Dopo un 'week-end' all’insegna del tutto esaurito prosegue a Firenze il cinefestival, molto apprezzato anche da giovani e giovanissimi grazie alle iniziative che la manifestazione ha ideato per loro
Lunedi, 30/10/2023 - La 15a edizione di France Odeon ha visto gremitissima la sala del Cinema La Compagnia di Firenze, non solo in occasione della serata inaugurale, sabato 28 ottobre, con l’ultimo e ‘molto francese’ film di Woody Allen, “Coup de chance”, ma per tutte le proiezioni.
Oggi il festival ha ospitato anche il suo tradizionale convegno che, da sempre, è occasione di confronto tra le iniziative di Italia e Francia, quest’anno dedicato all’Intelligenza Artificiale ed alla sua regolamentazione normativa.
Prosegue senza sosta la ricca programmazione della rassegna che domani, martedì 31 ottobre proporrà due anteprime nazionali ed il film vincitore dell’Orso d’Oro alla 73a Berlinale, “Sur l’Adamant “, di Nicolas Philibert, tra i migliori maestri internazionali del cinema documentario e per scelta autoriale e per tematiche sempre sensibili e vicine al sociale, come pochi son in grado di fare.
Basterà ricordare il suo splendido “Essere e avere”, del 2002, un 'docu-fiction' che riprende le vicende di una scuola e dell'ambiente rurale ad essa circostante nel Massiccio centrale francese, per il periodo che va dal dicembre 2000 a giugno 2001.
Protagonisti 13 bambini di età differente, dai 4 ai 13 anni, riuniti intorno alla figura di un insegnante in procinto di andare in pensione. Tratta i temi ed i problemi della pluriclasse, un modo ormai dimenticato e sconosciuto ai più – ma molto valido - di gestire l’istruzione scolastica di base nei luoghi più sperduti di un Paese, tipico, fino a non molti anni fa, anche del territorio italiano.
L'ambiente contadino con i suoi ritmi, la quotidiana vita scolastica, i rapporti del maestro con genitori ed alunni, le piccole contese tra piccini e più grandi ne costituiscono, trama ed ordito, il tessuto narrativo, facendo di quest'opera di Philibert, un ‘unicum’ filmico, di straordinario interesse didattico ed etico che in Francia ha riscosso successo e riconoscimenti da pubblico e critica.
Alle 17 di martedì 31, dunque, si inizierà con l’ultima opera di Robin Campillo che dopo “120 battiti al minuto” sottoscrive un altro lungometraggio in parte autobiografico, “L’île rouge”. Ambientato in Madagascar all’inizio degli anni Settanta, il film racconta la fine dell’impero coloniale francese attraverso lo sguardo del piccolo Thomas, figlio di Robert (Quim Gutiérrez), un militare che vive alla base con sua moglie Colette (Nadia Tereszkiewicz). Gli amori, i tradimenti, le inquietudini e le speranze si mescolano alla storia con la s maiuscola nel piccolo mondo velenoso e magico dell’isola.
Alle 19.30, direttamente dal concorso del 76° Festival di Cannes, arriva a Firenze “L’été dernier” di Catherine Breillat, con Léa Drucker (in origine Valeria Bruni Tedeschi avrebbe dovuto interpretare Anne, la protagonista), Olivier Rabourdin ed il giovanissimo Samuel Kircher, presente in sala. Un film sicuramente fuori dai canoni, ‘in puro stile Breillat’, che dieci anni dopo il suo ultimo film, "Abus de faiblesse", tratto dal proprio romanzo autobiografico, torna al lungometraggio.
La Breillat, settantaquattrenne autrice da sempre fuori dalle righe e gli schemi – e proprio per questo odiosamata da molti ad oggi, anche in tempo di festival - riprende il testo filmico danese "Dronningen" (2019) di May El-Toukhy che era stato scelto per rappresentare la Danimarca nella categoria per il miglior film internazionale agli Oscar 2020.
E lo ha fatto con un ottimo collaboratore, Pascal Bonitzer, tra i critici dei mitici "Cahiers du cinéma" e poi storico collaboratore dei migliori realisatéurs francesi del secolo scorso e di questo: Pascal Kané, Jean-Louis Comolli e soprattutto André Téchiné ed il grandissimo Jacques Rivette.
La proiezione rientra nel gemellaggio tra France Odeon e Villa Medici.
Per concludere, alle 22.30, France Odeon presenta fuori concorso l’Orso d’Oro del 73° Festival internazionale del cinema di Berlino il già citato “Sur L’Adamant” di Nicolas Philibert, un ritratto delicato e attento del centro diurno psichiatrico “L’Adamant”. Con gli usati ritmi e l’accuratezza tipici del documentario Philibert, forte anche dell’esperienza della sua co-sceneggiatrice, la psichiatra Linda De Zitter, racconta la quotidianità sofferta di questa realtà, attiva dal 2010 nel cuore di Parigi, dove i pazienti, affiancati da medici e professionisti, hanno la possibilità di riprendere a rapportarsi con il mondo.
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