Parità/ Il convegno internazionale di Modena - Il convegno si è proposto di esaminare la situazione sociale, storica ed economica delle donne e di indicare gli strumenti per favorirne l’occupazione
G.S. Bernardini Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2005
Giuristi, universitari ed esperti internazionali del mondo del lavoro si sono dati appuntamento a Modena. L’incontro è organizzato dalle consigliere di Parità di Reggio Emilia e Modena che hanno incaricato l’Università degli studi delle loro città di redigere un progetto di ricerca sull’evoluzione del mercato del lavoro, in particolare sulle nuove tipologie lavorative nelle due province, nell’ambito della discriminazione di genere.
L’evento, dal titolo “Riforma dei contratti di lavoro ed impatto sul lavoro delle donne”, avviene presso l’aula magna della Facoltà di Economia. È un convegno nato dalla richiesta della Consigliera nazionale di Parità e della Rete nazionale delle consigliere di formare gruppi di lavoro e di studio su diversi temi tra i quali appunto l’impatto della riforma dei contratti sull’occupazione femminile, le azioni in giudizio per le discriminazioni, le azioni positive. A tale scopo è apparso utile impostare una ricerca sulle nuove forme contrattuali individuate dalla legge n. 30, nota come “ legge Biagi”.
La ricerca si propone di indicare quali fra gli strumenti introdotti dalla riforma possano rivelarsi funzionali a favorire l’occupazione femminile e quali bisognosi di modifiche.
Oggetto della prima parte della ricerca proposta è rappresentato dall’indagine sullo stato dell’occupazione e della disoccupazione femminile nelle province di Modena e Reggio attraverso l’analisi delle rilevazioni già effettuate e dei dati già in possesso delle consigliere di Parità, nonché di un campione di indagine con l’effettuazione di colloqui, interviste o questionari mirati a cogliere le ragioni alla base delle scelte delle lavoratrici.
La seconda parte della ricerca è di taglio giuridico, consiste nell’analisi delle nuove forme di lavoro in Spagna, in Olanda e in Italia, cercando di integrare tra loro le variabili economico-sociali e le normative rilevanti, nella prospettiva di fotografare il fenomeno del lavoro flessibile.
Nella terza parte si è proceduto a combinare i risultati ottenuti nelle prime due parti, esaminando il possibile impatto delle nuove forme flessibili di lavoro introdotte dalla legge n.30 sull’occupazione femminile e selezionando quelle, fra le predette tipologie contrattuali, più idonee a superare i problemi e a rispondere alle esigenze emerse nei colloqui e questionari.
Una quarta parte è stata dedicata alla sperimentazione di alcune delle nuove forme contrattuali in una prospettiva di pari opportunità. A questo fine, si è valutata l’opportunità di ricorrere a forme di finanziamento pubblico, quali quelle previste dall’articolo 9 della L.53
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