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Gli abbracci di Pedro Almodòvar

Gli abbracci di Pedro Almodòvar

A tutto schermo - Omaggio alle donne, al cinema e al tema del doppio nell’ultimo film del regista spagnolo

Colla Elisabetta Martedi, 26/01/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2010

Si rinnova e si trasforma, l’intramontabile Pedro, ma sempre rimanendo fedele a se stesso, con una rara capacità di descrivere il mondo femminile e quello trans-gender, attivando le corde dell’eros e quelle del sentimento attraverso storie complesse di amore, gelosia, bellezza, morte e destini fatali. Anche nel suo ultimo film, Gli Abbracci Spezzati, il vulcanico cineasta è infatti capace di far convergere, come e più del solito, nella stessa opera, commedia, dramma, noir, metacinema. La vicenda di Lena - la consueta, smagliante Penelope Cruz, attuale attrice/musa del regista, la quale cita ora Audrey Hepburn, ora quasi Anna Magnani - e di Mateo/Harry Caine non è solo un amour fou in piena regola, è anche una riflessione sui mutamenti di identità, così frequenti nella nostra epoca eppure spesso fraintesi: “Il ‘doppio’ - afferma Almodòvar - è uno dei tratti identitari del film ma non inteso in senso morale (ambiguità, doppiezza) bensì piuttosto come ‘duplicazione, ripetizione o ampliamento’”. Tra le numerose citazioni, più o meno esplicite, dedicate ai suoi maestri, spicca quella al Viaggio in Italia di Rossellini, con la splendida Ingrid Bergman, dove è chiaro il presagio allo spezzarsi degli abbracci, che danno il titolo alla pellicola almodovariana. Per il resto gli elementi che hanno dato fama al regista iberico sono tutti copiosamente gettati nel frullatore della sua potente visione estetica/cultural/sociale (immancabile il riferimento alla disabilità, in questo caso la cecità indotta da un incidente), che restituisce una miscela di emozioni, sensazioni, immagini, riflettenti da un lato un’idea dissacrante e provocatoria della vita, dall’altro tendenti a svelarne una più serena se non addirittura saggia. Comunque e sempre un inno alle donne: madri, amiche, attrici (intensa anche l’interpretazione di Blanca Portillo, nel ruolo della fedele Judit Garcia). “La maggior parte dei ruoli femminili che ho scritto nella mia vita - dice il regista - sono una miscela fatta di mia madre e delle sue vicine di La Mancha mescolate con la Giulietta Masina di La strada e la Shirley MacLaine di Qualcuno verrà e L’appartamento”.



(26 gennaio 2010)

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