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Fra passione e realtà

Fra passione e realtà

Voci delle donne - Ho domandato a Maria Grazia Pugliese, dirigente dell’Uisp di Firenze e del Coordinamento Nazionale Donne Uisp una riflessione di largo respiro...

Lanzon Paola Mercoledi, 22/12/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2010

A cura di Paola Lanzon, Responsabile coordinamento nazionale donne UISP



Ho domandato a Maria Grazia Pugliese, dirigente dell’Uisp di Firenze e del Coordinamento Nazionale Donne Uisp una riflessione di largo respiro su ciò che vede, vive e respira come donna dentro e fuori la nostra Associazione.



“Se in tutto il mondo la presenza delle donne ai livelli di vertice è una questione presa maledettamente sul serio, questo aspetto familistico del capitalismo italiano crea confusione. Forti studi riconoscono come la presenza di donne alla guida delle aziende ne migliori le performance,gli altri paesi si adattano e cercano soluzioni…..”In Italia”… si ignorano dati come quelli di McKinsey , che ha appena presentato nel suo ultimo rapporto: le aziende con presenza femminile ai livelli decisionali hanno risultati (Ebit) superiori al 56% e redditività più alta del 41%....Così resta senza spiegazione quella che appare come una contraddizione tutta italiana: qui le donne laureate sono il 55%, dunque la maggioranza; fanno meglio figli delle loro colleghe europee, solo 1,4% a testa; sono, tra le lavoratrici autonome d’Europa, la pattuglia più nutrita, 1,5 milioni, gli 1,2 milioni della Germania e le 767mila della Francia. Sono le più brave, insomma, ma fanno meno carriera. (Cinzia Sasso, Repubblica 29 ottobre 2010)”.



Cosa succede invece nel mondo del Terzo Settore e soprattutto nella nostra Associazione?

Niente di più di quello che succede nella nostra società: percentuale bassissima delle Presidenti di Comitato(territoriale e/o regionale), pochissime donne nei posti di comando o nei luoghi dove si decidono le sorti politiche del nostro vasto movimento nazionale. Le poche presenti, ancora, rappresentano delle eccezioni e non la regola. Al massimo si promuovono le donne quando c’è da risanare un bilancio, quando proprio non c’è alternativa maschile.

Ma quante donne ci sono nella nostra Associazione….tante, competenti, brave, preparate e appassionate del lavoro che svolgono quotidianamente sul territorio. Donne che rappresentano in mille modi la loro motivazione all’interno della nostra Associazione; che sanno interpretare i tempi post-moderni della nostra mission con costanza e determinazione incrollabile.

Molte donne dell’Uisp operano agevolmente svolgendo ruoli dirigenziali in associazione ma anche in politica. Il valore aggiunto del lavoro di queste donne è sotto gli occhi di tutti: gestione delle relazioni, organizzazione del lavoro, capacità di dialogo, intuizioni, velocità di comprensione di situazioni complesse.

Ecco perché la promozione delle donne dovrebbe essere un servizio che facciamo alla nostra associazione e di conseguenza alla nostra società.

La conoscenza è coniugata con la coscienza dei valori politici e associativi e di una declinazione di leadership del tutto nuova con risultati oggettivi.

Alla luce dei dati sopracitati, credo che quest’associazione se vuole essere innovativa, portavoce dei nuovi bisogni della società, interprete di un rinnovamento e cambiamento del registro sociale, come è nella sua tradizione, debba fare emergere questo nuovo modello culturale del genere femminile, tenendo vivo il dibattito sulla “questione femminile” nell’associazione, sia pensando e ridisegnando nuovi modelli di attività motoria e sportiva per le donne.

Il mio suggerimento quindi è dare maggiore vita e forza al Coordinamento Nazionale delle Donne dell’Uisp, affinché lavori per tracciare le linee di un nuovo quadro delle figure di donna presenti all’interno dell’associazione.

“La sfida culturale che sottende tutto il ragionamento è la ridefinizione del ruolo della donna. Il principio dell’autodeterminazione, alla base delle scelte cruciali che aspettano le nostre donne, soprattutto le più giovani, presuppone conoscenza e coscienza (Umberto Veronesi, Repubblica 21 Agosto 2009)”.



 

Maria Grazia Pugliese



(27 dicembre 2010)

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