Politica/ Un ricordo per Fiorella Ghilardotti - Un ricordo di Fiorella partendo dal legame personale che Arianna Censi ha avuto il privilegio di stringere con lei
Arianna Censi Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2005
La malattia non l’aveva piegata, non aveva intaccato la sua integrità, la sua forza e la sua energia.
So di rappresentare il dolore di tante compagne e di tante amiche, di numerose donne che fanno politica da tempo, ma anche di quelle che hanno appena iniziato questo percorso e di molte che stiamo aiutando ad avvicinarsi alla politica.
Il suo ultimo impegno è stato proprio questo: da una parte consolidare la presenza delle donne nella politica - offrendo loro strumenti e conoscenze, condividendo le difficoltà e i progetti - dall’altra tentando di avvicinare nuove donne a questo importante strumento di impegno civile. Con una disponibilità e una gentilezza che in lei si accompagnavano sempre ad una certa fermezza, ma anche ad una severità, vorrei dire una giusta severità.
In questi ultimi mesi, nel nostro peregrinare per i paesi della Provincia di Milano, abbiamo incontrato decine e decine di donne. Un auditorio attento al quale Fiorella era riuscita a trasmettere la sua passione per l’impegno civile e per una politica giusta, che sapesse ascoltare le esigenze dei cittadini e delle cittadine, che fosse in grado di fornire risposte adeguate attraverso l’azione, utilizzando gli strumenti che possedeva: le straordinarie competenze, le conoscenze costruite con lo studio e l’aggiornamento continuo, con la preparazione e la grande capacità di lavoro.
Niente di casuale, niente di approssimativo. Una serietà e un rispetto per le Istituzioni e per tutte le persone che le istituzioni abitano.
Pochi mesi fa, alla fine del mese di giugno, abbiamo promosso una visita al Parlamento Europeo con alcune amministratrici della Provincia di Milano. Fiorella ha organizzato una “tre giorni” intensissima in cui ci ha trasmesso, attraverso gli incontri con le parlamentari di molte nazioni europee, quanta passione avesse messo in questo impegno e di quanto amore e di quanto rispetto fosse lì circondata.
Ma credo che potrei dire la stessa cosa del ricordo che ha lasciato – nel pur breve periodo in cui ha presieduto la Regione Lombardia - nei dipendenti, nei collaboratori e nei cittadini, che vedevano in questa donna, che parlava una lingua che comprendevano e che si sforzava di comunicare il difficile lavoro che stava compiendo, le ragioni di una nuova sfida per la ricostruzione di un rispetto e di una fiducia nelle istituzioni che quel difficile periodo aveva quasi annientato.
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