Carceri - L'impegno della Camera del Lavoro di Milano nelle politiche sociali e per la condizione dei detenuti e delle detenute nelle carceri della provincia
Prota Giurleo Antonella e Paola Bentivegna Domenica, 28/07/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2013
La Camera del Lavoro di Milano si impegna da vent’anni nelle politiche sociali e si occupa della condizione dei detenuti e delle detenute nelle carceri della provincia. Con il progetto Ekotonos e l’Osservatorio carcere e territorio di Milano ha avviato una serie di attività formative per ridurre la desocializzazione presente all’interno degli istituti di pena.
Una di noi, che lavora in carcere come volontaria, dice: “L’arte, l’insegnamento e la politica delle donne sono le passioni che mi hanno condotta ad accettare la proposta di coordinare un corso alla sezione femminile del carcere milanese di San Vittore. Inizialmente le donne detenute avevano chiesto di usufruire di una competenza per realizzare biglietti per le figlie e per i figli. Ho iniziato a lavorare con loro partendo da questo desiderio per ipotizzare un percorso di analisi, elaborazione ed espressione attraverso i linguaggi visivi. Nonostante le limitazioni dovute alle misure di sicurezza proprie di un carcere è stato possibile raggiungere risultati più che dignitosi, sia grazie alla disponibilità del personale, sia a quella delle donne che hanno scelto di frequentare il laboratorio”.
Il carcere è un luogo duro anche per chi ci lavora; per le agenti di custodia, in particolare se abitano presso il carcere, si può trasformare in luogo di detenzione. Le attività che vi si svolgono e che vedono la presenza di persone provenienti dall’esterno sono viste quindi come possibilità di allentare le tensioni.
Abbiamo fatto entrare l’esterno attraverso la realizzazione di una mostra di libri d’artista che ha visto la presenza attenta di circa 60 detenute su un centinaio e contestualmente abbiamo avviato il progetto I libri possono volare. È poi partito il laboratorio di libri d’artista durante il quale le detenute hanno messo in pratica la loro creatività con risultati sorprendenti.
Le ore di laboratorio si sono susseguite fino a giugno e in autunno verrà organizzata presso la Camera del Lavoro una mostra di tutte le opere. Le fotografie scattate ad ogni incontro saranno raccolte in un cofanetto insieme ai pensieri di coloro che hanno partecipato.
Ci si è dovute confrontare con l’interruzione delle relazioni, a causa delle uscite e dei trasferimenti in altri istituti; tutti i lavori hanno dovuto essere iniziati e terminati nella stessa giornata.
Il 23 aprile, in occasione della giornata internazionale del libro, abbiamo regalato circa 150 libri, anche in lingua straniera, alle detenute e al personale istituzionale con l’iniziativa La giornata del libro e delle rose, offrendo anche fiori di carta per ogni cella.
Le reazioni di queste donne, sconosciute e ormai diventate parte della nostra vita, sono le più diverse. Nei libri d’artista hanno espresso una profondità di pensieri inaspettata e i loro commenti evidenziano legami fortissimi coi loro affetti, emozioni represse per soffrire meno e capacità, nel rapporto collettivo all’interno dei laboratori, di starvi con “innocenza” e semplicità, trasformando in positivo la forzata mancanza di libertà.
Le donne scrivono e preparano biglietti adorabili su fogli colorati, da spedire ai propri cari o da consegnare in occasione dei colloqui e hanno grande attenzione verso le figlie e i figli.
I livelli di istruzione sono molto diversi, si va dall’analfabetismo alla laurea, ma tutte le donne, anche quelle più “dure”, dimostrano una spiccata sensibilità e bisogno di “relazione” con gli altri.
La molteplicità di lingua può talvolta diventare ragione di solitudine. Si parla tedesco, francese, arabo, cinese, inglese, polacco, russo, spagnolo, italiano, portoghese, albanese, rumeno: è un piccolo mondo. Generalmente abbiamo cercato di cavarcela; per il cinese, fuori dalle nostre competenze linguistiche , abbiamo usufruito della preziosa collaborazione di una delegata CGIL
Abbiamo in programma tanti altri progetti per contribuire a migliorare la condizione delle donne detenute e per ipotizzare un futuro.
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