Reggio Calabria / Incontro con Maria Teresa Fagà - Competenza e presenza costante sul territorio sono le armi della “lady di ferro” calabrese, un vulcano di idee, alcune delle quali già realizzate altre in corso d’opera
Giulia Salvagni Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2005
In Calabria, dove il tasso di neoplasie al seno è uno dei più alti in Italia, ci sono mammografi che non vengono utilizzati affatto.
La denuncia viene dalla Consigliera regionale calabrese Maria Teresa Fagà. “In una zona montana della mia provincia, a Sersale, lo stesso a Catanzaro Lido, i macchinari erano come nuovi. Mi sono attivata con i manager sanitari locali ed ora la situazione sta cambiando”.
La realizzazione di un gruppo itinerante per portare alle donne dell’entroterra, meno sensibilizzate al problema, un sostegno sanitario altamente specializzato è una delle idee sulle quali la Consigliera si sta impegnando. Intorno ad un tavolo di concertazione sul tema Lavoro e salute sono stati invitati i Comitati di parità, l’Assessore regionale, tre manager di tre importanti Asl, le Associazioni femminili come Donne e salute, le mediche, insomma professionalità diverse con le giuste competenze in questo settore.
“Faremo girare un camper attrezzato con dei mammografi e faremo prevenzione sulla base del progetto sui tumori femminili che stiamo redigendo, in tutte le zone montane e ovunque sarà necessario”. Tra le professionalità presenti nella squadra ci saranno anche degli psicologi per fornire assistenza alle donne che sono meno preparate a questo tipo di attenzioni verso la propria persona. Il progetto è in fase di completamento, i finanziamenti sono stati già stanziati e lo screening si comincerà a fare nei luoghi di lavoro.
“La cosa importante – sottolinea la dottoressa Fagà - è l’aver realizzato una sorta di condivisione dei problemi tra manager, comitati, consigliere di parità, associazioni femminili di donne e salute”.
Riguardo alle problematiche sul fronte del lavoro, sia l’ufficio regionale che i provinciali hanno ricevuto diverse denuncie di vittime del mobbing. La Consigliera di Vibo Valentia, Teresa Blandino, racconta di una ragazza soprannominata la “Pecora nera”. Lavorava come commessa e veniva sfruttata con un orario terribile: dalle 7 alle 14 e dalle 16 alle 20, per duecentoventi euro al mese. “Sapendo dell’esistenza della Consigliera di parità, ci ha chiesto aiuto. L’abbiamo consigliata di denunciare. Lei è stata molto coraggiosa e così ha fatto, ma si è diffusa la voce della denuncia presso gli esercizi commerciali e così per quasi un anno, nonostante avesse fatto numerose richieste, non ha più trovato un impiego”. Ma la “Pecora nera” non si è scoraggiata, un mese fa ha finalmente trovato un nuovo lavoro.
Segnalazioni di mobbing arrivano sia da parte di donne che di uomini. Che differenza si è potuta riscontrare tra i due generi? “Quello sull’uomo scaturisce il più delle volte da una rivalità tra un dirigente ed un inferiore – risponde la dottoressa Blandino -. Quello sulla donna invece viene da molestie sessuali che non approdano alla finalità sperata dal superiore. Una volta non raggiunto lo scopo, la molestia sessuale si ritorce sul mobbing”.
Tra i progetti realizzati dalla Consigliera regionale Fagà c’è anche la stipula di una collaborazione con la Asl di Catanzaro perché: “Quando ci troviamo di fronte al magistrato con un caso di mobbing, oltre alla documentazione legale c’è una serie di documenti di natura sanitaria da presentare. E soprattutto è necessario poter dare un’assistenza medica a questi soggetti che spesso non dormono la notte, soffrono di ansie”. Al momento l’ufficio della Consigliera regionale è provvisto di un gruppo di legali, che curano l’istruttoria e le pratiche per l’assistenza poi il soggetto viene indirizzato presso la sede della medicina legale dove trova un altro team di psicologi, psichiatri e medici, quindi passa alla medicina del lavoro. In questo modo è come se fosse stato realizzato un vero e proprio Centro antimobbing nella regione. La convenzione è già attiva dal mese di ottobre.
Dal mese di giugno, inoltre, operano presso gli uffici della Consigliera calabrese otto ragazze del servizio civile. “Con queste forze ho potuto avviare un nuovo servizio titolato Occhio al lavoro delle donne, due di loro si occupano esclusivamente di individuare le opportunità di lavoro che si aprono sul territorio, che poi vengono comunicate attraverso il sito oppure dandone informazione alle donne che vengono e, dal momento che abbiamo una banca di curriculae, le ragazze si attivano anche per telefonare alle donne in cerca di lavoro. D’altra parte il problema lavoro da noi al sud va affrontato con decisione”.
E per dare maggiori opportunità a quelle che vogliono dedicarsi alla politica? Considerando che la regione Calabria conta 409 sindaci con i quali Maria Teresa Fagà mantiene contatti per ricordare loro che si devono realizzare i piani per le azioni positive, la Consigliera ha realizzato all’interno del suo ufficio alcuni coordinamenti, in particolare il coordinamento per le riforme costituito da tutte le rappresentanti dei partiti politici, da Rifondazione comunista alla Fiamma tricolore. Io credo che per il grande evento delle elezioni al Consiglio regionale, si debba fare una riforma, e noi vogliamo che questa sia coerente con la modifica dell’articolo 51, con la modifica del 117, quindi stiamo facendo una battaglia affinché nella prossima riforma venga riproposto l’ottimo modello siciliano perché nel listino regionale siciliano, loro porteranno il 50% delle donne”.
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