Genericamente "gli altri", specificamente Laura Puppato e Bruno Tabacci
La trasmissione televisiva Mezz'ora di L. Annunziata ha ancora una volta evidenziato il c.d. burqua mediatico, calato pesantemente sulla candidatura di L. Puppato alle primarie del centro-sinistra.
Lunedi, 12/11/2012 - Durante l’intervista di L. Annunziata ad A. Alfano, in qualità di segretario nazionale del Pdl, la conduttrice di Mezz’ora ha affrontato insieme al suo ospite l’argomento delle consultazioni primarie, sia nel centro- destra che nel centro- sinistra. Proprio per quest’ultimo schieramento politico la giornalista ha evidenziato la notizia dell’odierno confronto tra i candidati, che si terrà stasera su di un’emittente televisiva privata. Scorrendo la lista di chi il 25 novembre venturo avrà il voto per guidare la coalizione che si proporrà alla guida del Paese nelle prossime elezioni politiche, L. Annunziata ha enucleato i nomi dei candidati Bersani, Renzi, Vendola e, dopo una brevissima pausa, ha aggiunto “gli altri”. La nebbia fitta è scesa su B. Tabacci e L. Puppato, prima ancora che si offrisse la possibilità di menzionarli. Potremmo giustificare la conduttrice della trasmissione, come ogni altro operatore dei media televisivi e no, dicendo che è inutile richiamare questi ultimi due candidati perché la competizione si stringe ai primi due, o al massimo tre candidati citati e, si sa, il mondo giornalistico è interessato anche agli aspetti spettacolari dell’agone politico. Certo è che da una professionista dell’informazione non c’era da aspettarselo ed ancor meno da una donna che, da qualificata opinionista, avrebbe dovuto menzionare anche gli altri due nominativi, soprattutto perché tra di essi ve ne era uno femminile.
Sarà che si è prevenuti mentalmente e si decide di accendere i riflettori solo su chi ha maggiori chance di vittoria, ma, qualunque altra sia la motivazione di un simile atteggiamento, c’è da constatare che alla fine ci troviamo di fronte all’ennesima dimostrazione di silenzio mediatico. Sarà, pure, che nel mentre B. Tabacci sia di per sé conosciuto anche per le innumerevoli apparizioni televisive effettuate nella sua ventennale carriera politica, L. Puppato, invece,è poco nota e paga lo scotto di aver iniziato tardi la sua campagna elettorale, lottando contro il poco tempo a disposizione per ottemperare alle regole previste per la competizione delle primarie del centro-sinistra. Si deve, comunque, prendere atto che non interessano molto ai media televisivi questi due candidati, se si sorvola genericamente sui loro nomi fin troppo presi dagli eventuali risultati già prima che la competizione sia finita. Ma, al di là di questa realistica presa d’atto, mi duole sottolineare che da una giornalista non mi sarei aspettata il vuoto mnemonico sul nome della candidata e poi, da una donna che è stata anche presidente della Rai, non avrei previsto il silenzio della battuta “gli altri”, buttata lì quasi forzatamente.
Non ci sto a questo gioco, per così dire al massacro politico, e mi tornano alla mente le tante ore di discussione che ognuna di noi ha posto in essere ogniqualvolta che si è parlato di rappresentanza politica di genere. Per una come me, che ha plaudito alla legge elettorale della regione Campania sulla doppia preferenza idonea a far entrare nel correlato consiglio regionale ben quattordici consigliere, per una come me, che ha svolto in quell’occasione campagna elettorale facendo circolare in contemporanea un biglietto promozionale con i nomi congiunti del candidato e della candidata, quel “gli altri” appanna la mia capacità di pervenire ad un giudizio sereno su quanto accaduto in quella trasmissione. Allora, quasi naturalmente, un non tanto lieve moto di rabbia sale su e penso che noi donne siamo realmente le peggiori nemiche di noi stesse ed incomincio a far calare sul mio impegno politico, civile e sociale il pesante velo della rassegnazione. Poi accendo il computer e ritrovo in rete notizie su convegni, appuntamenti, pillole di programma elettorale, appelli alla mobilitazione per L. Puppato, ma, soprattutto, sue “amiche” che stanno lavorando per lei. Certo, ci sono anche uomini tra quanti sostengono idealmente chi fino al luglio scorso era sconosciuta ai più, eppure la passione e le speranze, che stanno profondendo le donne impegnate in Internet per lei, mi conforta alquanto e mi commuove nel contempo. Così clicco sul “mi piace” e tiro dritta, anche se so che non siamo in molti, anche se sono cosciente che quella di L. Puppato sarà una candidatura di bandiera. Ma, egr. L. Annunziata, io l’asta di quella bandiera la tengo ben alta, nonostante sia tanta la difficoltà di sostenerla, perché credo in lei, pure per tante altre donne che non vogliono o non possono credere in chi tra loro ha dimostrato il grande coraggio di candidarsi alla guida del Paese, un coraggio che non merita il grave silenzio sul suo nome.
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