Sportelli rosa/4 - Intervista a Franca Cipriani
Consigliera di Parità della Provincia di Roma
Angelucci Nadia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2008
Il rafforzamento degli Sportelli donna, all’interno dei CPI, punta ad eliminare e prevenire la discriminazione nel lavoro per le donne. Cosa ne pensa?
Mi pare che malgrado gli sforzi e i numerosi tentativi per cercare di instaurare un rapporto più diretto con le donne, i CPI sono ancora poco ospitali rispetto alle problematiche legate al lavoro femminile. Quindi l’idea di rafforzare questo servizio diretto alle donne mi sembra proprio che vada nella direzione di rendere queste strutture più accoglienti.
Ci può dare un quadro del mercato del lavoro femminile a Roma e provincia?
C’è una grande differenza sia per quello che riguarda le opportunità di occupazione sia relativamente al tasso di occupazione che nella capitale è molto più alto. Questo è testimoniato anche dal fatto che a Roma c’è una maggiore possibilità di trovare un lavoro dipendente mentre nella provincia le donne si orientano sempre più verso l’autoimprenditoria.
Questo ci porta al tema del welfare e dei servizi, la cui assenza in qualche modo contribuisce a tenere le donne lontane dal mercato del lavoro.
Il problema non riguarda solo l’azienda o le istituzioni che dovrebbero costruire l’asilo nido in più ma tutta la politica che deve tenere insieme le istituzioni, le forze sociali sul territorio, i sindacati, le aziende e tutte le strutture dedicate al lavoro. Ciò deve essere integrato per sviluppare una progettazione forte sul territorio che dia una continuità alle azioni; ciò che bisogna combattere è un insieme di situazioni che nascono da stereotipi che prevedono che sia sempre e solo la donna ad occuparsi della gestione familiare, dei figli. Questo va rimosso attraverso interventi non solo per la conciliazione ma per la condivisione del lavoro di cura.
Quale bilancio possiamo fare e a che punto siamo con l’applicazione del diritto al lavoro per le donne?
Ritengo che siamo molto lontani sia dalla piena applicazione del diritto al lavoro sia dalla richiesta che ci fa l’Europa che è quella di imboccare la strada della soluzione della crisi economica anche aumentando il tasso di occupazione femminile. C’è in questo campo una cecità che non si risolve solo attraverso la rivendicazione di un diritto ma che deve riconoscere che c’è un problema che non si riesce ad affrontare. Questo è un limite forte che condiziona non solo i nostri diritti ma anche la situazione della nostra economia.
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