dignità e rispetto di ogni persona. In carcere le barriere sociali sono molto meno evidenti, non conta cosa si ha o si è ‘fuori’, conta la relazione, come ti poni con gli altri. A Rebibbia ho lavorato con le detenute in modo professionale, preparate da chi all’interno fa teatro.”
Il film di Martone, girato a Roma in diversi quartieri e nella vera casa della scrittrice ai Parioli, mescola con grande fluidità flash-back della vita carceraria a momenti del presente (l’estate del 1980, quando la scrittrice ed altre detenute sono finalmente uscite da Rebibbia), in cui Goliarda e le altre si incontrano, si scontrano e infine stringono un’amicizia che travalica ogni differenza.

Nel ruolo di Goliarda, in un convincente registro che oscilla tra genio e leggerezza, la stessa Valeria Golino – che oltre ad avere diretto ‘L’Arte della Gioia’ ha anche conosciuto personalmente la scrittrice - affiancata da un gruppo di bravissime attrici realmente detenute o ex-detenute (come è il caso di Anna Maria Repichini, intervistata da NOIDONNE, ndr), scritturate dal regista e formate a Rebibbia attraverso i laboratori di teatro e recitazione dell'associazione Per Ananke e Le Donne del Muro Alto (che rappresentano un fiore all’occhiello del carcere e coinvolgono anche le detenute di Massima Sicurezza).

Accanto a queste ultime, oltre alla Golino, a comporre un cast ‘al femminile’ variegato e diretto ad arte, anche alcune attrici di professione, tra le quali una bravissima Matilda De Angelis, nei panni di Roberta, giovane e vitale ex-detenuta, tossicodipendente e attivista politica, un personaggio tagliato su misura per lei, che riporta l’attrice alla spontaneità del suo esordio in ‘Veloce come il vento’ di Mattia Rovere.

Nel corso del film Roberta, insieme a Barbara, un’altra ex-detenuta uscita da poco dal carcere a fine pena, trascineranno una Goliarda spaesata, confusa e disoccupata (la ricerca di lavoro per le ex è sempre molto complessa) in un vortice di avventure estive che faranno riassaporare alle tre donne, divenute amiche e sodali, la libertà e la voglia di immaginare nuovi progetti. Il ruolo di Barbara è affidato ad Elodie Di Patrizi, in arte Elodie, la nota cantante e attrice italiana.

Goliarda, una volta ‘fuori’, viene contattata dalle donne con le quali ha condiviso la vita e la cella in carcere, anche loro ormai ex-detenute. Dopo un’iniziale perplessità, la scrittrice inizia a frequentarle e nascono così avventure picaresche diurne e notturne, fra le quali il furto di una macchina da parte di Roberta, solo per godersi la libertà di girare per Roma, o gli aperitivi da Canova a Piazza del Popolo fino a ubriacarsi, che esaltano la vita all’aria aperta e inneggiano al ‘fuori’, alla libertà, in contrasto con i tanti momenti bui trascorsi ‘dentro’, a Rebibbia.
Le tre attrici principali del film hanno raccontato – usando parole come amore, seduzione, sorellanza – di aver cementato una vera amicizia durante le riprese, nonostante il divario generazionale, sentito dalla Golino in modo particolare, la quale sottolinea come le nuove generazioni siano molto più ‘libere’ rispetto all’educazione da lei ricevuta e che, nei trent’anni che le separano, ‘siano successe tante cose’.
Parlando di Goliarda, Valeria prosegue: “Era una scrittrice che non ascoltava nessuno, con uno stile unico, che non piace a tutti. La sua scrittura è molto elegante e articolata ed ha la fortuna di avere una gamma espressiva incredibile.”
Un film, ‘Fuori’, che conferma l’interesse di Martone per i temi del sociale e rilancia lo stile narrativo ed estetico del regista, il quale ha co-sceneggiato il film con la collaborazione della moglie, Ippolita di Majo (anche autrice del soggetto), ispirandosi come detto sopra ai due libri della scrittrice, mescolando realtà e fantasia e ricostruendo con grande sapienza ed arte l’atmosfera di un’epoca attraverso i luoghi.

“Bisogna sempre saper guardare i luoghi e le città in cui si gira – conclude Martone – le città hanno diverse stratificazioni nel tempo e, nel fare film, cerco di tenerne conto: bisogna saper vedere come alcune cose cambiano e si trasformano. Qui, insieme al direttore della fotografia, si è di fatto un lavoro importante per restituire, anche cromaticamente, l’atmosfera e l’ambientazione degli anni Settanta-Ottanta”.
 

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