Lodi - Una mostra itinerante contro la violenza sulle donne
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2006
Anche quest'anno le Consigliere di parità di Lodi hanno realizzato un interessante progetto in collaborazione con le scuole, che mira ad accrescere la presa di coscienza del ruolo e della condizione della donna nel mondo, attraverso il coinvolgimento diretto delle generazioni femminili più giovani. E si può dire che proprio questo è il valore aggiunto dell' iniziativa, che rafforza percorsi di crescita di soggettività femminile e di consapevolezza di sé, come approccio preliminare alla capacità di inserirsi in modo responsabile nel mondo del lavoro. Promotrice di questo progetto è ancora, come lo scorso anno, la vice-consigliera provinciale di parità Danila Baldo, docente di filosofia e appassionata della problematiche attinenti alla differenza di genere. Lo scorso anno il lavoro realizzato era centrato sul tema "Donne & Scienza", mentre quest'anno il titolo del progetto è "Don't touch me-No alla violenza contro le donne".
Quest'ultimo è stato costruito attraverso un lavoro di didattica all'Istituto "Maffeo Vegio" di Lodi, e in particolare dalla V A e dalle quarte A e D, sotto il coordinamento delle insegnanti Danila Baldo (filosofia), Laura Coci (laboratorio società e culture), Maria Grazia Borla (scienze sociali), Patrizia Camilotto (scienze sperimentali) e Daniela De Carlo (storia), con la collaborazione di Laura Roveda (inglese), Ilaria Corrado e Federica Cattaneo (diplomate al liceo delle scienze sociali). L'esito finale è stato rappresentato in una mostra itinerante realizzata dalle alunne, che sta circolando in diverse scuole e realtà locali riscuotendo grande consenso.
"In mostra, spiega la Baldo, 29 poster che raccontano la violenza fisica e psicologica sulle donne. Ma anche quella culturale, che significa svilimento dell'immagine femminile, qui da noi e in ogni parte del mondo. Alla base di tutto, prosegue Danila Baldo, il patriarcato come pretesa di supremazia del maschile sul femminile, che si arroga il diritto di essere l’unico rappresentante del genere umano. Abbiamo parlato anche del tema della tratta, aggiunge, un tipo di violenza diversa dalle forme con cui abbiamo fatto i conti finora. La tratta è una vera e propria forma di schiavismo che nasce in paesi diversi dal nostro, ma chi la organizza? Sono persone che appartengono alla nostra cultura, per non parlare dei 'clienti'.
La mostra è il momento finale di progetti di classe che sono durati due anni: abbiamo incontrato un’avvocata e un esponente di Amnesty International. Abbiamo affrontato gli aspetti legislativi della violenza e il ruolo della polizia, grazie all’intervento del dirigente della squadra mobile Alessandro Battista".
La mostra, è rimasta aperta nella Sala Polifunzionale della Provincia fino al 15 marzo, poi è stata messa a disposizione di altre scuole e istituzioni del territorio.
(17 maggio 2006)
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