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Gestazione per altri, polemica in famiglia - di Hela Mascia

Gestazione per altri, polemica in famiglia - di Hela Mascia

A proposito della polemica tra le diverse opinioni del femminismo sulla GpA, una riflessione sul versante giuridico

Venerdi, 25/08/2017 - Sulla gestazione surrogata si è aperta una polemica in famiglia: il femminismo di “Se non ora quando ne invoca un divieto universale, ma per questo è giudicato punitivo nell’opuscolo “Mamma non mamma” (Leggendaria n.123/717) edito dal Gruppo del mercoledì; quest’ultimo, invece, si presenta come un femminismo promozionale della gestazione in quanto pur sempre espressione della libertà femminile. Per fortuna il motivo del contendere è un fenomeno così circoscritto da non destare allarme, tuttavia la polemica talvolta oltrepassa i limiti di una differenza di vedute.

L’articolo di Annarosa Buttarelli (DeA, 19.08.17) invita al superamento del dissidio in nome dell’autodeterminazione “extra-legem” della donna, principio inteso nel suo senso letterale: ”anche nel caso della GPA ci saranno donne che useranno la propria esclusiva capacità procreativa come vogliono, partoriranno figli per altri, per sé, per amore della vita, per soldi o per dono o per superficialità semplicemente perché parecchie partoriscono con facilità…….questo significherebbe non chiedere mai la penalizzazione né la regolamentazione. …….poiché la legge ed il diritto moderno sono universalistici e non ancora capaci di sopportare le reali differenze.”(1)

Su queste affermazioni avrei da obiettare che in campo giuridico è in atto, al contrario, un processo di riconcettualizzazione profonda del principio di universalità. La radicale critica del pensiero della differenza al soggetto giuridico astratto, teso a cancellare la differenza di genere, ha trovato alleati nel Welfare e nella scienza; dal soggetto giuridico astratto si è arrivati alla persona immersa nella concreta modalità dell’esistenza ed alle sue reali caratteristiche. Il passaggio è avvenuto a partire dal corpo femminile considerato in sé mentre prima era chiuso in uno status. Il riferimento femminista alla realtà materiale non ha nulla a che fare con il richiamo alla natura, mentre comprende nuovi istituti giuridici di tipo tradizionale. Ad esempio, dopo il femminismo, la disciplina della violenza sessuale non è più collocata nel titolo dei “delitti contro la moralità pubblica ed il buon costume”, ma tra i”delitti contro la persona”.

Altri esempi possono essere fatti in tema di responsabilità civile, ma ai fini del nostro discorso basti rilevare che il diritto alla salute è il più innovativo modo di guardare alla persona.

L’art. 3 della Carta dei diritti Fondamentali della Unione Europea e l’Organizzazione Mondiale della Sanità considerano la salute non più come assenza di malattia ma come “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale.” (2)

Si sta passando da una nozione giuridica che presupponeva la neutralità ad un’altra strutturata in modo da accompagnare lo sviluppo della personalità. La rilevanza della persona passa attraverso il riconoscimento di qualità come dignità e umanità, dichiarate inviolabili e vincolate al rispetto.

L’art. 32 della nostra Costituzioneviene interpretato come una nuova dichiarazione di Habeas Corpus che definisce intoccabile il corpo in quanto presidio della persona umana.

Alla luce di questa nuova interpretazione, l’autodeterminazione extra-legem è una concezione datata rispetto ai principi giuridici europei sulla salute della persona che oggi sono: consenso dell’interessato, divieto di fare del corpo un oggetto di profitto, divieto dell’eugenetica di massa e divieto della clonazione.

Va aggiunto un ulteriore elemento da prendere in considerazione.

Noi donne abbiamo il sapere della cura dei figli ed il diritto di chiedere chi verrà al mondo in questa sorta di assemblaggio (3) che è la gestazione surrogata. La risposta riguarda non solo la madre surrogata, ma anche i soggetti che alimentano la domanda di ovociti necessari per la ovodonazione (in molti casi di riproduzione assistita), ma anche la ricerca scientifica.

Nell’opuscolo “Mamma non mamma” viene riportata una illuminante intervista a Laura Corradi docente di studi di genere che, senza mezzi termini, delinea tutti i rischi alla salute di una realtà fatta di “decine di migliaia di donne che affittano i loro uteri nelle oltre 3000 cliniche indiane…….ed i rischi alla salute che corrono sia la procacciatrice di ovuli che la gestante….. Anche il futuro bambino non è immune da difetti cromosomici

Per non parlare, aggiungo io, della realtà non materiale rappresentata dall’inconscio del bambino abbandonato dopo essere stato nel grembo di una donna che non lo ha sentito suo per nove mesi e da cui si separa con voluta indifferenza.

Questo modo di nascere è il motivo per cui la GpA è vietata nella maggior parte dei paesi europei.









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Note

1) si legga la riflessione di Luisa Muraro rilasciata in occasione della polemica con Letizia Paolozzi sull’omo-patriarcato : “(con la gestazione surrogata) si perpetua quel patriarcato che fu precedente a quello del contratto sociale dove la libertà fu disegnata sugli uomini, ma offerta universalmente: quella del contratto sessuale al cui interno una donna è un corpo la cui funzione fa l’uso”

2) tale definizione è stata accolta nel nostro ordinamento al I° comma dell’art. 32 della Costituzione nella interpretazione data dalla Corte Costituzionale nel 1991

3) parlo di assemblaggio e non di relazione interpersonale perché non riesco ad immaginare che tipo di relazione si possa instaurare fra una donatrice di ovuli ucraina (molto richiesta perché occidentale e bionda), la eventuale madre che vive in un altro paese e porta avanti la gestazione a basso costo ed i genitori che vivono in un altrove

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