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Giorgia Meloni: ma che donna è?

Giorgia Meloni: ma che donna è?

"... il femminismo ha insegnato la cultura del genere F, ma non ha inventato una politica conseguente..."

Giovedi, 08/09/2022 - Ci basta la biologia? Simone de Beauvoir diceva che “donne si diventa”: anch’io a sedici volevo diventare “come un uomo”. Poi sono stata nelle istituzioni e ho capito che l’istituzione vuole che resti immutato il modello unico creato dal patriarcato per costituire le forme del potere.

Sono i ruoli: evidentemente il modello “tradizionale” vuole biblicamente l’uomo al lavoro e la donna a fare i figli e in aggiunta le “faccende” (notiamo il participio: “le cose che debbono essere fatte). Però, dopo aver permesso alle bambine di andare a scuola, le prime incrinature: le ragazze sono brave, si laureano prima con voti più alti e vincono i concorsi. Le magistrate hanno doppiato i magistrati, ma il patriarcato le ha fatte studiare i testi tradizionali e il diritto che è la cosa più falsamente neutra. I diritti si spostano dal capofamiglia alla genitorialità, ma la maternità non è un diritto: riceve benefici e “leggine”, ma dobbiamo chiedere una convalida per abortire. E magistrate, avvocate e parlamentari non se ne accorgono neppure, ma usano il linguaggio univoco dei codici. In Senato la presidente Casellati ha votato contro il linguaggio antisessista nella documentazione delle Camere (che è stato bocciato). Così meglio che la maestra stia al suo posto in basso nelle qualifiche sociali e il ministro abbia dignità gerarchica anche se ha le mestruazioni. Solo che non basta ottenere lo sconto dell’Iva sul tampax.

Giorgia Meloni è davvero “come un uomo”: non si lamenta neppure di quegli insulti quotidianamente rivolti alla Boschi. Non c’entra la bellezza, Meloni non è male, ma si sta muovendo per essere “un” capo di governo, è entrata in un nuovo livello, più alto, di quel potere che non è mai femminile, se non ti adegui. Il che spiega perché a sinistra solo Zingaretti o Letta.....

In realtà lusinga poter “fare carriera come un uomo” (che sarebbe la parità), ma comporta il rischio di “diventare come un uomo” anche se fai i bambini e magari gli fai da padre. Eppure è sempre l’ “essere donna” (la differenza) che può contribuire a migliorare – in modi diversi – le città e i governi.

Purtroppo siamo un po’ in difficoltà perché il femminismo ha insegnato la cultura del genere F, ma non ha inventato una politica conseguente. Così anche le giovani citano Carla Lonzi, ma non gli viene in mente di scrivere una proposta di legge per l’abolizione dell’obiezione di coscienza per l’interruzione di gravidanza. E la solita donna comune che incontriamo dal parrucchiere vota la Meloni.


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