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GLI ALTRI, QUESTI SCONOSCIUTI

GLI ALTRI, QUESTI SCONOSCIUTI

BARCAMP - vi propongo il libro che ho curato, realizzato da giovani italiani e stranieri "GLI ALTRI, QUESTI SCONOSCIUTI"

Lunedi, 16/04/2012 - INTRODUZIONE



a cura di BARBARA GIORGI,

Formatore interculturale

Docente di lingua italiana come lingua seconda (L2)



Su richiesta di Ivonne Tonarelli, ho elaborato qualche mese fa il progetto per questo libro, riferibile ad un bando delle Politiche Giovanili della Regione Toscana.



L’obiettivo inserito in progetto è stato individuato e definito come segue: “realizzazione di un Libro-Documento su alcune esperienze di vita di immigrati presenti nel territorio. Il Libro avrà ad oggetto interviste, racconti, fotografie ed altro materiale ritenuto utile.

Lo scopo del Progetto è identificabile in un’azione di matrice interculturale, focalizzata sulla volontà di incontro-conoscenza tra giovani italiani e persone appartenenti ad altra lingua-cultura. Per non considerare più gli immigrati come “sconosciuti””.



Il desiderio di realizzare qualcosa di scritto sull’intercultura l’avevo da tempo: la Fondazione Migrantes, attraverso l’Associazione Casa Betania Onlus, mi ha dato l’opportunità di concretizzare l’idea e per questo devo ringraziare Ivonne, sempre disponibile ad agire nell’ambito del dialogo interculturale.

Il progetto è stato approvato, con nostra soddisfazione, ma non sarebbe stato possibile renderlo carta stampata senza il lavoro e l’impegno dei ragazzi che hanno creduto in questa esperienza.

Con l’entusiasmo e la voglia di cambiare il mondo che li circonda - quei sentimenti che solo i giovani hanno così forti e così puri - hanno condiviso con me idee, proposte, opinioni.



Ci siamo incontrati ogni lunedì (o quasi), per mesi, presso la sala del refettorio della Curia vescovile di Massa Carrara: giovani italiani e giovani stranieri per parlare di tutto e di più, dalla religione, al valore della donna, al problema della ricerca di lavoro.

E’ stato bello veder filtrare la luce dalle finestre altissime, in quella sala antica, mentre su uno dei massici tavoli del refettorio erano presenti Bibbia e Corano. E’ stato bello vedere di fronte all’immagine del Cristo dipinta sulla parete, il volto della giovane Souad incorniciato dai suoi coloratissimi hijab. E Fares che spiegava con convinzione e precisione il “suo” Islam, mentre gli Scout prendevano appunti su foglietti di ogni tipo, come bravi e attenti giornalisti. E Zakaria con i suoi sedici anni, gli occhiali molto trendy, il desiderio e l’impegno nell’essere un bravo ragazzo, la voglia di ridere e scherzare da tipico adolescente in cammino.

E quando i giovani stranieri hanno portato a termine il loro ruolo e compito di intervistati, i giovani italiani sono usciti dal refettorio, sono andati a conoscere nuovi Altri: Hana nel suo ristorante, P. nella strada, Ibtissam e Nenè a scuola ………



L’intercultura è stata cercata e vissuta da questi ragazzi. Non credevo di poter trovare in loro tanta convinzione e desiderio di conoscenza sul “problema dell’altro”. Un “problema” potenzialmente risolvibile con l’incontro e il dialogo interculturale. Un’utopia? Forse. Ma questi ragazzi, hanno compiuto una piccola-grande impresa: sono usciti dal loro mondo come acerbi antropologi e sono andati ad esplorare altre realtà, vicine a loro, presenti nella nostra società.

Ricordo i loro visi preoccupati durante il nostro primo incontro: “è difficile” mi dicevano. Sì. E’ stato sicuramente difficile entrare in altre vite ed indagare, fare domande, confrontarsi con altre culture.

Leggendo le pagine di questo libro, può sembrare che tutto scorra: versi di poesie, foto, un racconto dopo l’altro …. ma non è stato tutto così immediato, così semplice.

Questi ragazzi hanno costruito un documento che testimonia la loro e l’altrui desiderio di contaminazione culturale: incontrarsi per dialogare.



“Possiamo vederci al bar e, di fronte ad un caffè, fare l’intervista a Fares?” mi hanno chiesto alcuni scout. Certo che sì: era quello che volevo mi domandassero. Parlare dell’Islam e del Cristianesimo come buoni amici di fronte ad una tazza di caffè.

Se i grandi della terra riuscissero a fare la stessa cosa…………

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