Lunedi, 24/10/2011 - Il 26 Ottobre prossimo sarà giudicato in appello l’assassino di Fiorinda Di Marino. Dobbiamo essere tutte davanti al Tribunale per testimoniare ancora una volta “per ogni donna ammazzata e offesa siamo tutte parte lesa”.
Il 23 luglio del 2009, Fiorinda Di Marino venne uccisa a colpi d’ascia da un uomo col quale aveva avuto una relazione. Un uomo che era uscito dal carcere dopo aver scontato una breve condanna perché sette anni prima si era reso responsabile di un tentato omicidio ai danni della ex moglie, sopravvissuta alla violenza solo perchè fortunosamente nessuna coltellata aveva colpito punti vitali.
Fiorinda aveva 35 anni, insegnava in una scuola materna dei Camaldoli ed era madre di un bambino di nove anni avuto dal marito dal quale era separata. Una donna, a detta di tutti coloro che la conoscevano, dolce, generosa, sempre pronta al sorriso e disposta al perdono. È stata proprio questa sua attitudine a concedere una seconda opportunità a chiunque avesse sbagliato e la sua tenace convinzione, comune a tante donne, che l’amore può riuscire a cambiare qualunque uomo a farle sottovalutare il rischio a cui si esponeva nell’intraprendere una relazione con un uomo con trascorsi così allarmanti.
Aveva, però. presto capito il suo errore e dopo una violenta aggressione aveva denunciato il suo convivente per lesioni gravissime. Ma come purtroppo sempre più spesso accade, la denuncia non era servita a far accettare all’uomo che la storia era finita e che lei voleva riprendersi la sua vita e voltare pagina. Non glielo ha consentito. La vita di Fiorinda è stata spezzata e insieme alla sua sono state irrimediabilmente lacerate le esistenze di coloro che l’amavano.
Renato Valboa, il suo assassino, è stato condannato in prima istanza a sedici anni, una pena irrisoria per un delitto così efferato e commesso recidivamente.
Oltretutto, se si considera che questo tipo di criminali tiene di solito una condotta ineccepibile in carcere, è presumibile che Valboa fra pochi anni sarà di nuovo in libertà grazie ai benefici di un cospicuo sconto della pena.
Ebbene è ora di dire basta a tutti coloro che nei tribunali, nei commissariati, negli ospedali, nelle case, nella società sono disposti a comprendere e giustificare i delitti commessi dagli uomini verso le donne.
Dobbiamo gridare con forza la nostra rabbia e il nostro diritto ad avere una giustizia degna di questo nome che salvaguardi le donne e che affermi il principio che nulla mai può giustificare il fatto che un uomo si arroghi il diritto di decidere della vita di una donna, ritenendola una cosa di sua proprietà.
Vogliamo giustizia per Fiorinda Di Marino e per tutte le donne che quotidianamente vengono maltrattate stuprate o uccise da uomini violenti, immaturi, codardi, che fanno scontare alle donne la loro incapacità di stare al mondo.
Il 6 Luglio eravamo lì, sotto al tribunale, per Fiorinda e per tutte noi: Udienza rimandata al 26 Ottobre.
E il 26 ottobre dobbiamo essere molte di più, perchè Gustizia è anche prevenzione di qesti orrendi delitti.
Aderiscono : UDI di Napoli, Cooperativa Dedalus, Cooperativa EVA, Self, , Onda Rosa, DonneSUDonne, Associazione Salute Donna, Le Cassandre, Cora Onlus, Associazione Maddalena, Spazio Aspasia, Casa di Accoglienza per donne maltrattate” Fiorinda”, Arcilesbica, Sportello LIlith, Ass. “ Eleonora PImentel”, Camera delle donne, Linea Rosa, Spazio Donna di Caserta, Federazione Nazionale dei Centri Antiviolenza “D.i.Re. Donne in Rete contro la violenza”, Le Onde di Palermo, Differenza Donna di Roma, Elena Coccia, Simona Marino, Laura Capobianco, Simona Molisso, Nelide Milano, Maria Rosaria Ferre, Luisa Festa, Luisa Menniti, Maria De Marco, Lia Cacciottoli, Floriana Formicola, Maria Giustino Irace
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