Infosex - "Rivitalizzare lo spirito che ha portato alla costituzione dei consultori vuol dire rimettere al centro le donne di oggi" Serena Fredda
Venerdi, 17/09/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2010
Serena Fredda è di un gruppo, Infosex, che ha seguito fin dalle prime battute gli incontri alla Casa internazionale delle donne.
“Riporto l’opinione di giovani donne con cui ci confrontiamo abitualmente. I consultori, in molti casi, hanno smesso di essere un riferimento per le giovani. Questo per due motivi. Da una parte, il rafforzarsi di condizionamenti culturali e l’affermarsi di politiche, più o meno subdole, che sottraggono terreno all’effettiva libertà di scelta delle donne e che hanno contribuito a marginalizzare i consultori trasformandoli, nella percezione comune, in esperienze di tipo residuale. Dall’altra, la rottura di quel processo virtuoso che legava al servizio socio-sanitario l’assemblea delle donne, ne orientava e definiva la qualità, connetteva cioè le abitudini e le scelte di vita con l’efficacia di un servizio duttile e in grado di assolvere a queste esigenze.
Alla luce di quanto ha rappresentato questa esperienza in passato, dovremmo riverificarne il senso che ha assunto oggi. Rivitalizzare lo spirito che ha portato alla costituzione dei consultori vuol dire rimettere al centro le donne di oggi, le loro esigenze, i loro desideri e stili di vita. Far riemergere la necessità di misurare gli strumenti medici e scientifici con le trasformazioni sociali e culturali che attualmente non trova risposta ed espressione politica. Un esempio calzante e un terreno di conflitto a nostro parere prioritario è la questione della RU486 e dell’imposizione dell’ospedalizzazione che di fatto ne impedisce l’effettivo utilizzo. Su temi come questo assistiamo a scontri politici aspri in cui le donne sono sempre più sfondo e non soggetto del dibattito, temi in cui il protagonismo delle donne non può essere messo in discussione. Ripartire non dalla mera difesa dell’esistente, quindi, ma rilanciare in avanti e recuperare la capacità di lottare e inventare, a nostra misura”.
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