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Francesca Prestia cantastorie per amore delle donne

Francesca Prestia cantastorie per amore delle donne

Cantastorie calabrese che gira l’Italia con la Ballata di Lea dedicata a Lea Garofalo, uccisa dalla 'ndrangheta. Da quest’anno con il Miur in tutte le scuole italiane.

Giovedi, 13/06/2013 - Abbiamo intervistato Francesca Prestia, cantastorie calabrese che gira l’Italia con la Ballata di Lea dedicata a Lea Garofalo, uccisa dalla 'ndrangheta. Da quest’anno con il Miur in tutte le scuole italiane.



Come nasce l’esperienza di cantastorie?


Nasce tra i banchi di scuola perché facendo l’insegnante di scuole primarie e di sostegno ai bimbi con handicap mi sono accorta che con il linguaggio musicale riuscivo a facilitare gli apprendimenti della storia, della geografia, dell’italiano e anche della lingua dialettale. Visto l’entusiasmo dei bambini e dei familiari è nata l’esigenza di raccontare la storia della Calabria e del meridione, continuando a lavorare ho organizzato gli spettacoli su queste tematiche.



Sei una delle poche cantastorie italiane che portano avanti le tradizioni delle proprie regioni?

Donne cantastorie ce ne sono, ce ne sono state tante, soprattutto nel nord d’Italia perché c’è la tradizione delle cantastorie delle risaie che raccontano le storie delle mondine, delle donne operaie, sia in Lombardia, in Emilia Romagna, in Toscana e poi ci sono le meridionali soprattutto in Sicilia, in Calabria sono l’unica. Ricordo Dina Boldrini che è una cantastorie di ottanta anni mantovana che diceva come il cantastorie deve principalmente saper raccontare, captare l’attenzione del pubblico sulla storia perché la storia veicola un insegnamento, poi la canzone che fa memorizzare il ritornello.



Com’è nata la Ballata per Lea Garofalo? che ricordiamolo fu rapita e uccisa dal marito e dai complici legati alla ndrangheta a Milano.

E’ nata dalla lettura di un articolo sul Quotidiano di Calabria che si intitolava “Sognava l’Australia’, leggendo quell’articolo la storia mi colpì perché quando una donna la si priva della libertà di scelta del come vivere la propria vita, questa è una cosa sconvolgente, perché so di tante donne che vivono nella sofferenza silenziosa per la mancanza di libertà, e poi perché in tutti questi anni ho sempre cantato le storie del passato io sentivo l’esigenza di cambiare qualcosa della tradizione calabrese e quindi di dedicarmi alle storie del presente. La storia di Lea mi ha emozionato moltissimo e quindi ho iniziato a raccontare il presente partendo dalla sua storia.



Stai girando tutta l’Italia?

Si sono andata ovunque Milano, Firenze, Mantova, Sardegna, Campania, Verona e dopo Lea ho abbracciato altre storie come quella di Giuseppina Pesce e quella di Miraf una donna immigrata che è arrivata in Calabria con i gommoni e adesso ha acquisito la cittadinanza italiana. Sto abbracciando la storia di tante donne d’oggi per cantare loro e per dare voce alle sofferenze di chi è ancora vivo.



Dallo scorso anno è stato avviato un progetto contro le Mafie per le scuole con il Miur e con Filomena Fotia del Ministero per la Pubblica Istruzione, di cosa si tratta?

E stato realizzato per questo anno appena terminato esclusivamente nelle scuole calabresi, negli istituti superiori, il prossimo anno invece, visto il successo che ha riscosso verrà realizzato in tutt’Italia e quindi stiamo stipulando accordi con i licei italiani, si spera anche con l’Accademia di Brera a Milano per una collaborazione con le classi di pittura visto che i cantastorie si accompagnano con le tele illustrate, quindi graficamente.



Come coinvolgete i ragazzi?

Il progetto si sviluppa in tre fasi: la prima consiste nella conoscenza e nell’approfondimento per cui si invitano magistrati, poliziotti, addetti ai lavori per parlare delle problematiche che riguardano il mondo femminile perché oltre la lotta contro l’illegalità noi facciamo informazione per i femminicidi, poi si attivano dei laboratori musicali dove i ragazzi con i loro strumenti compongono un brano su queste tematiche, scelgono anche lo stile musicale. Quest’anno ad esempio hanno scelto anche il rap, il pop. E poi in sala d’incisione per comporre un cd in modo che rimane una traccia indelebile del loro lavoro della loro creatività. Quest’ anno sono stati pubblicati 4mila cd con tutti i canti composti dalle cinque scuole calabresi, che vengono distribuiti gratuitamente in tutte le scuole. I ragazzi in maniera molto creativa stanno facendo dei video che vengono caricati su youtube e girano nel mondo giovanile. Questo per noi significa fare la cultura dell’antimafia partendo dalla gente comune che vuole esprimere liberamente il proprio pensiero.

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