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Gli orchi e le streghe di Loretta

Gli orchi e le streghe di Loretta

Pittura - "Oltre le nebbie scorge il suo mondo, tipicamente friulano o sloveno, ma universale"

Pino Ligabue Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2008

Loretta Dorbolò è una pittrice totalmente autodidatta che, trasferitasi nella bassa modenese dopo il matrimonio, riesce a scorgere oltre le nebbie della mia terra il suo mondo, tipicamente friulano o sloveno, ma universale e a riportarlo con pochi tratti essenziali nei suoi quadri.
E la sua pittura è subito apprezzata e capita. Non ha caso le è stato chiesto di essere nelle pagine del “Tesoro del bigatto” di G. Pederiali, l’autore modenese che sa, come lei, vedere oltre la nebbia quel mondo magico.
E forse la grande bigatta è l’unico personaggio di quel mondo che lei non rappresenta.
Ma accanto a questo nei quadri di Loretta Doborlò c’è un’angoscia data forse dalla paura che il progresso distrugga per sempre questo mondo. Questa sensazione è stata ben colta da Carlo Sgorlon: “Ho parlato di gioia di vivere. Ma la Dorbolò sa bene che il mondo contadino e naturale è oggi minacciato e semidistrutto. Nelle sue tele si sente che l'industrialismo e la tecnologia lo stringono d'assedio, lo hanno ridotto ad un'isola che si va rimpicciolendo. Essi non si vedono, ma s'intuiscono: nel vento ciclonico che soffia iperbolicamente in certi paesaggi, con alberi spogli chinali fino a terra, nei temporali che percorrono il cielo, nella fioritura grottesca di ombrelli rovesciati dall'aria. L'ombrello diventa nella pittura della Dorbolò, il simbolo di un riparo insufficiente, che non protegge da nulla. Come accade spesso in questo genere di pittura, le scene a volte tendono ad assumere significati simbolici, minacciosi, o carichi addirittura di risonanze apocalittiche. Il mondo contadino straordinariamente ricco di favole, di superstizioni, di narrativa orale e di suggestioni arcaiche è minacciato dagli orchi e dalle streghe dell'industrialismo che dissacra e distrugge”. Vi è nei quadri della Dorbolò il sospetto che quella cultura, che è durata per millenni abbia ormai i giorni contati.


(26 febbraio 2008)

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