L'Associazione Il Compasso ripropone dopo l'interesse dei genitori riscontrato nel primo ciclo di incontri GENITORI IN GIOCO
Sabato 29 Settembre 2012 ore 10
Giovedi, 06/09/2012 - Riprendono gli incontri di gioco del Compasso per prendersi del tempo tra genitori e figli. Per
scoprire nuovi possibili modi di
Stare Insieme,
Comunicare e Divertirsi... ma
anche
Socializzare tra Bambini e Confrontarsi con altri Genitori
attraverso il metodo “Sherborne Developmental Movement”.
Genitori in Gioco
Questo progetto è rivolto a genitori e bambini della fascia d’età 0-3 anni: per prendersi del tempo tra genitori e figli, per scoprire nuovi possibili modi di stare insieme, comunicare e divertirsi, ma anche per socializzare tra bambini e confrontarsi con altri genitori attraverso il metodo “Sherborne Developmental Movement”. Si propone, quindi, un percorso di gruppo basato su esperienze ludiche condivise per favorire l’incontro, lo scambio, la vicinanza e il “prendersi cura” dell’altro, utilizzando la comunicazione corporea, non verbale e simbolica per il raggiungimento di uno stato di Ben-“essere” con sé e con gli altri.
Finalità
Il difficile mestiere di genitore si apprende giorno dopo giorno nella relazione con i propri figli. Sempre più i genitori sentono il bisogno di individuare strumenti che facilitino la relazione con loro per favorirne lo sviluppo armonico in un contesto di Ben- “essere” psicologico e famigliare. Lo sviluppo del pensiero dei bambini avviene attraverso l’esperienza concreta e operativa. I bambini crescono nel gioco e nel movimento; "pensano", conoscono, scoprono, sperimentano attraverso il fare. Accompagnarli in questo percorso per i genitori significa mettersi a giocare carponi con loro in un contesto privo delle “distrazioni” costituite dai doveri quotidiani. Rispondere a questo bisogno è la finalità principale del Progetto proposto.
L’altra finalità del percorso è la socializzazione tra adulti. La solitudine dei genitori nel mondo moderno assume talvolta contorni drammatici, come assistiamo nei fatti di cronaca. Chiusi nelle nostre case costruiamo spesso idee, “miti”, rigide che fanno soffrire (U. Galimberti). Ad esempio l’idea di un amore materno perfetto, assoluto, privo di ambiguità e contraddizioni è un mito individuale dell’era moderna. Non si può a volte neanche esprimere la fatica dell’essere genitore per paura di essere considerato o di sentirsi “un cattivo genitore”. De-mitizziamo le nostre idee, confrontiamole con quelle di altre persone che sono in grado di condividerle perché vivono esperienze simili, ridiamoci su, curiamole nel confronto con gli altri.
Metodologia
I giochi di relazione proposti sono un sistema di interazione fisica tra due persone nel quale il potere, la taglia, la forza e l’abilità diventano irrilevanti. Essi producono un senso di fiducia, intimità, divertimento reciproco al fine di rafforzare il rapporto. Aiuta il bambino a sviluppare consapevolezza nel proprio corpo, agilità e fiducia. Crea comunicazione non verbale tra adulti e bambini, ma può anche essere un modo per migliorare il vocabolario perché le parole associate ad esperienze fisiche vengono interiorizzate e memorizzate più facilmente.
Il metodo riesce a rilassare i genitori a renderli sciolti e affettuosi con i loro bambini.
I papà di solito sono più inclini a giochi corporei di movimento, mentre le madri occupate dai compiti giornalieri vivono il gioco come modalità non legittima di usare il proprio tempo. Ma quando a loro è permesso di giocare il divertimento è considerevole.
Il percorso proposto si presenta in una forma eclettica fondendo l’approccio del “Sherborne Developmental Movement”, la teoria dell’attaccamento (Bowlby, Ainsworth, Wijronks), le teorie interazioniste e sistemico-relazionali (da Stern a Bateson) e i giochi tradizionali usati dagli educatori negli asili nido frutto della formazione ed esperienza pratica della conduttrice. Si propongono esperienze e giochi motori e simbolici utilizzando soprattutto il corpo dei partecipanti, ma anche semplici strumenti (teli piccoli e grandi, pupazzi, libri, musica, oggetti della classica pratica psicomotoria).
Nel percorso sarà previsto un incontro rivolto solo agli adulti per esplicitare gli elementi teorici che supportano la pratica sperimentata.
Obiettivi dei giochi
Favorire la relazione genitore bambino, lo scambio affettivo e lo sviluppo di un attaccamento sicuro attraverso la possibilità di esperire un adulto attento ai segnali del bambino, responsivo, sincronizzato, stimolante, ma anche in posizione di ascolto (Bowlby, Ainsworth). L’adulto vivendo l’esperienza di percepirsi come attento ai segnali del proprio figlio potrà esportare questo vissuto in altri momenti della sua vita famigliare, anche perché il bambino stesso gli richiederà ancora questo tipo di relazione individualizzata e attenta. Questa esperienza può favorire lo sviluppo di un attaccamento sicuro e costituisce un fattore di protezione per lo sviluppo del bambino.
Imparare a non forzare il bambino negli esercizi. Il bimbo stesso sarà attratto dal gioco dato il contesto particolarmente adatto ai suoi bisogni motori. A partire dall’interesse del bambino, il gioco si svilupperà. Si propone una scaletta di stimoli precisa, ma potrà variare; i genitori impareranno a variarla sulla base delle preferenze del proprio figlio.
Valorizzare la sua iniziativa, la sua espressione, ripetendola, amplificandola. I bambini hanno bisogno della ripetizione per interiorizzare esperienze, ma anche la variazione di un tema è importante: genera curiosità, divertimento nel gioco.
Importanza di valorizzare le espressioni emotive dell’adulto, variando il tono della voce a seconda del messaggio che si vuole comunicare, dando enfasi per attrarre attenzione dei bambini: i bambini che associano all’esperienza una forte emozione positiva sviluppano più facilmente il linguaggio, perché viene facilitata la memorizzazione delle parole.
Comprendere che il bambino apprende di più dall’incoraggiamento, dalla possibilità di fare e sperimentare piuttosto che da limitazioni e frustrazioni (anche se a volte sono inevitabili).
Questo progetto è rivolto principalmente a genitori e bambini della fascia d’età 0-3 anni, ma anche ad educatori professionali, educatori asilo nido, micronido e nido in famiglia. Agli educatori in particolare si propone un percorso finalizzato alla progettazione e alla conduzione in autonomia incontri di gioco genitori-bambini; un percorso volto all’acquisizione del metodo proposto al fine di poterlo utilizzare anche con i bambini.
Per informazioni
Carmela Siena
Psicologa Psicoterapeuta Famigliare, di coppia e individuale
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