Giovedi, 22/03/2012 - Due " primedonne" della politica italiana, Elsa Fornero ministro del Welfare e Susanna Camusso leader della CGIL, sono scese sul campo di battaglia e a far incrociare le armi è il fatidico Articolo 18 inserito nello Statuto del Lavoro per aumentare le tutele dei lavoratori di fronte a padroni che intendano licenziarli. Fornero e Camusso sono donne stimate e apprezzate da tutta la sinistra e ora, in attesa che la Riforma del Mercato del Lavoro prenda corpo sulla carta, diventi legge e arrivi in Parlamento per il voto, al Senato serpeggia il timore di una spaccatura di vertice che possa poi dividere anche la sinistra nella sua base politica. Un primo appello affinché tra Governo e CGIL si ricomponga, già in questi giorni e ore, la frattura è venuto da Anna Finocchiaro, presidente dei Senatori del PD, ma il confronto su quale versante eventualmente schierarsi, se su quello di Fornero o su quello di Camusso, nei corridoi è iniziato e vede contrapporsi anche le donne del PD. “Io sto con la CGIL, dice la Senatrice Silvana Amati, docente Universitaria e convinta che la sinistra non possa tradire le sue radici e le sue battaglie dalla parte dei lavoratori. Per lei l'articolo 18 non va toccato e ipotizza che a volerlo modificare non sia l'esigenza di movimentare il mercato del lavoro (lo scorso anno, dice Silvana Amati, solo in 50 casi i padroni sono stati obbligati a riassumere in nome dell'articolo 18) ma la volontà del Governo di affermare una centralità politica che mortificherebbe la sinistra storica e l'ala del dissenso e che farebbe riaffiorare fantasmi del passato, di quando le famiglie dei sindacalisti si trovavano sul lastrico per licenziamenti in tronco e per motivi politici. Inoltre Silvana Amati vede a rischio i lavoratori più anziani (con le buste paga di conseguenza più pesanti). Ma altre Senatrici PD sono invece convinte che la Riforma Fornero non potrebbe mai permettere che licenziamenti possibili per motivi economici dell'azienda facciano da paravento e si traducano in realtà in licenziamenti discriminatori. "Su questo il Governo dovrà dare garanzie chiare e scritte nel testo di legge" dice la senatrice Vittoria Franco che non nasconde la sua simpatia per Fornero "ferma, franca e chiara come deve essere un Ministro tecnico" e che apprezza molto che nella Riforma compaiano i congedi di paternità obbligatori, il divieto di dimissioni in bianco fatte firmare alle donne e misure che possono combattere il precariato dei giovani. Per la Senatrice Franco l'Articolo 18 non è un tabù se l'opportunità di rivederlo è dettata da esigenze reali di metterci al passo con le esigenze di giovani e del mercato del lavoro e poi, dice Vittoria Franco, la Riforma Monti-Fornero anziché diminuire aumenta le tutele di alcuni lavoratori, di quelli delle piccole aziende con meno di 15 dipendenti. Insomma, la frattura tra le donne al vertice si traduce in confronto aperto anche tra le donne in Parlamento ma domina la convinzione che alla fine a vincere sarà la saggezza e il dialogo responsabile, in nome della pace e della stabilità sociale di cui ha bisogno il nostro Paese.
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