Un regista in carcere per le sue idee racconta un Paese in bilico tra rivolta e oppressione, attraverso un ingegnoso modo di fare cinema per sfuggire ai divieti del regime degli Ayatollah
L’azione si sposta quindi in un piccolo, remoto villaggio, verosimilmente collocato nella provincia iraniana dell’Azerbajgian orientale (Jafar è infatti nato a Mianeh, città più vicina a Tabriz, verso il confine, che a Teheran): un lembo di terra iraniana nel cuore pulsante dei conflitti del Medio Oriente e del Caucaso.
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