Finalmente in pantaloni!

Venerdi, 14/05/2010 - Si era appena finito di proclamare “Liberté, Égalité, Fraternité” quando, nel 1799, veniva approvata una legge che negava questi tre principi, vietando alla donne di indossare i pantaloni a meno di non richiederne l’autorizzazione alla Questura dietro presentazione di un certificato medico.

La legge, in seguito, fece eccezione per cavallerizze e cicliste, consentendo, in questi casi particolari, di indossare i pantaloni.

La vicenda può far sorridere, pensando si tratti di qualcosa di ottocentesco, legato ad una concezione della donna ormai passata, si pensa.

Ed invece no. È infatti di quest’anno, 2010, la proposta del partito radicale francese di abolire definitivamente questa norma, che è ancora presente nel corpus legislativo francese.

Senza dubbio stupisce l’idea che un Paese europeo evoluto in materia di diritti umani, che candida una donna come Ségolène Royal, la quale magari indossa anche dei pantaloni, alla Presidenza della Repubblica Francese, possa avere tra le proprie leggi una norma tanto retrograda.

Probabilmente si è preferito ignorare una legge anacronistica piuttosto che formularne un’altra per eliminarla.

Tuttavia, pur concedendo il beneficio del dubbio, resta il fatto che, se un qualsiasi funzionario dell’ordine pubblico, tanto ligio al suo dovere da conoscere tutte le leggi francesi, quanto misogino da chiedere l’applicazione di questa minuscola norma, avesse chiesto ad una donna in pantaloni di mostrargli l’autorizzazione della Questura, non avrebbe potuto ricevere alcun rimprovero, anzi!

Insomma, pur non essendo una questione prioritaria per la piena conquista dei diritti delle donne, se proprio bisogna legiferare, beh, che lo si faccia nella direzione di non vietare nulla, a partire dal pantalone, poco importa se fashion o meno!





13 maggio 2010

Piera Francesca Mastantuono