Festa del Cinema di Roma 2018: un'edizione ricca di omaggi al femminile
Tante ospiti, attrici e registe di grande spessore, impegno sociale con le detenute di Rebibbia, film e documentari sulla condizione femminile e sul contrasto alla violenza di genere
Martedi, 06/11/2018 - Oltre ai bilanci numerici in positivo, legati all’incremento di pubblico nelle sale ed all’aumento di spazio dedicato all’evento da parte di giornali e social, a livello nazionale ed internazionale, la Festa del Cinema di Roma 2018 sembra aver raggiunto un altro ottimo risultato, quello di una crescente attenzione nei confronti delle donne, sia per il numero di incontri dedicati ad attrici e cineaste di ‘calibro’, rispetto agli anni precedenti, sia per l’impegno sociale dimostrato nell’intensa collaborazione con la Casa Circondariale di Roma Rebibbia Femminile e sia nell’ambito del progetto promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri volto alla prevenzione e al contrasto alla violenza alle donne, oltre alla selezione ricca di opere, film e specialmente documentari, dedicati a temi di genere o a storie forti al femminile.
Per quanto riguarda gli Incontri Ravvicinati, quest’anno numerose sono state le presenze femminili, sia di attrici quali Cate Blanchett, Isabelle Huppert, che ha ricevuto il premio alla carriera per i suoi ruoli anticonformisti e di grande complessità e profondità, e Sigourney Weaver, una delle interpreti più versatili del cinema contemporaneo, nota per la saga di Alien, Gorilla nella nebbia e per i tanti ruoli e generi diversi affrontati, sia di artiste come Shirin Neshat, fotografa, videoartista e regista iraniana vincitrice, nel 2009, del Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia con il suo primo lungometraggio ‘Donne senza uomini’, sempre con uno sguardo particolare al ruolo della donna nella cultura islamica ed alla condizione femminile fra tradizioni e religione. Dopo l’incontro con Esmeralda Calabria (insieme a Gigiò Franchini), autorevole montatrice e regista italiana che ha lavorato con Nanni Moretti, Francesca Archibugi e Giuseppe Piccioni, vincitrice di un David di Donatello e di un Nastro d’Argento per Romanzo criminale di Michele Placido, la Festa ha concluso in bellezza con le sorelle Alba e Alice Rohrwacher che hanno conquistato il pubblico raccontando esperienze e aneddoti della loro sorellanza e delle rispettive vite da attrice e regista.
Per il secondo anno è stata portata avanti la collaborazione fra la Festa del Cinema di Roma e la Casa Circondariale femminile di Roma Rebibbia, con una speciale programmazione a cura di Giulia Merenda. Si è svolta una proiezione riservata alle detenute e per tutto il pubblico si è tenuta l’anteprima del documentario ‘Prove di libertà. Roma, quelli dell’articolo 21’, per la regia di Carlo Bolzoni e Guglielmo Del Signore, proiezione preceduta dal monologo teatrale “Parole in semilibertà”, regia di Francesca Tricarico, con il monologo teatrale di Daniela Savu, ex detenuta, attrice della compagnia “Le donne del muro alto”, e il racconto di una detenuta semilibera di Rebibbia Femminile. L’evento ha avuto luogo alla presenza dei protagonisti detenuti in permesso speciale, accompagnati dall’assessore Daniele Frongia e dalla Garante delle persone prive di libertà di Roma Capitale, Gabriella Stramaccioni, che hanno sostenuto il progetto con il Dipartimento dell’ Amministrazione Penitenziaria.
Fra i tanti documentari interessanti realizzati da registe donne o con tematiche di genere ricordiamo: ‘Il mare della nostra storia’ della regista Giovanna Gagliardo, racconto della tumultuosa storia della Libia, luogo che guarda l'Italia e che dall'Italia è guardato, attraverso immagini d'archivio, testimonianze d'eccezione, sequenze d'attualità; ‘Daughters of the Sexual Revolution: the Untold Story of the Dallas Cowboy Cheerleaders’, di Dana Adam Shapiro che racconta la poco nota vicenda di Suzanne Mitchell, la gloriosa matriarca delle Dallas Cowboys Cheerleaders; considerata da più parti come degradante, umiliante, sessista e legata allo sfruttamento del genere femminile, questa variopinta sorellanza di “ragazze della porta accanto” è diventata un fenomeno controverso della cultura pop al culmine della rivoluzione sessuale; ‘Le Vietnam sera libre’, un documentario di Cecilia Mangini e Paolo Pisanelli, in cui Cecilia Mangini racconta la sua personale esperienza nel Vietnam del Nord in guerra con gli Stati Uniti per effettuare i sopralluoghi per girare un documentario, presentato presso il Teatro Palladium.
Tra le opere programmate nella sezione “Riflessi”, ospitate al MAXXI, da segnalare il documentario dedicato a Giosetta Fioroni dal regista Gabriele Raimondi e intitolato “Giosetta Fioroni – Pop Sentimentale”: l’artista è l'ultima esponente della scuola di Piazza del Popolo, l'unica donna del gruppo italiano che si è dedicata alla Pop Art. Attraverso i ricordi della Fioroni è possibile rivivere una stagione dell'arte e della cultura italiana. Giosetta racconta di Mario Schifano, di Federico Fellini e di Marcel Duchamp.
Un’altra pellicola che valorizza i talenti della donna è “Womanity”, di Barbara Cupisti, un documentario che racconta, a partire da quattro storie di donne resilienti nel mondo, la “forza positiva” delle donne nella società, in ambito familiare, nella comunità, nei luoghi di lavoro e in politica, un’azione in grado di incidere nonostante le numerose difficoltà che le donne, ancor oggi, si trovano a dover affrontare, per motivi religiosi, politici o culturali.
Prima della proiezione di “Womanity”, è stato presentato il cortometraggio “Con te o senza di te”, vincitore del concorso “Cuori al buio”, realizzato dalla Fondazione Cinema per Roma nell’ambito del progetto promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri volto alla prevenzione e al contrasto alla violenza alle donne, firmato da Angela Prudenzi. Le immagini di videoarte e computer generated image di Gianluca Abbate e Virginia Eleuteri Serpieri, la voce di Pino Calabrese, il testo ricavato da resoconti di cronaca si fondono nel corto di tre minuti, per trasmettere allo spettatore la percezione della minaccia, la disfunzione affettiva, il dolore per le vittime indifese in una sorta di favola visionaria sospesa tra precarietà dell’innocenza ed irreversibilità del male. Il corto, scelto tra gli oltre cinquanta pervenuti alla Festa del Cinema, è stato selezionato da una giuria composta da Roberto Andò, Ida Dominijanni e presieduta da Maria Pia Calzone.
Fra i lungometraggi dedicati a grandi figure femminili, è stato presentato “A Private War”, di Matthew Heineman, lettera d’amore al giornalismo ed omaggio alla leggendaria corrispondente di guerra Marie Colvin. La vita della reporter viene raccontata fra luci e ombre ed il suo impegno in prima linea nei luoghi distrutti dai conflitti armati ha grande influenza sulla sua vita privata, con le annesse difficoltà a condurre una vita affettivamente stabile, e sulla sua salute, minata da disturbo post-traumatico da stress e da gravi perdite fisiche, fino alla morte giunta in uno dei tanti conflitti a fuoco da lei raccontati con grande umanità sulle pagine dei più importanti quotidiani.
Altro film originale, al femminile della selezione è “Titixe”, della regista messicana Tania Hernández Velasco: si racconta la storia di due donne, figlia e nipote di un contadino che, morendo, porta con sé tutta la conoscenza del lavoro della terra. Le due donne, del tutto inesperte, tentano un’ultima semina con i metodi tradizionali per convincere la nonna, vedova del contadino, a riconsiderare la scelta di vendere l’appezzamento: a contatto con la terra, le due donne cercano e ritrovano le tracce (“titixe”, nella lingua locale) del loro avo e del suo mondo rurale che va scomparendo per l’abbandono delle terre in Messico.
Tutt'altro panorama quello della Svezia, che riporta sul grande schermo proprio alla Festa di Roma, Lisbeth Salander, l’iconica hacker protagonista dell'acclamata serie di libri “Millennium” creata da Stieg Larsson: in anteprima mondiale è stato presentato l’ultimo film della serie “The Girl in the Spider’s Web (Millennium: Quello che non uccide)” di Fede Álvarez, primo adattamento del recente bestseller mondiale scritto da David Lagercrantz, interpretato da Claire Foy, vincitrice di un Golden Globe.
Infine da segnalare il film italiano vincitore del premio BNL della Festa del Cinema, “Il vizio della speranza” di Edoardo de Angelis, storia di Maria, una donna senza più speranze che traghetta altre donne sulle acque di un fiume dannato finché qualcosa di nuovo accade.
Fra gli eventi paralleli della Festa del Cinema, in continuità con l’impegno dell’anno passato, nell’ambito del progetto promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri volto alla prevenzione e al contrasto alla violenza alle donne, è stata realizzata la mostra “Riso Amaro”, presso il Villaggio del Cinema, che ha ospitato una selezione di opere di illustratori, grafici, disegnatori, umoristi di tutto il mondo: il titolo dell’esposizione parafrasa quello del film di Giuseppe De Santis (1949), dedicato alle durissime condizioni di vita delle mondine, in cui si consuma uno stupro di cui è vittima la protagonista.
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