E' morta a 93 anni Gisèle Halimi, femminista e rivoluzionaria
Lunedi, 17/08/2020 - “C’è un popolo, un popolo a mani nude che si sta facendo massacrare, è il popolo palestinese. Un esercito lo tiene in ostaggio. Perché? Quale causa difende questo popolo e perché gli si oppongono, io affermo che questa causa è giusta e come tale sarà riconosciuta dalla storia”. Gisèle Halimi non conosceva mezzi termini. Forte di una solida reputazione internazionale si era espressa così, dopo l’aggressione israeliana a Gaza, nel 2014. Parole lucide, raccolte in una lunga intervista rilasciata al quotidiano francese l’Humanité, in cui denuncia i massacri in Palestina: “nel silenzio complice della Francia, paese dei diritti dell’uomo, e nel silenzio di tutto l’Occidente americanizzato”. Non aveva paura di essere tacciata di antisionismo per aver criticato il governo di Netanyahu. E in quell’intervista, ripresa dal quotidiano algerino Al Watan, era andata giù pesante come sempre, davanti alla violazione dei diritti del popolo palestinese: “Voglio gridare forte per quelle voci che sono state uccise e per quelli che non hanno voluto ascoltare. La storia giudicherà. Ma non potrà cancellare la distruzione di un popolo. Il mondo non aveva forse sperato che la Shoah avrebbe significato la fine della barbarie?”.
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