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Gli aspetti umani verso il terzo millennio

Gli aspetti umani verso il terzo millennio

GLI ASPETTI UMANI VERSO IL TERZO MILLENNIO: MOSTRA DEL PITTORE IVAN BIDOLI NELL’ATRIO DELLA QUESURA DI TRIESTE

Mercoledi, 05/06/2013 - COMUNICATO STAMPA



GLI ASPETTI UMANI VERSO IL TERZO MILLENNIO: MOSTRA DEL PITTORE IVAN BIDOLI NELL’ATRIO DELLA QUESURA DI TRIESTE



Inaugurazione: sabato 8 giugno 2013 ore 19 · Atrio della Questura di Trieste (via Tor Bandena 6)

Conferenza stampa: giovedì 6 giugno 2013 ore 10.30 · Atrio della Questura di Trieste (via Tor Bandena 6)



S’inaugura sabato 8 giugno alle 19 nell’Atrio della Questura di Trieste, la mostra personale del pittore Ivan Bidoli intitolata “Gli aspetti umani verso il terzo millennio”, che sarà presentata dal Questore Giuseppe Padulano e sotto il profilo critico da Marianna Accerboni, curtrice del’esposizione: in mostra una cinquantina di preziose tecniche miste realizzate dal 2010 a oggi. L’artista, classe 1933, che festeggia con questo evento i 50 anni di attività, è stato l’unico allievo del grande architetto e urbanista Max Fabiani, dal quale fu profondamente apprezzato. Espone dal ‘60 con grande successo in Italia e all’estero e per la sua arte è stato ripetutamente premiato con la medaglia d’oro. Con grande eleganza, tecnica complessa e raffinata e un pizzico d’umana ironia, racconta con sensibilità, attraverso un linguaggio simbolico e intuizioni del tutto personali, pregi e difetti dell’animo umano, castigando le dipendenze e i vizi ed esaltando la bellezza femminile e i sentimenti, con grande attenzione al sociale e alla storia (fino al 30 giugno/ da lun a sab 10-20/ festivi 10-13/ il maestro sarà a disposizione per illustrare le opere ogni sabato, dom e lun 9 - 13/ info 333 6569779).



Tra ironia e metafora, sogno e bellezza, idioma ed epica popolari e fine inventiva tecnica - scrive Marianna Accerboni - si dipana il racconto serio e nel contempo un po’ faceto, drammatico e giocoso di Ivan Bidoli, cantore della femminilità e delle miserie umane, dell’amore e degli emarginati.

Talento raffinato, ma nel contempo vicino al sentimento e al mondo degli umili, l’artista racconta, attraverso un segno valente e incisivo e una tecnica complessa, elegante e laboriosa, molteplici e contrastanti aspetti della realtà contemporanea, con attenzione al sociale e alla storia, e libera nel contempo la propria inclinazione al sogno nella composizione di raffinate allegorie d’ispirazione e tema rinascimentali.

Il suo linguaggio si snoda in modo del tutto originale secondo una naturale inclinazione figurativa ed è caratterizzato da un’equilibrata tensione espressiva, in cui si congiungono forza e delicatezza: l’intensità del segno è infatti compendiata da un colorismo festoso, ricco di contrappunti cromatici e di sfumature, ed è sostenuta da una tecnica, in cui Bidoli assembla diversi strati di acrilico a un mix di smalti e vernici, per poi coprire tutto di nero e giungere per sottrazione, con spugna e acqua, all’opera finita. Che a volte brilla anche di alcune raffinate interserzioni d’oro, d’argento e di ricami declinati a frottage, con i quali il pittore decora le protagonisti femminili del suo racconto, che impersonano sovente il sentimento e in cui egli sa inserire sensualità, una sorta di gaia leggerezza e un’eleganza d’ispirazione botticelliana.

Sotto il profilo stilistico nella sua pittura s’incontrano molteplici influenze: dalla cultura della Secessione viennese, rivisitata attraverso il genio di Max Fabiani, all’espressionismo selvaggio di Egon Schiele, al simbolismo, alla memoria di atmosfere medievali e rinascimentali, che sfociano in ballate dolci o ironiche e talvolta graffianti, condotte di quando in quando sul limitare del grottesco.

Memore di tali esperienze, Bidoli compone un linguaggio allegorico, attraverso il quale si fa interprete attento del contemporaneo, ma anche dell’epoca dolorosa e ancestrale del Friuli: cronista del quotidiano, è capace però di evocare le reminescenze più antiche della civiltà friulana, che albergano nel suo cuore e animano di energia delicata e intensa il suo pennello.

La finezza dei frequenti frottage e dei ricami, la memoria della raffinatezza dei primi lustri del secolo scorso e del tardo Rinascimento, l’armonia intrinseca alle sue opere e il personale mezzo espressivo - conclude Accerboni - rendono l’artista un cantore sensibilissimo, singolare e unico della sua terra, delle vicende umane e della bellezza, capace di esprimersi con grande valenza nell’ampia dimensione, come dimostra, tra le altre opere, anche il ciclo storico dipinto per il Comune di Fiumicello.



Ivan Bidoli nasce nel 1933 a Fiumicello (Udine), dove vive e opera. Formatosi al Liceo artistico di Venezia, viene a contatto, appena diciannovenne, con il grande architetto e urbanista Max Fabiani, allora residente a Gorizia. Riconosciute nel giovane pittore doti artistiche molto elevate, il geniale progettista e urbanista, che si era formato a Lubiana e a Vienna nel clima della Secessione e fu attento interprete della sensibilità mitteleuropea, si offre di dargli lezioni private di architettura. Ivan diviene così il suo unico allievo e per due anni frequenta il suo studio ma, per mancanza di mezzi economici, non può iscriversi all’università e realizzare il grande sogno di divenire architetto.

Inizia comunque in quegli anni l’attività di pittore e di arredatore ed espone a livello nazionale. Nel 1960 riceve la medaglia d’oro al Concorso Nazionale di Pittura di Belluno. Dal 1962 prende avvio una lunga serie di prestigiose mostre personali in Italia e all’estero, tra cui ricordiamo quelle allestite a New York, Barcellona, Siviglia, Hong Kong e Singapore. Negli anni sessanta perfeziona l’arte incisoria nell’atelier dell’artista triestino Federico Righi. Nel1971 riceve la medaglia d’oro alla 1° Quadriennale d’Arte Moderna di Roma, nel ’75 espone alla Galleria La nuova Margutta della capitale e nel ’78 al famoso Derby Club di Milano. Dal 1974 al 2007 è presente ripetutamente con una personale alla Polveriera Napoleonica di Palmanova. Riceve importanti premi e riconoscimenti, tra cui quelli conseguiti a Tokyo, Barcellona, all’Expò di Siviglia e a Pordenone. Nel 1995 viene invitato dal Ministero della Cultura Romena a organizzare una mostra personale al Museo d’Arte Moderna di Bucarest, che riscuote grande successo.

Nel 1983 progetta e realizza il Monumento ai Caduti di Fiumicello. Disegna numerosi arredamenti per caffè e ristoranti nella regione Friuli Venezia Giulia - tra cui la famosa discoteca Arenella di Fiumicello - per i quali idea ed esegue su materiali diversi anche preziose decorazioni e dipinti. Progetta e realizza in Italia e all’estero numerose vetrate artistiche dipinte a mano di grande dimensione.

Riceve importantissimi riconoscimenti in tutto il mondo: tra quelli principali vanno ricordati nel 1970 a Roma la medaglia d’oro al Concorso Nazionale Urbe 70, nel ’71 a Roma la Medaglia d'oro alla 1° Quadriennale d'Arte Europea, nel 1981 a Pordenone la Medaglia della Regione al Concorso Internazionale d’Arte Contemporanea, nel 1988 a Roma la Coppa Europea all’8° edizione della Biennale d’Arte Moderna,

nel 1989 all’8° edizione della Biennale d'Arte Moderna 
di Tokyo la Coppa Aurea alla rassegna "Maestri dell'Arte Italiana", nel 1992 a Barcellona la Menzione speciale "Mostra Maestri dell'Arte Italiana", nel 1992 all’Expo di SIVIGLIA il "Premio Columbus", nel 1993 a Singapore premiato alla Rassegna del Triangolo d'oro d'Oriente, nel 
1993 Premio Internazionale "Bangkok · Hong-Kong · Singapore ". 




DOVE: Atrio della Questura di Trieste - Via Tor Bandena 6

QUANDO: 8 · 30 giugno 2013

ORARIO: da lun a sab 10 - 20/ festivi 10 - 13/ il Maestro sarà a disposizione per illustrare le opere ogni sabato, domenica e lunedì 9 - 13

A CURA DI: Marianna Accerboni

CATALOGO: sì

INFO: 3356750946/ 333 6569779



Con cortese preghiera di pubblicazione/ diffusione






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