Spigolando - Fra i tanti segni della terra che maggio porta con sé, timide ma suadenti si fanno largo fragole e fragoline, coltivate o spontanee.
Ortensi Paola Domenica, 12/05/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2013
#rfoto1dx#Profumi e sapori molteplici, difficili da definire, piacevoli da gustare. Fra i tanti segni della terra che maggio porta con sé, timide ma suadenti si fanno largo fragole e fragoline, coltivate o spontanee. Oramai fuori dalle serre, si espandono a pieno campo o nascoste nel verde ombroso del sottobosco; protette dalle loro foglie ricamate, occhieggiano piccole, grandi o giganti con gradazioni di rosso, prima tenue e poi sempre più intenso, ad invadere l’intero frutto che mantiene sempre un picciolo verde a ricordo permanente della pianta madre e spesso una o due foglioline bianche figlie del fiore che al frutto ha dato vita. Suadenti, attraenti, profumate, le fragole ci invitano a banchettare, dato anche il loro basso tasso di calorie e l’abbondanza di produzione che oramai da anni ci permette, nel cuore della stagione, di consumarne a volontà. Un’attrazione tanto forte, quella delle fragole, forse anche perché a lungo nel tempo erano rare le fragoline di bosco o di poche coltivazioni; fino all’aver dato vita alla “leggenda” delle voglie di fragola che alcuni bimbi/e porterebbero come ricordo di un desiderio inevaso delle loro mamme in attesa. Voglie che si affiancano, ispirate dai colori, a quelle di cioccolata o di latte. Sappiamo che non è certo un desiderio non soddisfatto a generare quei segni sulla pelle, ma come ogni leggenda mantiene il suo fascino e la sua dose di fantasia. Non ci stanchiamo di gustare fragole e fragoline che, verso la fine di maggio, timide ecco affacciarsi le prime ciliegie. Se in mucchietti, comunque in tante, le fragoline o le fragole a pezzettini adornano i nostri dolci da spudorate esibizioniste sulla panna montata, la ciliegia sulla torta ci va da sola. E non con minor orgoglio, tanto da sentirsi ‘tocco di successo’. Solo quando le ciliegie sono in due, con quel picciolo che le tiene unite a memoria di un antico gioco che speriamo non divenga mai né vecchio né superato, pendono come preziosi e dondolanti orecchini per un giorno alle orecchie di qualche ragazza o signora spiritosa. Le cerase (come le chiamano a Roma) di sfumature di rosso non ne offrono meno delle fragole: dal bianco rosso delle durone al rosso intenso e intensissimo delle ravenna, al rosso nero delle visciole, parenti per forma e colore ai chicchi d’uva fragola. Intensissime nel sapore e dal grande invadente nocciolo. Una sproporzione quella fra noccioli e polpa che ad un certo punto ha fatto quasi scomparire le visciole dal mercato, per la loro poca resa. Ma tale è il sapore di quella ciliegia asprigna e tale il gusto della sua marmellata che fortunatamente sono riprese coltivazioni e produzioni.
RICETTE
Salsa di ciliegie. Scottare mezzo kg di ciliegie nere succose e mezzo bicchiere di vino. Passate al setaccio ricavandone tutto il succo. Mettere in una ciotola con un cucchiaio di pan grattato bagnato con latte tiepido, 4 amaretti polverizzati, buccia di mezzo limone, una foglia di lauro e lasciare macerare per un paio d’ore. Ripassare al setaccio e la salsa è pronta. L’uso è per dolci, ma anche per formaggi e lessi, se piace.
Gateau di fragole. Ovvero mille foglie con fragoline e panna. Pasta sfoglia, tirata a un cm di spessore e tagliata in due tondi equivalenti alla tiella. Mettere in forno e cuocere senza dorare. Mettere sulla prima base: fragoline macerate in un liquore dolce, zucchero e panna montata poco dolce. Ricoprire con il secondo tondo ornandolo di altra panna montata e fragoline di bosco.
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