Venerdi, 25/07/2014 - L'Italia continua a non essere un Paese per donne.
Per le donne normali che vivono il quotidiano nei vari territori dell'Italia che langue in una crisi economica che pare non debba più finire.
L'analisi degli indicatori nazionali ed europei ci impone di esaminare attentamente la situzione ,di incontrarsi e portare a compimento le discussioni in atto in questi ultimi mesi per arrivare a scrivere richieste precise al Governo- specialmente ora all'interno del semestre europeo - affinchè si possano ottenere soluzioni vere alla disoccupazione femminile,agli alti tassi di inattività delle donne,alla necessità di non parlare più di conciliazione dei tempi ecc-La parola conciliazione ci è stata imposta da legislatori uomini: le donne non vogliono conciliare(parola che indica una mediazione fra due opposti)ma vogliono poter ri organizzare il lavoro e le modalità per svolgerlo.Alcuni passi avanti sono stati fatti,come nel caso della presenza delle donne nei Cda ed anche in alcune posizioni nella politica.
"Negli altri Paesi il motore dell’occupazione femminile si è acceso quando si sono formate «coalizioni pro donne» in seno alla classe dirigente (imprenditori, leader sindacali, intellettuali) e all’élite di governo. Purtroppo, nonostante i meritevoli sforzi di alcune singole personalità e organizzazioni, nel nostro Paese una simile coalizione ancora non c’è, in parte anche a causa della bassa capacità di pressione dell’associazionismo femminile. Le cose possono però cambiare oggi."
Abbiamo sensibilizzato gruppi,associazioni,competenze e professionalità in tutta Italia intorno a questi temi:
- democrazia paritaria
- lavoro /imprese
- donne&politica
- stili di vita
- giovani donne,confronti tra generazioni
- donne &territorio
- comunicazione
- innovazione,nuove tecnologie
- i processi di integrazione
- leadership
Abbiamo creato un gruppo di lavoro variegato,pronto ad intervenire per gli Stati Generali di fine novembre.
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