La mamma di Francesco racconta una storia di opportunità negate per impreparazione, disorganizzazione e sostanziale indifferenza
Lunedi, 20/01/2020 - Scrivere sul “mentre, dopo di noi” significa affrontare le innumerevoli problematiche, angosce, paure, incertezze che sono presenti nella mia mente e con cui convivo da quando mio figlio Francesco, che ora ha ventidue anni, aveva solo due mesi ed è finito in terapia intensiva per delle crisi epilettiche che, non riconosciute come tali dai medici, erano divenute subentranti. La mia storia è oltretutto particolare, perché per quindici anni, insieme a mio marito, abbiamo pensato solo alla riabilitazione di Francesco, affrontandola senza ricercare nessun ausilio operativo dalla struttura pubblica, pensando a fare privatamente tutto ciò che ci suggerivano i vari medici consultati, per consentirgli di avere uno sviluppo adeguato alle sue potenzialità: logopedia, riabilitazione motoria e cognitiva, psicoterapia.
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