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FIAMMETTA MODENA / coalizione centro-destra

FIAMMETTA MODENA / coalizione centro-destra

Candidata 2010 - Presidenza della Regione Umbria -

Giovedi, 18/02/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2010

Avvocata e giornalista professionista, Fiammetta Modena è candidata alla Presidenza della Regione Umbria per il PdL. Eletta consigliera regionale per la prima volta nel 1995, è stata confermata nelle successive tornate elettorali della Regione ed in quella veste ha presieduta la Commissione Statuto ed è stata capogruppo di FI.



La sua esperienza amministrativa a livello regionale è solida. Quali sono i problemi più rilevanti della Regione Umbria?

C’è un problema di fondo: il modello di sviluppo del centrosinistra non è più in grado di dare una prospettiva all’Umbria. Per più di 40 anni ci siamo basati sull’utilizzo delle risorse pubbliche, che ha generato assistenzialismo e clientelismo. Quindi il problema essenziale è avere il coraggio di cambiare prospettiva.



Quali sono i principali obiettivi che si pone quale candidata alla Presidenza della sua Regione?

1) Semplificazione e sburocratizzazione, 2) Revisione del Piano casa, 3) Aiuti diretti a famiglie, anziani, soggetti deboli, 4) Valorizzazione dell’Università, 5) Rilancio del turismo e ritorno all’assessorato unico del Commercio, Turismo e Servizi, 6) Eliminazione degli Enti inutili.

Questi sono alcuni dei punti programmatici che mi sono impegnata a realizzare nel primo anno di legislatura.



C'è differenza, e quale, tra donne e uomini nelle modalità di intendere la politica e il potere?

Sono convinta che le donne hanno un concetto di potere e di politica legato al “bene comune”. Siamo abituate strutturalmente ad occuparci degli altri mettendoli sempre prima di noi stesse.



C'è un tratto, e qual è, che caratterizza il suo programma elettorale in quanto proposto da una donna?

I problemi dell’Umbria sono anche i problemi delle donne. Le mie priorità riguardano i servizi, la casa, l’occupazione. Il tasso di disoccupazione femminile, con particolare riferimento alle donne laureate, nella mia regione è tra i più alti d’Italia.

Dobbiamo dare centralità all’impresa per garantire l’occupazione. Dobbiamo rilanciare il Piano casa per consentire a tutte le famiglie di avere un’abitazione. Infine la questione dei servizi: in Umbria le donne sono impegnate su 10 mila fronti. Mi riferisco al lavoro, ai figli, agli anziani che convivono in famiglia. Se non smantelliamo un sistema sociale teso solo ad autoalimentare se stesso non sapremo dare quelle risposte concrete e necessarie che servono alle donne. In particolare nella nostra regione è drammatica la situazione delle rete degli asili nido che costringono le donne a scegliere se stare a casa o lavorare. Le politiche per gli asili nido vanno riviste dando spazio a tutte quelle strutture che garantiscono costi accessibili e qualità del servizio.



Le donne in politica continuano ad essere poche e ancora minore è il numero delle donne presenti nelle assemblee elettive. Perché secondo lei?

Perché la politica è mestiere più difficile del mondo, ove la competizione si basa ancora su regole squisitamente maschili.



Cosa pensa dell'immagine della donna che i media propongono?

Dipende dai singoli programmi televisivi. Sicuramente detesto l’immagine che viene data dalla pubblicità



Secondo lei le donne italiane sono veramente libere oppure ci sono ancora stereotipi che le imprigionano?

Il concetto di libertà è oggettivo e soggettivo. Oggettivamente è vero che le donne italiane hanno ancora stereotipi che le imprigionano. Soggettivamente, però, ogni donna trova la sua libertà nel proprio equilibrio interiore.



Questa tornata elettorale vede ben 8 candidate alla presidenza in varie Regioni e addirittura nel Lazio e in Umbria si confrontano due donne. Qual è la sua lettura?

C’è donna e donna.



Quali sono le differenze, se ce ne sono secondo lei, tra centrodestra e centrosinistra sulle politiche a favore delle donne?

Il centrodestra si caratterizza per la politica del fare. Noi cerchiamo risposte concrete e ci dilunghiamo meno in analisi psicologiche.



(febbraio 2010)

 

intervista a cura di Tiziana Bartolini

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