Dal 4 giugno al 3 luglio a Roma l'undicesima edizione di FotoLeggendo, festival di fotografia e lettura delle immagini organizzato da Officine Fotografiche.
Roma. Un occhio aperto sul mondo è il simbolo adottato dall’undicesima edizione diFotoLeggendo, il festival di fotografia e lettura delle immagini organizzato a Roma da Officine Fotografiche. Dal 4 giugno al 3 luglio, negli spazi dell’Istituto Superiore Antincendi e non solo, a essere in mostra sono artisti italiani e d’oltralpe, emergenti e di fama internazionale, che hanno fissato lo sguardo sulla storia, sapendola testimoniare e raccontare.
Tante le questioni affrontate, a partire dalla domanda, che non si può oggi non porre, su cosa il racconto fotografico riesce ad affrontare, a rappresentare e a cambiare, di fronte ai grandi eventi della storia, alle sue tragedie e contraddizioni. Interrogativo questo che lasciano il lavoro di Massimo Sestini, vincitore del World Press Photo 2014, sull’operazione Mare Nostrum, e L’Esodo, mostra collettiva a cura di Emilio D’Itri, che lega insieme le immagini simboliche degli esodi moderni, raccontati da fotografi di fama internazionale come Stefano De Luigi, Alessandro Penso, Francesco Zizola. Allestita en plain air, esibita all’aperto, per strada, perché ci sia una risposta collettiva e partecipata, un risveglio delle coscienze e, quindi, una presa collettiva di responsabilità.
Tra le firme esposte, Erika Larsen, fotogiornalista specializzata in temi sociali, in mostra con Sami, il popolo delle renne. Il lavoro, realizzato tra il 2007 e il 2011, fotografa la piccola parte del popolo Sami che ancora basa la propria sussistenza sull’allevamento delle renne. Per realizzare il reportage, la Larsen ha lavorato come beaga, come collaboratrice domestica, nella famiglia di Nils Peder e Ingrid Graud, le cui storie sono ritratte nel processo fotografico.
Laura El-Tantawy, fotografa anglo-egiziana che vive tra Il Cairo e Londra, è l’autrice di In the Shadows of the Pyramids, un’indagine che cerca di riflettere sulla propria identità culturale intrecciandola a quella dell'Egitto. A partire dal 2005, Laura traccia un percorso che esplora insieme identità e memoria, escludendo uno sguardo oggettivo per chiudersi in un colpo d’occhio che si desidera soggettivo e parziale.
I don’t want to disappear/silently in to the night è la mostra, curata da Lina Pallotta e Giuliana Prucca, tratta dal libro, pubblicato dalla casa editrice Avarie, di Katreen De Bauwer. Fotografa senza macchina fotografica, Katreen raccoglie e reinterpreta immagini ritagliate da riviste e giornali, creando un corto circuito nel linguaggio rappresentativo attraverso la contaminazione tra diverse discipline artistiche, dal cinema alla fotografia, dalla pittura alla performance.
Eva Kampren Koslosky, vincitrice del primo premio per migliore portfolio nella decima edizione di FotoLeggendo, espone Diario di famiglia, un viaggio della memoria nel lessico familiare, una riflessione sulle proprie origini attraverso un confronto con le figure femminili di un passato che si vuole recuperare.
Lascia un Commento