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Festivalfilosofia / Chiara Saraceno e Silvia Vegetti Finzi: la famiglia e l'Occidente

Festivalfilosofia / Chiara Saraceno e Silvia Vegetti Finzi: la famiglia e l'Occidente

Appunti dal Festivalfilosofia Modena - Carpi - Sassuolo (settembre 2013) interventi di Chiara Saraceno e Silvia Vegetti Finzi sulla famiglia, l'amore a la struttura sociale del rapporto di coppia nella società che muta

Mercoledi, 25/09/2013 - “… A causa del consumo vertiginoso delle esperienze, della maggiore libertà di scelta, della più estesa facoltà di sciogliere vincoli pregressi, di cambiare partner e della mancanza di modelli consolidati si assiste inoltre a una mancanza di discernimento nelle ragioni dell’amore e al conseguente diffondersi dell’incompetenza amorosa nel più ampio quadro di una generale incapacità di gestire i piaceri e gli affetti.”

Queste, le parole conclusive della lezione magistrale tenuta da Remo Bodei - residente del Comitato Scientifico del festival, ben rappresentano il “filo rosso” della matassa dipanata durante queste tre giornate in quei tre luoghi. Delle innumerevoli iniziative ne abbiamo scelte due; quelle con Chiara Saraceno sul tema della famiglia e con Silvia Vegetti Finzi su quello della separazione.

Chiara Saraceno con la sua puntuale e precisa presentazione accompagnata da dati ci ha introdotto alla grande rivoluzione operata dall’AMORE e di quanto esso abbia modificato l’approccio alla FAMIGLIA introducendo a viva forza il tema della COPPIA:

a - il 25% circa dei bambini in Italia nasce al di fuori del matrimonio, ma non vuol dire che nasce al di fuori della coppia; in Europa la maggior parte dei primogeniti nasce al di fuori del matrimonio;

b – il 6,5 % delle coppie non è coniugato;

c – il 15,3% delle famiglie è monogenitoriale;

d – il 7% di uno della coppia ha già un matrimonio alle spalle;

Se a questi dati si aggiunge quello dell’invecchiamento della popolazione, vedremo dimostrato che non solo si cambia il modo di fare famiglia, che anche la famiglia standard nel corso del tempo cambia forma e che non sempre la famiglia standard coincide con la famiglia delle relazioni e che ormai AMARE oggi pone nuove domande, nuove richieste e richieste di nuovi spazi.

Tutti riteniamo di sapere che cosa sia la famiglia, ma a ben guardare non c’è niente di più costruito della famiglia e non è così semplice e non si riduce a quanto definito da Engels perché gli studi antropologici ci hanno rivelato che la storia umana presenta un grande repertorio di costruzione della famiglia.

Innanzitutto la famiglia non esiste in natura, esiste nella società rappresentata nelle varie culture e nei vari gruppi.

La famiglia costituisce anche un parametro per la “misurazione” del mutamento della società che è passata dalla necessità fisiologica della riproduzione all’idea dell‘individuo fondante la famiglia.

I modi di fare famiglia in Occidente pongono con forza l’esigenza di definire e di ri-definire la famiglia e i modi di riconoscerla specie in Italia dove vige l’ETERONORMATIVA.

I rapporti e l’identità di genere maschile e femminile, il mutamento demografico - che vede vivere sempre più a lungo e a nascere sempre meno (oggi è sempre più probabile avere nonni viventi che entrano a far parte dell’esperienza degli individui) – e di potere tra le generazioni (la figlia “madre” della propria madre) simboleggiano la pluralizzazione del fare famiglia.

Un altro fenomeno legato all’assunzione del valore dell’amore fondante famiglia è la messa in discussione dell’eterosessualità - che determina l’eteronormalità alla base della famiglia - perché sostituendosi a quello della riproduzione ne modifica sostanzialmente le regole.

Quali giustificazioni per dire che chi non è sposato è omosessuale, e che un omosessuale in coppia non fa famiglia?

L ’AMORE non è solo destabilizzante rispetto all’eternormalità, l’AMORE tocca anche la politica e le politiche pubbliche. Forse mai prima d’ora la famiglia e il modo delle relazioni sono oggetto di dibattito sulla norma (sociale, religiosa, giuridica) che regola la forma della famiglia in una pluralità di definizioni e di forme che spesso confliggono (esempio l’eredità e le assicurazioni nelle coppie omosessuali.

Non la Natura, quindi, ma la regola.

Un altro elemento fondamentale nell’affermazione dell’individuo è la diversità dei valori e la richiesta di maggiore libertà per cui ci può non piacere il modo di fare famiglia di un altro, ma per l’altro è libertà di scelta.

La percezione della famiglia è modificata ma quanto “noi“ siamo consapevoli della forme di famiglia?

Ecco perché occorre formulare norme rispettose e non lesive della dignità e della libertà delle persone e con la consapevolezza che la famiglia non si esaurisce nella coppia.

Silvia Vegetti Finzi ci rammenta l’ambivalenza del sentimento e l’esigenza della sua ricomposizione.

Da che cosa dipende oggi la solitudine: forse dall’incapacità di amare? I detriti emotivi esistono ancora o non esistono più? Se l’Amore e l’Odio sono i poli energetici della nostra vita, lasciarsi è la prevedibile conclusione di un contratto a termine giunto a scadenza sì o no?

Sebbene le coppie separate siano oltre il 50%, gli EX non esistono, esistono solamente spostamenti negli spazi della memoria, perché l’immagine dell’“ex” può ricomparire da un momento all’altro - anche nelle storie che non hanno mai avuto esito - e, specie nelle donne, ogni ricordo è corredato da emozioni. Se nel ricordo prevale il dolore, le esperienze positive “prendono il volo” e nessuno di noi vorrebbe distruggere l’”allure” dei ricordi.

Nel ricordo, nella separazione PASSATO, PRESENTE e FUTURO sono legati col fino della narrazione; ciò che spinge è l’Amore, il rispetto di se che vede noi coautori e cointepreti della nostra storia.

La nostra vita è soprattutto relazione e l’affermazione: “amo, dunque sono” indica due principi importanti: il primo che la relazione forma l’identità e che l’odio è l’ombra dell’amore.

Schopenhauer parla di bisogno di misurazione costante della relazione e di definizione della giusta distanza, Fromm parla di scelta del partner motivata dal rapporto con la madre e di incapacità di gratitudine, Freud definisce la scelta dell’oggetto d’amore basata sull’inganno dell’esaltazione dell’amante al quale si affida la nostra felicità.

Se dopo l’esaltazione della prima fase dell’innamoramento si passa alla stabilità, allora alla costruzione della coppia la possibilità di scelte è ampia.

Se l’amore eterno non esiste più perchè è meglio giocare per non perdere, perché rifiutare l’atto formale? E’ solo l’ottica consumistica che per sentirci vivi ci ha fatto sostituire l’erotismo all’amore, il piacere alla sessualità?

Eros è solo secrezione ormonale? Chi sa parlare d’amore?

Se il partner è come un pezzo meccanico e si sostituisce quando la meccanica ormai non funziona perché i ritmi personali non parlano all’unisono, i sentimenti non detti rimangono nell’anima e l’incapacità di vivere l’amore è direttamente legata all’incapacità di accettarne la fine.

La psicanalisi aiuta a riflettere, perciò se la relazione tra i sessi è possesso e potere, allora la violenza nasce dal vuoto di pensiero.

Perchè la maggior parte della persone finge di essere felice e accetta di parlare solamente dei mali fisici tacendo quelli dell’animo?

Eppure il desiderio d’amore nasce e rinasce ad ogni generazione e ad ogni generazione cambia linguaggio.

Eppure per crescere sicuri i figli hanno bisogno dell’amore dei genitori.

Ecco perché occorre recuperare il senso che fare famiglia comporta anche il dolore della separazione.

Se l’amore ci spaventa perché è passione e la radice di passione è pathos, dolore, allora l’indifferenza è il nuovo disumano.

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