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Fuori dal ghetto - Il primo rapporto Osservatorio Carta di Roma

Fuori dal ghetto - Il primo rapporto Osservatorio Carta di Roma

Il primo rapporto dell’Associazione Carta di Roma, verrà presentato oggi alla Camera dei Deputati. Nasce nel 2011 per garantire l’attuazione del codice deontologico per un’informazione corretta sui temi dell’immigrazione.

Lunedi, 16/12/2013 - Il primo rapporto dell’Associazione Carta di Roma, verrà presentato oggi alla Camera dei Deputati. Nasce nel 2011 per garantire l’attuazione del codice deontologico per un’informazione corretta sui temi dell’immigrazione. Alla presentazione prenderanno parte anche la ministra dell’Integrazione Cécile Kyenge e la presidente della Camera Laura Boldrini, L’analisi emersa dal rapporto dell’Associazione Carta di Roma, mette in evidenzia le tendenze che “la professione giornalistica sta sperimentando per produrre qualcosa di più idoneo a raccontare le sfide contemporanee” di una realtà completamente cambiata rispetto al passato, che necessita ad una rappresentazione della contemporaneità che oggi è composta da una cittadinanza sempre più multiculturale, con la necessità di avere meno stereotipi e meno pregiudizi all’interno degli organi d’informazione.



L’analisi fatta dal progetto “Notizie fuori dal ghetto” evidenzia una tendenza positiva e un miglioramento rispetto al passato in merito alla considerazione che il mondo dell’informazione dedica all’argomento. Dal 2012 c’è un aumento significativo di notizie sull’immigrazione e l’asilo legate alla società, come lavoro, economia e istruzione, mentre diminuiscono quelle connesse all’ambito della cronaca, in particolare la nera, che invece trova ampio spazio solo sulle testate locali. Le prime pagine dei giornali dedicano, con maggiore attenzione alla tematica dello ius soli, il diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati i quali trovano anche maggiore spazio all’interno dell’informazione televisiva, che attraverso le loro storie personali e le loro difficoltà, gli garantisce un ruolo di protagonisti attivi delle notizie.



La descrizione dei flussi migratori rimane invece invariata, i cui racconti e la trattazione del tema continua a essere legata all’idea centrale dello sbarco, in cui la questione specifica dei richiedenti asilo emerge solo con le terribili tragedie di Lampedusa, in cui hanno perso la vita 366 profughi.

La connotazione etnica delle notizie rimane: la nazionalità dell’immigrato viene specificata in prima pagina nel 32% dei casi analizzati, il 59% delle volte facendo riferimento a episodi di cronaca nera. Nei casi di femminicidio contro le immigrate l’approccio riduce l’analisi in un “fatto culturale”. Ma quando i protagonisti sono di nazionalità italiana la stessa la stessa situazione viene descritta come “omicidio comune” o “omicidio passionale”, mentre sono “omicidi culturali” se sono stranieri.



Un ulteriore elemento che si riscontra nel rapporto e che riguarda la stigmatizzazione dell’informazione, il cui linguaggio scorretto e l’”etnicizzazione dei reati” finisce per creare un pregiudizio dei confronti di un’intera comunità, piuttosto che colpevolizzare solo l’individui che ha commesso il reato, è relativa alla comunità dei Rom e dei Sinti, spesso ancora definiti “zingari” o “nomadi”. Tuttavia le notizie che trovano molto più spazio sono quelle legate a episodi di razzismo: nel 42% dei casi riguardanti episodi di cronaca nera, nel 15% inerenti commenti o affermazioni di forze politiche e nel 13% connessi al mondo del calcio.

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