Spigolando - Poetiche le foglie: morbide o carnose, sottili o sottilissime, commestibili o velenose. Le ricette del Millefoglie e Dolmades (involtini greci di vite)
Tonde, ovali, romboidali, angolari, lanceolate, frastagliate, innervate, grandi, piccole, sempre ricamate. Poetiche le foglie: morbide o carnose, sottili o sottilissime, commestibili o velenose. Talvolta urticanti. Mille le sfumature dei verdi e marroni, dei rossi e dei gialli: l’orchestra di colori del tardo autunno intona armonie sublimi, quando lente cadono formando un letto, futuro nutrimento della terra. Una magia di pochi giorni: Estate di San Martino o Indian Summer, celebrata per il suo fascino multicromatico, in ogni tipo di immagine, fissa o in movimento. Sono quotidianamente attorno a noi le foglie: in umili vasi di casa, con gli alberi ai bordi delle strade, coi rampicati aderenti ai muri. Quante volte ne abbiamo staccata una per giocare, per ripulire una pianta, per giovarci di un aroma: timo, origano, basilico, salvia, prezzemolo o maggiorana. Le abbiamo scoperte d’alloro, un tempo intrecciate a corona, sul capo degli imperatori nell’antica Roma; le foglie di fico sono state utili per coprire “le vergogne” di Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso Terrestre. In rima accompagnano le strofe di una bella poesia come quella di Jaques Prevèrt: Le foglie morte. Le foglie sono parte della nostra vita. Con la loro personalità hanno ispirato modi di dire che ripetiamo senza pensare. “Come una foglia al vento”, qualifica il comportamento chi non sa dove andare e cambia spesso direzione o idee, inaffidabile dunque. Questo mentre la foglia che vola sospinta dal vento, se la seguiamo, è un invito a fidare, a sognare. La levità delle foglie è tale che “mangiare la foglia” ci dice come basti un nonnulla per interpretare l’indicazione di un segno apparentemente senza valore. Che dire ancora di quel “non si muove foglia che Dio non voglia” che ci ricorda come nulla accada senza un motivo, senza una ragione. Delle foglie l’infinita sottigliezza le ha trasformate al maschile in fogli di quaderni e libri. Nonostante le loro forme siano tante da lasciare confusi, quando nel trifoglio, che dei pascoli è uno dei migliori erbaggi, la natura regala un foglia in più, nella sua anomalia di quadrifoglio porta fortuna a chi abbia la sorte di incrociarlo. La foglia dall’albero parla di foreste e macchie verdi. Chi, come il Canada, ha ritenuto il bosco ricchezza incommensurabile, dell’acero che dei suoi boschi è il re ne ha collocata la foglia al centro della bandiera. Ora l’autunno incalza e suggeriamo di guardarci attorno. È il momento della foglia da seccare fra i fogli di un libro o magari di fare un buon nocino con le foglie del noce e di osservare le foglie che leggere si staccano dai rami per terminare la propria breve o lunga stagione vitale regalando magiche atmosfere surreali. Per onorare le foglie le ricorderemo nella nostra cucina con un antipasto di involtini Greci in foglie di vite, con un dolce mille foglie, anticipato da quattro foglie d’insalata e poi seguito da un buon nocino.
Ricette
Dolmades (involtini greci di vite)
30 foglie di vite (da sbollentare prima dell’uso, riso, cipolle rosse di Tropea, succo di limone, menta, olio d’oliva, prezzemolo. Dare una prima cottura al riso. Tritata la cipolla e uniti tutti gli odori, mettere il composto nelle foglie facendo degli involtini ben stretti. Foderare una teglia con foglie di vite e poi, deposti sopra gli involtini, mettere al forno per un’ora circa. Servire caldi col limone spremuto sopra.
Millefoglie
5 quadrati di pasta o surgelata o fatta in casa da mettere per 20 minuti al forno a 180°. In ogni strato crema pasticcera e sopra panna, magari con frutti di bosco. Infinite possono però essere le varianti con cui farcire i vari strati… Largo alla fantasia!
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