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Fine legislatura

Fine legislatura

Note ai margini - Tanti silenzi nel chiasso

Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2006

La fine legislatura, contraddistinta da un crescendo vorticoso di decreti “contenitore” approvati a colpi di maggioranza blindata è stata uno spettacolo pietoso poche volte non dico raggiunto, ma anche soltanto lontanamente immaginato. Una volta, quando si producevano fatti simili si faceva riferimento al sudamerica come paragone negativo. Oggi non mi sentirei di dire altrettanto, anche perché il sudamerica negli ultimi tempi ha occupato i media con l’”evento” dell’elezione di Micelle Bachelet a presidente del Cile. Magari diventassimo anche noi un po’ sudamericani in questo modo!

In tutto il chiasso che ha contraddistinto il nostro Parlamento nei suoi ultimi giorni di vita uno degli spettacoli più indecorosi è stato quello della discussione reiterata sulla questione “quote rosa” imposta dalla ministra Prestigiacomo, che è arrivata fino alla fine della legislatura probabilmente convinta che avrebbe ottenuto qualcosa. Non entro nel merito se sia questione di ingenuità o di smisurata fiducia nella coalizione di cui fa parte. Si è esposta, comunqu , ed ha esposto le donne ad uno spettacolo avvilente, in cui rappresentanti politici e media sono riusciti a far emergere il peggio da loro stessi.

Ma in tutto questo chiasso alcuni silenzi sono altrettanto avvilenti!

Poche o nulle le notizie sulla “famosa” commissione d’inchiesta caparbiamente voluta dal ministro Storace sulla legge 194. Certo le parlamentari del centro sinistra, come avevano avuto modo di dire all’inizio di questa vicenda, hanno presentato i risultati - già conosciuti, visto che ogni anno viene presentata per legge una relazione in Parlamento - ma con poca curiosità da parte dei media, evidentemente non attratti dai dati noti, e anche confortanti . In Italia non sono le donne che abortiscono un problema, ma le strutture carenti, la mancanza di informazione e prevenzione: praticamente Storace ha solo dimostrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che le denunce delle donne che lamentano da anni carenze e difficoltà di funzionamento dei consultori erano vere. Ma il Ministro lo sapeva, e poi lui nel Lazio li voleva addirittura abolire. Ma Storace non ha aperto più bocca quando si trattava di commentare i dati della commissione d’inchiesta. Nel frattempo abbiamo rivisto sui muri di molte città i manifesti - volgari ed offensivi - che ci hanno fatto ricordare i peggiori momenti della campagna referendaria contro la legge 194 del “Movimento per la Vita”.

Un secondo silenzio ancora più assoluto ha avvolto la presentazione della proposta di legge Presso la Camera dei Deputati da parte di Laura Cima, prima firmataria ma subito seguita da firme di uomini e donne di tutte le forze politiche, su “Disposizioni per l’istituzione dei Bilanci di genere per la pubblica amministrazione”.

Come ha riferito anche Laura Cima, nella presentazione della proposta si tratta ovviamente, visti i tempi, di una base per avviare una discussione nel Paese e tra le donne. Un punto di partenza per avviare, dopo alcune sperimentazioni interessanti anche nel nostro paese, una discussione più approfondita, ma anche più allargata, per far sì che parole come gender mainstreaming, non siano solo parole per addetti, anzi per addette ai lavori.

Dopo la conferenza di Pechino del ’95, questa proposta di legge è un atto concreto per cominciare a riflettere di più sul fatto che nelle discriminazioni di genere contano non solo elementi culturali, ruoli familiari ecc, ma che cultura e ruoli hanno delle pesanti conseguenze sulle condizioni economiche delle donne. Argomento che merita tutti gli approfondimenti necessari, per non tramutarlo in una “discussione alla moda” rischiando per questa via di “bruciarne” tutti gli approfondimenti ed i passaggi necessari e facendolo diventare un tema superato: molte delle nostre discussioni hanno a volte rischiato questa fine.

(24 marzo 2006)

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