Giovedi, 31/03/2011 - Liberamente ispirato alla vita di Alfonso Mario Dell'Orto, 'Giorni di neve, giorni di sole', racconta la dolorosa storia di un'emigrazione, di una scomparsa e di un ritorno. Scritto da Fabrizio e Nicola Valsecchi, gemelli che scrivono a quattro mani, il libro ripercorre il cammino di un uomo che nel 1935 emigra in Argentina con la sua famiglia e costruisce lì la sua vita e la sua famiglia fino alla dittatura del 1976 che le porta via la figlia e il genero, Patricia e Ambrosio. Desaparecidos come altri 30.000 argentini che dal 1976 al 1983 furono inghiottiti dal nulla nelle carceri clandestine del regime. Un viaggio in Italia, il ritorno dopo dopo una vita da emigrante, permette al protagonista di ripercorrere le tappe della sua vita in una sorta di sogno, che diventa spesso incubo e poi speranza. Sogni sono i ricordi dell'infanzia nel paese natale, i primi anni in Argentina e la spinta forte a costruire una famiglia. Gli incubi sono legati alla scomparsa della figlia e appaioni repentini e fortissimi, quasi reali nel corpo dell'uomo; una sofferenza fisica oltre che psicologica. La speranza è Marianna, figlia di Patricia ed Ambrosio, che non ha conosciuto i genitori, scomparsi quando aveva 25 giorni, che non li ha mai potuti chiamare mamma e papà. Poi l'orgoglio di dire che Patricia è sempre presente e non solo nel cuore di chi le ha voluto bene ma nella comunità che il padre ha lasciato bambini. Alfonso infatti ritorna a Cernobbio e scopre una targa dedicata alla figlia. Il gesto lo pacifica: “ Ho lasciato un ricordo della sua breve vita di cui, nonostante il dolore sempre presente, vado ancora fiero e mi sento orgoglioso”.
I Valsecchi vanno ad indagare un mondo vastissimo, quello dell'emigrazione italiana in Argentina, che spesso è stato colpito dalle atrocità della sanguinosa dittatura degli anni 76-83; ricordiamo i numerosi processi che si stanno svolgendo anche nel nostro paese per cercare verità e giustizia per quei ragazzi argentini, figli di italiani emigrati. Questo libro è importante anche perchè indaga il dolore di un padre, di uomo, quando invece siamo abituati a conoscere la storia dei desaparecidos attraverso lo strazio delle donne, delle madri, quelle eroiche della Plaza de Mayo. E finalmente è importante perchè aggiunge un tassello alle storie di chi il terrorismo di stato ha voluto far scomparire dalla storia e finanche dai ricordi, dalla memoria appunto.
Il libro conta con l'introduzione di Alfonso Perez Esquivel, Premio Nobel per la Pace nel 1980, anch'esso argentino e anch'esso passato per le carceri del regime, e la postafazione di Gianni Tognoni, Segretario generale del Tribunale Permanente dei Popoli; preziosissimi gli scritti della nota introduttiva di Mariana De Marco, figlia di Patricia e Ambrosio, e dello stesso Alfonso Mario Dell'Orto.
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