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Gli steccati della mente di Fausta Genziana Le Piane

Gli steccati della mente di Fausta Genziana Le Piane

"Poeta visita con me antiche brughiere, per scoprire nuovi sentieri e creare nuovi paesi." (in “Resta, poeta”, p. 18)

Mercoledi, 10/04/2013 - Gli steccati della mente

di Fausta Genziana Le Piane

con prefazione di Italo Evangelisti

Edizioni Penna d’Autore, 2009

ISBN: 978-88-6170-060-4

Pagine: 37

Costo: 9 €



Recensione di Lorenzo Spurio



Poeta

visita con me

antiche brughiere,

per scoprire nuovi sentieri

e creare nuovi paesi.

(in “Resta, poeta”, p. 18)



Una silloge di poesia che consegna al lettore immagini nitide, a tratti forti e dolorose, a tratti volutamente scarne. Fausta Genziana Le Piane raccoglie in Gli steccati della mente poesie dal gusto diverso che spaziano da un’evidente e cara fascinazione verso la tradizione pre-cristiana con vari riferimenti al folklorismo celtico e medievale (la figura del falconiere, la “pietra celtica” (p. 15), “l’isola di Saint Kilda” (p. 17), “la collina di Tara” (p. 16) e ambientazioni che possono rimandare a scenari da Camelot: “l’isola selvaggia” (p. 17), “il bosco sacro di querce” (p. 17), “il cerchio magico” (p. 19), a liriche più intimiste come quella ispirata e dedicata alla madre.

Non mancano, però, anche poesie più impegnate come “Beslan” che in versi semplici e dall’aggettivazione pacata ricorda il tragico attentato in una scuola dell’Ossezia del nord avvenuto nel 2004; ciò che è rilevante in questa poesia è come la poetessa sia capace di istituire una polarità dolorosa di prima e dopo: da una parte il “primo giorno di scuola”, introduzione alla vita sociale, rito di passaggio e concretezza del bisogno dell’uomo della cultura, dall’altra “l’ultimo viaggio”, ossia il primo giorno che paradossalmente diventa l’ultimo. Morte, dolore e puzza d’esplosivo sono idee che la lirica non fornisce direttamente, ma che è in grado di evocare con un misto di tristezza e voglia di vendetta per chi ricorda il tragico accaduto.

Nel libro si nota un certo percorso concettuale della poetessa che si realizza a partire dall’utilizzo di termini-tematiche quali la solitudine, la segretezza, la chiusura: Fausta Genziana Le Piane parla, infatti, di “barriere” e di “steccati” come il titolo dello stesso libro suggerisce. Italo Evangelisti nella ricca nota di prefazione sottolinea l’importanza della figura del labirinto, sinonimo di mistero e di perdita del sé.

In “La falce, stanotte”, la poesia che apre la silloge, la poetessa utilizza un linguaggio acuminato: “La falce, stanotte/ ha crudelmente reciso/ greggi di pensieri/ allo sbando/ nei recinti della mente” (p. 9). A sopperire nella lotta con la “falce insanguinata” è la coscienza dell’essere: i suoi pensieri, le sue idee, i suoi sogni. In altre liriche si respira un’accentuata carica materica nella figura di pietre e rocce come nelle varie liriche dedicate a Stonehenge, in “Pietra tombale”, “Un sasso” e “Conosce l’equilibrio, la pietra” dove la poetessa con una sintesi mista a un’impeccabile purezza delle immagini, osserva: “Le ere affettano la roccia:/ fu tempo di granito rosso/ poi di lichene/ fino all’erica viola”. Bellissima l’immagine della natura che si riappropria dei suoi spazi, lentamente ed inesorabilmente. E quella stessa Natura porta con sé una forza inarrestabile che è origine motrice della Dea Madre:



Anche un sasso è consumato

da una pioggia troppo forte.

(in “Un sasso”, p. 20).



LORENZO SPURIO

(scrittore, critico-recensionista)



Jesi, 31-03-2013





Fausta Genziana Le Piane, (Nicastro), poeta, traduttrice, vive a Roma. Laureata in Lingue, ha insegnato francese e ha vinto una borsa di studio per la Romania. Ha curato le schede di lingua francese per la grammatica italiana comparata di Paola Brancaccio e adattato classici francesi per la scuola superiore. Già iscritta all’Ordine dei giornalisti, dopo aver scritto per il “Il Giornale d’Italia”, per la rivista “Poeti e Poesia” diretta da Elio Pecora ed essersi occupata di gastronomia francese per la rivista “Real Pizza”, ora collabora con “Rello”, “Il Giornale del Lazio”, “Calabriaonline” e “E’ tempo di cultura”. Cura una rubrica d’arte per la Consulta delle donne di Wanda Montanelli (“Parliamo d’arte”) e una pubblicazione bimestrale – Kenavò – distribuita a Roma e in Sabina, diario delle attività culturali che si svolgono in Casa Duir, a Casperia (Rieti). Si occupa di critica letteraria.

Ha diverse pubblicazioni al suo attivo: Incontri con Medusa (2000, poesia, prosa, foto, colleges), La notte per maschera (2003, poesia), La luna nel piatto (2004, poesia, prosa, collages, contiene il fascicolo Omaggio alla pittura di Pinella Imbesi), Due per tre (2005, poesia, prosa, collages, co-autore Tommaso Maria Patti), Al Quantarah bridge. Un ponte lungo tremila anni tra Scilla e Cariddi (2007, poesia, prosa, saggistica, co-autore Tommaso Maria Patti), Enrico Benaglia, il pifferaio magico (2009, strumenti interdisciplinari), Artisti calabresi a confronto (2009, strumenti interdisciplinari), Non di solo pane... ma anche di poesia! (2009, antologia), Gli steccati della mente (2009, poesia).

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