Login Registrati
Frammenti del poetico risarcire

Frammenti del poetico risarcire

Poesia / Marzia Spinelli - 'Fare e disfare' è un libro maturo, manifestazione di una voce subito riconoscibile, nel quale la poetessa viaggia dentro se stessa come in un gioco di specchi

Benassi Luca Lunedi, 28/02/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2011

“Questa scrittura cerca la sua strada proprio mirando a un dialogo con la poesia che sta nel suo altrove. In questa marcia di avvicinamento, la penna di Marzia si legittima a partorire, qua e là, frammenti del poetico risarcire.” Guido Oldani, nel siglare la breve prefazione a “fare e disfare” di Marzia Spinelli, edito da Lietocolle (Como 2009), inquadra immediatamente questa poesia nella dimensione del dialogo. È un dialogo fra le cose, le stagioni, i luoghi, ma è soprattutto un dialogo con sensazioni, emozioni, passioni, ‘astratti e dintorni’ come recita il titolo della prima sezione del libro. Il ‘tu’ di questa poesia, dunque, è sito in un possibile altrove, un luogo dell’anima dove, come nel testo “1989” (fra l’altro anno fondamentale nella storia europea recente, ma qui denso di richiami alle vicende personali e familiari) si fanno bilanci, e “risparmiati i rimpianti”, si conciliano “segreti e apparenze”, alla ricerca di quel “poetico risarcire” citato da Oldani. Sono una conciliazione e una ricerca poetica espressioni di profonda maturità, umana e letteraria, assolutamente coerenti con un esordio relativamente tardivo rispetto a quanto si è soliti osservare nella poesia contemporanea, ma preceduto da un lungo apprendistato poetico e critico in rivista. “Fare e disfare” è un libro maturo, manifestazione di una voce subito riconoscibile “dove si mescolano/ saggezza ed idiozia”, per citare il testo di Iosif Brodskij posta dalla poetessa ad esergo dell’intera raccolta. Marzia Spinelli sembra viaggiare dentro se stessa, ritrovandosi e perdersi come in un gioco di specchi, nella molteplicità di fatti ed elementi dell’esistenza. Ecco allora che la scrittura poetica diventa immersione nella realtà e nella vita, scandita attraverso le diverse sezioni del libro – Astratti e Dintorni, Della Poesia, Dell’amore, Fare e Disfare, Minimi Quotidiani, Tra Ieri e Domani – nelle quali si fanno i conti con il passato, il futuro, e un presente inquieto, nel quale poter però gettare i semi di un avvenire migliore.

Marzia Spinelli è nata nel 1957 a Roma dove vive e lavora. È redattrice e tra i fondatori della rivista “Línfera”, per il Movimento della Neorinascenza letteraria, nata nel 2006. Ha collaborato a riviste di arte e letteratura con articoli e testi in prosa. Testi poetici sono stati pubblicati nella “Antologia dei Poeti di Zone” (Bagatto, 1990) e “Partendo dalla sala infera” (Notegen, 2005). “Fare e disfare” è la sua opera prima.



 





Resiste la terra prolifera.

Come vorrei sopravviverle.

Resisterà l’incontenibile bisogno

di rifugio in storie di gente meritevole

e la leggerissima mobile illusione

di apparizioni benefiche o l’inconsueto

rivelarsi di insperate nude cose?

Resisterò, sopporterò la vista di un semplice

neppure tanto imprevisto arresto, una resa

dove impigliarsi la mente,

e resisterti fine

tra piccole cose invincibili.







Piangere



Scende la lacrima, goccia

alla vallata della guancia,

indomita s’avvicina. Sta per perdersi,

ma un canale di ruga le fa strada:

sfiora un labbro

e la lingua rapida l’aggancia.

Poi della bocca è la serrata

rabbiosa e disperata.







In morte di Luzi e altri



Cosa possiamo dire

noi del ventunesimo,

quale fulgida variante

che non sia l’infima radiosità

del sole d’altri:

un raggio di tomba

era l’unica grande sera.

La corda del millennio s’è smarrita:

la preda è la luce,

la stessa emoglobina che veste la memoria,

la sillaba braccata,

l’identica goccia di una lacrima.





Poeti



Il pane quotidiano dei poeti

che gli occhi fanno neve,

che mordono guardando al cielo,

è una briciola bianca

una nuvola, un eolico anemone.





Annuncio



Annunci l’ora della notte:

vorresti fossimo custodi l’uno il sogno

dell’altra; vorremmo magari visitarlo,

curiosarvi dentro, come spiarci

da un buco di serratura

immaginario e permanente,

un gioco nuovo solo nostro

e non sapere mai

chi dei due ha più sonno

chi avrà più memoria.







(28 febbraio 2011)





Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®