Sabato, 20/04/2013 - La scelta di Napolitano a Presidente della Repubblica rappresenta la sconfitta della ragione e la vittoria delle passioni. Passioni intese nel peggior modo, le stesse dell’infanzia. Quelle che stabiliscono la perdita di autocontrollo e quindi di autonomia. Quelle che obbligano al ripiegamento sul peggior compromesso: la ricerca di futuro nel passato. Nei momenti di crisi si ritorna sempre alla religione dei padri. E i Giovani turchi del Pd, sudditi della novella Monarchia, hanno mostrato pienamente il fallimento di una generazione politica. Il nuovo non esiste se non riesce a lottare nell’arena. Se non riesce a costruire se stesso e delega ai padri. E’ come se non fosse mai nato. Resta un gruppuscolo in gestazione. Incapaci di cedere e non abituati ad applaudire meriti che non siano i propri, i partiti hanno smesso di assolvere al proprio ruolo e sono ritornati bambini, come all’alba della repubblica. In questo contesto può succedere che un candidato come Rodotà non venga eletto per non dare riconoscimento e quindi potere, a chi l’ha proposto. E può succedere che il primo partito della sinistra venga travolto dalla sua stessa incapacità decisionale perché i suoi giovani figli, franchi tiratori o liberi pensatori, restano meno coraggiosi dei loro padri.
Lascia un Commento