Un film, questo di Lukas Dhont , che punta dritto al cuore ma pieno di pudore e di grazia, che ci mostra cosa significa concretamente abitare un corpo altro
Lunedi, 24/09/2018 - Girl
di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media
Girl è iniziato, dal bisogno di dire qualcosa su come percepiamo il genere, sulla femminilità e la mascolinità". Così ha dichiarato il 27enne regista belga Lukas Dhont.
Ispirato a una storia vera, Girl (trailer) segna il debutto alla regia di Lukas Dhont (premiato con la Caméra d'Or), e l'esordio del giovanissimo protagonista Victor Polster ballerino dell'accademia di Anversa e premiato come Miglior Attore a Un Certain Regard.
Nel film si narra di Victor/Lara, un'adolescente con la passione della danza classica, che insieme al padre e al fratellino si trasferisce in un'altra città per frequentare una prestigiosa scuola di balletto, a cui dedica tutta se stessa.
Di fatto Victor/Lara è nata ragazzo e quindi la vera sfida è riuscire a fare i conti con il proprio corpo.
Lukas Dhont venne a conoscenza attraverso l’articolo di un giornale della storia di Victor/Lara, giovane ragazza nata maschio il cui più grande sogno era quello di poter diventare ballerina.
Come ha dichiarato lui stesso: "Tempo fa lessi un articolo su una ragazza, nata in un corpo di ragazzo: era convinta di essere una ragazza malgrado la biologia non fosse d'accordo. – e prosegue Lukas Dhont - la mia ammirazione per lei fu istantanea. Il desiderio di raccontare la storia di un personaggio simile, giovanissimo, capace di sfidare una società in cui genere e sesso sono ancora inevitabilmente connessi, era enorme.”
Victor/Lara, alla sbarra, in sala, davanti allo specchio, nasconde al mondo il suo segreto.
Seguita da un padre accogliente e quando necessario severo ma sempre al fianco di sua figlia, che impara con lei a lasciarla andare, e da un’équipe di medici che l’accompagnano psicologicamente nel passaggio di genere, raggiunge la sua emancipazione sulle punte, ballando.
Questo è un racconto di formazione, quella della ballerina Victor/ Lara che vuole danzare come una ragazza ma deve fare i conti con un corpo che non ama, con intorno un fratellino con cui ridere e piangere, la società, la scuola, le docce e gli spogliatoi, e in tutto questo c’è il crescente malessere interiore di chi deve combattere anche contro se stesso e contro le proprie insicurezze.
Ma soprattutto c’è la necessità di superare i propri limiti, forse l’unico vero modo per potersi realmente (ri)definire.
Girl è un film sull’impazienza della giovinezza, sulla sofferenza del corpo e sul percorso di un’anima per diventare se stessa.
Nelle lunghe sequenze di danza, Gerl prova con tenacia e dolore a riprendere possesso del suo corpo, a correggerlo, a piegarlo alla sua volontà.
Victor/Lara combatte la sua differenza con la pratica di una disciplina ferrea, con la danza e impone al corpo un esercizio estenuante perché assomigli presto all’idea più vicina che ha di sé.
Dhont, è bravo a non esagerare, a giocare col limite del fuori campo e con la profondità dell’inquadratura per non mancare mai di rispetto, per non violare mai davvero l’intimità del/la sua protagonista, per evitare qualsiasi possibile autocompiacimento.
Polster “col suo viso di Madonna”, -come lo ha ben definito Natalia Aspesi -, dona alla sua Victor/Lara non solo i suoi tratti somatici più che vagamente androgini e la sua grazia nella danza, ma tutta la sua fisicità, tutta la sua emotività, tutta la sua credibilità.
L’intesa fra l’esordiente alla regia e l’esordiente alla recitazione, al tempo delle riprese ancora sedicenne, è pressoché totale.
Un film, questo di Lukas Dhont , che punta dritto al cuore ma pieno di pudore e di grazia, che ci mostra cosa significa concretamente abitare un corpo altro.
Lo vedremo nelle nostre sale dal 27 settembre prossimo.
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